domenica 28 febbraio 2010

Benedetto XVI incoraggia le comunità cristiane dell'Iraq: "Non stancatevi di essere fermento di bene per la patria" (Zenit)


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Giovanni Paolo II: "...vorrei chiedere perdono - in nome mio e di tutti voi, venerati e cari fratelli nell'episcopato - per tutto ciò che per qualsiasi motivo, e per qualsiasi umana debolezza, impazienza, negligenza, in seguito anche all'applicazione talora parziale, unilaterale, erronea delle prescrizioni del Concilio Vaticano II, possa aver suscitato scandalo e disagio circa l'interpretazione della dottrina e la venerazione dovuta a questo grande sacramento (l'Eucarestia). E prego il Signore Gesù perché nel futuro sia evitato, nel nostro modo di trattare questo sacro mistero, ciò che può affievolire o disorientare in qualsiasi maniera il senso di riverenza e di amore nei nostri fedeli" (Lettera "Dominicae Cenae" di Giovanni Paolo II a tutti i vescovi sul Mistero e Culto dell'Eucarestia, 24 febbraio 1980)

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Benedetto XVI incoraggia le comunità cristiane dell'Iraq

"Non stancatevi di essere fermento di bene per la patria", afferma

CITTA' DEL VATICANO, domenica, 28 febbraio 2010 (ZENIT.org).

Esprimendo la sua vicinanza ai cristiani perseguitati dell'Iraq, Benedetto XVI li ha esortati questa domenica a non scoraggiarsi e a continuare a offrire la propria testimonianza nel Paese.
Nei suoi saluti dopo la recita della preghiera mariana dell'Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini riuniti in Piazza San Pietro, il Pontefice ha ammesso di aver "appreso con profonda tristezza le tragiche notizie delle recenti uccisioni di alcuni cristiani nella città di Mosul".
Il Pontefice si riferiva ai continui attentati contro la comunità cristiana irachena dei giorni scorsi, costati la vita a vari fedeli.
"Ho seguito con viva preoccupazione gli altri episodi di violenza, perpetrati nella martoriata terra irachena ai danni di persone inermi di diversa appartenenza religiosa", ha aggiunto.
Nei giorni di "intenso raccoglimento" degli Esercizi Spirituali terminati questo sabato, il Papa ha "pregato spesso per tutte le vittime di quegli attentati".
"Oggi desidero unirmi spiritualmente alla preghiera per la pace e per il ripristino della sicurezza, promossa dal Consiglio dei Vescovi di Ninive".
"Sono affettuosamente vicino alle comunità cristiane dell'intero Paese. Non stancatevi di essere fermento di bene per la patria a cui, da secoli, appartenete a pieno titolo!", ha chiesto.
Nel contesto della "delicata fase politica che sta attraversando l'Iraq", il Vescovo di Roma ha quindi fatto appello alle Autorità civili "perché compiano ogni sforzo per ridare sicurezza alla popolazione e, in particolare, alle minoranze religiose più vulnerabili".
"Mi auguro che non si ceda alla tentazione di far prevalere gli interessi temporanei e di parte sull'incolumità e sui diritti fondamentali di ogni cittadino", ha auspicato.
Allo stesso modo, ha esortato la comunità internazionale a "prodigarsi per dare agli Iracheni un futuro di riconciliazione e di giustizia", invocando "con fiducia da Dio onnipotente il dono prezioso della pace".

© Copyright Zenit

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di Roberto Fabbri

VATICANO Chiesto aiuto a tutto il mondo. Oggi all’Angelus manifestazione in piazza San Pietro

Un complotto «in prospettiva elettorale» contro i cristiani dell’Irak. Sembra essere questa la più corretta lettura degli assassinii e del clima di terrore scatenato contro caldei e cattolici a pochi giorni dalle elezioni di domenica prossima. I rappresentanti politici della minoranza cristiana irachena, presente da quasi duemila anni ma ormai ridotta a poche centinaia di migliaia di persone, denunciano una campagna di persecuzioni violente con l’obiettivo di escluderli dalla società.
Epicentro delle violenze la provincia di Ninive e la sua capitale Mosul, nel nord del Paese a maggioranza etnica curda. Qui esistono alcuni distretti dove i cristiani sono ancora maggioranza e dove dallo scorso gennaio sono state uccise 12 persone, otto delle quali a Mosul. Le ultime tre vittime, mercoledì scorso, sono stati i membri di una famiglia, «uccisi come pecore» secondo le parole piene di sdegno del patriarca siro-cattolico di Antiochia Ignatius Joseph Younan III. I loro assassini sono militanti di movimenti integralisti islamici, che rimangono impuniti.
Conseguenze di tanta brutalità sono principalmente la paura e la rabbia, sempre più diffusi tra i cristiani iracheni. Sono circa 1.800 gli abitanti di Mosul che ormai da una settimana hanno abbandonato le loro case e smesso di recarsi al lavoro nel timore di finire assassinati. Anche gli studenti cristiani non frequentano più le lezioni nelle scuole e anche nell’Università, dopo che gruppi armati islamici hanno minacciato di accanirsi contro gli autobus che li accompagnano nelle varie facoltà. Sentendosi abbandonati dalle autorità, i cristiani iracheni gridano la loro collera e denunciano l’ingiustizia che si consuma nei loro confronti. «Se le forze di sicurezza irachene non sono in grado di difendere i connazionali cristiani - ha detto il patriarca di Antiochia in un appello al premier al-Maliki - perché il governo non fornisce loro delle armi? Questa situazione ha superato ogni limite e non vi è coscienza umana che possa sopportare ulteriormente questa totale assenza di sicurezza nella città».
Anche in seguito a queste proteste, il ministero degli Interni ha annunciato misure di prevenzione, quali l’installazione di posti di blocco e lo spiegamento di militari davanti ai luoghi di culto cristiani. Intanto vengono prese nuove iniziative di sensibilizzazione e la stessa Santa Sede attraverso il nunzio apostolico in Irak Francis Assisi Chullikat chiede aiuto alla comunità internazionale, dopo che il Papa aveva espresso nei giorni scorsi il suo «profondo dolore». Oggi a Mosul il consiglio dei vescovi ha deciso che per protesta non saranno celebrate Messe. Saranno però organizzate manifestazioni pacifiche, in parte coordinate con la locale comunità musulmana, contro l’escalation di violenze. E anche in piazza San Pietro, in occasione dell’Angelus di Benedetto XVI, si manifesterà in favore dei cristiani dell’Irak.

© Copyright Il Giornale, 28 febbraio 2010 consultabile online anche qui.

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In Piazza San Pietro, dunque, era presente un gruppo di cristiani iracheni: hanno portato al Papa il loro dolore per quanto sta accadendo in Iraq. Ascoltiamo alcune testimonianze raccolte da Virginia Volpe:

R. – Ringraziamo veramente il Papa per queste parole e per questo sentimento di vicinanza ai cristiani iracheni.

D. – Come vivono i cristiani in Iraq?

R. – La situazione è veramente difficile. Se le famiglie irachene escono dalle loro case, non sanno se potranno rientrare. Ci sono poi, allo stesso tempo, gli studenti dell’Università di Mossul che non possono frequentare l’Università e studiare. Certamente preghiamo per tutto il popolo iracheno; preghiamo per la pace: questo è il nostro messaggio.

D. – Il Papa, questa mattina, vi ha salutato: qual è il sentimento della vostra comunità?

R. – Per noi la preghiera della Via Crucis è, purtroppo, diventata una preghiera reale e viene vissuta da noi cristiani in Iraq ogni giorno. Portiamo la nostra croce e seguiamo Gesù. Siamo grati al Papa e a tutti i cristiani che pregano per noi. Li sentiamo tutti vicini nella preghiera e sentiamo di non essere soli in Iraq.

D. – Questo saluto del Papa come vi ha fatto sentire?

R. – Ci ha dato una forza in più. In uno degli striscioni c’era scritto che noi non ce la facciamo più. Questo è stato un modo per esprimere la nostra stanchezza. Noi speriamo, ma quando la realtà si fa drammatica, allora ci si stanca. Noi avevamo bisogno di questo intervento del Papa che ci ha dato nuova forza.

© Copyright Radio Vaticana

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Su segnalazione di Laura leggiamo:

Papa all'Angelus con un cerotto sul viso

Sullo zigomo destro, il Vaticano tranquillizza: non è niente / FOTO

CITTA' DEL VATICANO

Ad occhio nudo nessuno, dalla piazza, lo ha notato, ma sul volto di papa Benedetto XVI è apparso questa mattina un piccolo cerotto, ben visibile negli ingrandimenti fotografici.
Fonti vaticane, interpellate dall'ANSA, hanno riferito che non si tratta di "nulla di speciale".
Il piccolo cerotto rotondo è stato notato sullo zigomo destro del pontefice. Il suo viso, tra l'altro, è stato spesso coperto, oggi, durante l'Angelus, dal drappo affisso al davanzale della finestra, sollevato più volte dal forte vento.

© Copyright Ansa

A voi non e' mai capitato di andare in giro con un cerotto? Io, per esempio, ne ho uno all'indice sinistro...si'...invece di affettare la mela mi sono affettata il dito ma solo perche' sono distratta :-)
R.

Cile, il Papa: non manchi la solidarietà internazionale (Izzo)


Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

CILE: PAPA, NON MANCHI SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 28 feb. - Benedetto XVI e' vicino "al Cile e alle popolazioni colpite dal terremoto, che ha causato numerose perdite in vite umane e ingenti danni". "Prego - ha detto dopo la preghiera dell'Angelus - per le vittime e sono spiritualmente vicino alle persone provate da cosi' grave calamita'; per esse imploro da Dio sollievo nella sofferenza e coraggio in queste avversita'". "Sono sicuro - ha concluso - che non verra' a mancare la solidarieta' di tanti, in particolare delle organizzazioni ecclesiali".

© Copyright (AGI)

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Appello del Papa all'Angelus per i cristiani in Iraq e per i terremotati del Cile. Per la Quaresima, l'invito a meditare assiduamente il Vangelo

Il Papa oggi all’Angelus, cui hanno partecipato alcune migliaia di fedeli in Piazza San Pietro, ha lanciato due accorati appelli: per la sicurezza dei cristiani in Iraq, dopo i numerosi attentati di questi giorni, e alla solidarietà per le popolazioni terremotate del Cile.
Quindi ha parlato del Vangelo di questa seconda Domenica di Quaresima che racconta l’evento della Trasfigurazione di Gesù invitando tutti ad una meditazione assidua del Vangelo, specialmente in questo periodo Quaresimale. Il servizio di Sergio Centofanti:


Benedetto XVI esprime “profonda tristezza” per “le tragiche notizie delle recenti uccisioni di alcuni Cristiani nella città di Mossul” manifestando la sua “viva preoccupazione” anche per “gli altri episodi di violenza, perpetrati nella martoriata terra irachena ai danni di persone inermi di diversa appartenenza religiosa”. Notizie che il Papa ha seguito costantemente anche durante la settimana di esercizi spirituali conclusa ieri in Vaticano:

“In questi giorni di intenso raccoglimento ho pregato spesso per tutte le vittime di quegli attentati ed oggi desidero unirmi spiritualmente alla preghiera per la pace e per il ripristino della sicurezza, promossa dal Consiglio dei Vescovi di Ninive. Sono affettuosamente vicino alle comunità cristiane dell’intero Paese. Non stancatevi di essere fermento di bene per la patria a cui, da secoli, appartenete a pieno titolo!”

In questa “delicata fase politica che sta attraversando l’Iraq” il Papa rivolge il suo appello alle Autorità civili, “perché compiano ogni sforzo per ridare sicurezza alla popolazione e, in particolare, alle minoranze religiose più vulnerabili”:

“Mi auguro che non si ceda alla tentazione di far prevalere gli interessi temporanei e di parte sull’incolumità e sui diritti fondamentali di ogni cittadino. Infine, mentre saluto gli iracheni presenti qui in Piazza, esorto la comunità internazionale a prodigarsi per dare agli Iracheni un futuro di riconciliazione e di giustizia, mentre invoco con fiducia da Dio onnipotente il dono prezioso della pace”.

Quindi, Benedetto XVI ha rivolto il suo pensiero alle popolazioni del Cile colpite dal terremoto nella notte tra venerdì e sabato, che “ha causato numerose perdite in vite umane e ingenti danni”:

“Prego per le vittime e sono spiritualmente vicino alle persone provate da così grave calamità; per esse imploro da Dio sollievo nella sofferenza e coraggio in queste avversità. Sono sicuro che non verrà a mancare la solidarietà di tanti, in particolare delle organizzazioni ecclesiali”.

Nella sua catechesi il Papa ha parlato del Vangelo della seconda Domenica di Quaresima che racconta l’episodio della Trasfigurazione, un “evento straordinario” – ha spiegato – che si pone come “un incoraggiamento nella sequela di Gesù” che comporta il rinnegamento di se stessi e il prendere ogni giorno la propria croce. “I tre discepoli che assistono alla scena sono oppressi dal sonno”, rileva il Pontefice:

“è l’atteggiamento di chi, pur essendo spettatore dei prodigi divini, non comprende. Solo la lotta contro il torpore che li assale permette a Pietro, Giacomo e Giovanni di ‘vedere’ la gloria di Gesù”. Ma l’evento straordinario finisce e davanti agli occhi degli apostoli c’è “Gesù solo”: “è tutto ciò che è dato ai discepoli e alla Chiesa di ogni tempo – afferma il Papa - è ciò che deve bastare nel cammino. È lui l’unica voce da ascoltare” fino a quando “trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso”. Benedetto XVI ricorda anche la richiesta di Pietro che vorrebbe restare sul Tabor perché “è bello”: “espressione … che assomiglia spesso al nostro desiderio di fronte alle consolazioni del Signore”:

“Ma la Trasfigurazione ci ricorda che le gioie seminate da Dio nella vita non sono punti di arrivo, ma sono luci che Egli ci dona nel pellegrinaggio terreno, perché ‘Gesù solo’ sia la nostra Legge e la sua Parola sia il criterio che guida la nostra esistenza”.

Infine, il Papa invita tutti, in questo periodo quaresimale, a meditare assiduamente il Vangelo e si rivolge in particolare ai sacerdoti:

“Auspico, inoltre, che in quest’Anno Sacerdotale i Pastori ‘siano veramente pervasi dalla Parola di Dio, la conoscano davvero, la amino al punto che essa realmente dia loro vita e formi il loro pensiero”.

© Copyright Radio Vaticana

Appello del Papa per i Cristiani dell’Iraq e preghiera per i terremotati del Cile (AsiaNews)


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Il Papa: "La Trasfigurazione ci ricorda che le gioie seminate da Dio nella vita non sono punti di arrivo, ma sono luci che Egli ci dona nel pellegrinaggio terreno, perché "Gesù solo" sia la nostra Legge e la sua Parola sia il criterio che guida la nostra esistenza" (Angelus)

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Giovanni Paolo II: "...vorrei chiedere perdono - in nome mio e di tutti voi, venerati e cari fratelli nell'episcopato - per tutto ciò che per qualsiasi motivo, e per qualsiasi umana debolezza, impazienza, negligenza, in seguito anche all'applicazione talora parziale, unilaterale, erronea delle prescrizioni del Concilio Vaticano II, possa aver suscitato scandalo e disagio circa l'interpretazione della dottrina e la venerazione dovuta a questo grande sacramento (l'Eucarestia). E prego il Signore Gesù perché nel futuro sia evitato, nel nostro modo di trattare questo sacro mistero, ciò che può affievolire o disorientare in qualsiasi maniera il senso di riverenza e di amore nei nostri fedeli" (Lettera "Dominicae Cenae" di Giovanni Paolo II a tutti i vescovi sul Mistero e Culto dell'Eucarestia, 24 febbraio 1980)

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VATICANO

Appello del papa per i cristiani dell’Iraq e preghiera per i terremotati del Cile

Nel primo intervento pubblico dopo gli esercizi spirituali, Benedetto XVI esprime vicinanza ai cristiani e al popolo irakeno; chiede alle autorità del Paese di “garantire sicurezza”non farsi dominare da “interessi di parte”; domanda l’aiuto alla comunità internazionale. Richiesta di solidarietà per le vittime del terremoto in Cile. In Quaresima, fedeli e sacerdoti sono invitati a “meditare assiduamente” il Vangelo. L’atteggiamento dei discepoli nella trasfigurazione di Gesù.

Città del Vaticano (AsiaNews)

Alla fine della preghiera dell’Angelus oggi in piazza san Pietro, Benedetto XVI ha espresso la sua “profonda tristezza per le tragiche notizie” sulle uccisioni dei cristiani a Mosul (Iraq) di questi giorni e la “viva preoccupazione” per “gli altri episodi di violenza, perpetrati nella martoriata terra irachena ai danni di persone inermi di diversa appartenenza religiosa”. Egli ha anche ricordato le popolazioni colpite dal terremoto in Cile “che ha causato numerose perdite in vite umane e ingenti danni”.
Nelle scorse settimane e in quella trascorsa in particolare vi sono stati ogni giorno omicidi mirati a Mosul contro cristiani ortodossi e cattolici. Secondo fonti locali di AsiaNews tali omicidi tendono a eliminare la presenza dei cristiani dal Paese o farli fuggire verso una zona-ghetto nella piana di Ninive (v.: 25/02/2010 Vescovo di Mosul: Emergenza umanitaria. Centinaia di famiglie cristiane in fuga dalle violenze).
Sebbene il papa e la Curia fossero impegnati negli esercizi spirituali, la Segreteria di stato aveva diffuso una comunicazione esprimendo la vicinanza del pontefice alle vittime e ai pastori delle Chiese dell’Iraq (v 25/02/2010 In ritiro, il papa prega per i cristiani irakeni e la pace nel Paese). Terminati gli esercizi, oggi nel suo primo intervento pubblico, Benedetto XVI ha ricordato che “in questi giorni di intenso raccoglimento ho pregato spesso per tutte le vittime di quegli attentati ed oggi desidero unirmi spiritualmente alla preghiera per la pace e per il ripristino della sicurezza, promossa dal Consiglio dei Vescovi di Ninive. Sono affettuosamente vicino alle comunità cristiane dell’intero Paese. Non stancatevi di essere fermento di bene per la patria a cui, da secoli, appartenete a pieno titolo!”.
Oggi i cristiani di Mosul hanno organizzato una marcia silenziosa; per domani a Kirkuk si è lanciata una giornata di preghiera e digiuno in solidarietà con le vittime di Mosul.
Citando “la difficile fase politica che sta attraversando l’Iraq”, a pochi giorni dalle elezioni parlamentari, il pontefice si è appellato “alle Autorità civili, perché compiano ogni sforzo per ridare sicurezza alla popolazione e, in particolare, alle minoranze religiose più vulnerabili. Mi auguro che non si ceda alla tentazione di far prevalere gli interessi temporanei e di parte sull’incolumità e sui diritti fondamentali di ogni cittadino”.
Salutando poi i gruppi di irakeni presenti in piazza san Pietro egli ha esortato “la comunità internazionale a prodigarsi per dare agli Iracheni un futuro di riconciliazione e di giustizia, mentre invoco con fiducia da Dio onnipotente il dono prezioso della pace”.
A quello sull’Iraq è seguito l’appello per le popolazioni vittime del terremoto in Cile che ha fatto finora almeno 300 morti e ha colpito oltre 2 milioni di persone. “Prego per le vittime – ha detto il papa - e sono spiritualmente vicino alle persone provate da così grave calamità; per esse imploro da Dio sollievo nella sofferenza e coraggio in queste avversità. Sono sicuro che non verrà a mancare la solidarietà di tanti, in particolare delle organizzazioni ecclesiali”.
In precedenza Benedetto XVI aveva focalizzato la sua riflessione prima dell’Angelus sul Vangelo della Trasfigurazione (Luca 9, 28-36), proclamato nelle messe di oggi, seconda domenica di Quaresima. “Questo evento straordinario – ha detto il papa - è un incoraggiamento nella sequela di Gesù”.
Il pontefice si è soffermato sui diversi atteggiamenti assunti dai discepoli di fronte al trasfigurarsi di Gesù. All’inizio, “i tre discepoli che assistono alla scena sono oppressi dal sonno: è l’atteggiamento di chi, pur essendo spettatore dei prodigi divini, non comprende. Solo la lotta contro il torpore che li assale permette a Pietro, Giacomo e Giovanni di “vedere” la gloria di Gesù”.
Poi, “mentre Mosé ed Elia si separano dal Maestro, Pietro parla e, mentre sta parlando, una nube copre lui e gli altri discepoli con la sua ombra; è una nube, che, mentre copre, rivela la gloria di Dio, come avvenne per il popolo pellegrinante nel deserto. Gli occhi non possono più vedere, ma gli orecchi possono udire la voce che esce dalla nube: ‘Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!’”.
Quindi, quando il racconto parla di “Gesù solo”, il papa commenta: “ ‘Gesù solo’ è tutto ciò che è dato ai discepoli e alla Chiesa di ogni tempo: è ciò che deve bastare nel cammino. È lui l’unica voce da ascoltare, l’unico da seguire, lui che salendo verso Gerusalemme donerà la vita e un giorno ‘trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso’ (Fil 3,21)”.
E ancora, commentando le parole di Pietro, “Maestro, è bello per noi essere qui” (Luca9,33), Benedetto XVI aggiunge: “l’espressione estatica di Pietro,… assomiglia spesso al nostro desiderio di fronte alle consolazioni del Signore. Ma la Trasfigurazione ci ricorda che le gioie seminate da Dio nella vita non sono punti di arrivo, ma sono luci che Egli ci dona nel pellegrinaggio terreno, perché “Gesù solo” sia la nostra Legge e la sua Parola sia il criterio che guida la nostra esistenza”.
Il pontefice ha concluso la sua riflessione con un invito: “In questo periodo quaresimale invito tutti a meditare assiduamente il Vangelo. Auspico, inoltre, che in quest’Anno Sacerdotale i Pastori “siano veramente pervasi dalla Parola di Dio, la conoscano davvero, la amino al punto che essa realmente dia loro vita e formi il loro pensiero”.

© Copyright AsiaNews

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Gli auguri del Papa a Bartolomeo I: "Scambio con Lei, Santità, un santo abbraccio, esprimendo la mia fiducia fervente nel fatto che lo Spirito di Dio continui a illuminare e a indicare il nostro comune cammino verso la piena comunione voluta da Cristo per tutti i suoi discepoli"

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Giovanni Paolo II: "...vorrei chiedere perdono - in nome mio e di tutti voi, venerati e cari fratelli nell'episcopato - per tutto ciò che per qualsiasi motivo, e per qualsiasi umana debolezza, impazienza, negligenza, in seguito anche all'applicazione talora parziale, unilaterale, erronea delle prescrizioni del Concilio Vaticano II, possa aver suscitato scandalo e disagio circa l'interpretazione della dottrina e la venerazione dovuta a questo grande sacramento (l'Eucarestia). E prego il Signore Gesù perché nel futuro sia evitato, nel nostro modo di trattare questo sacro mistero, ciò che può affievolire o disorientare in qualsiasi maniera il senso di riverenza e di amore nei nostri fedeli" (Lettera "Dominicae Cenae" di Giovanni Paolo II a tutti i vescovi sul Mistero e Culto dell'Eucarestia, 24 febbraio 1980)

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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

IRAQ: PAPA FA APPELLO A AUTORITA' CIVILI, PROTEGGERE CRISTIANI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 28 feb.

"Con viva preoccupazione" e "profonda tristezza" Benedetto XVI ha parlato oggi delle "tragiche notizie" che giungono dall'Iraq: "le recenti uccisioni di alcuni cristiani nella citta' di Mossul e gli altri episodi di violenza, perpetrati nella martoriata terra irachena ai danni di persone inermi di diversa appartenenza religiosa".
"Nella delicata fase politica che sta attraversando l'Iraq mi appello - ha detto dopo l'Angelus - alle Autorita' civili, perche' compiano ogni sforzo per ridare sicurezza alla popolazione e, in particolare, alle minoranze religiose piu' vulnerabili".
"Mi auguro - ha aggiunto - che non si ceda alla tentazione di far prevalere gli interessi temporanei e di parte sull'incolumita' e sui diritti fondamentali di ogni cittadino".
"Esorto - ha scandito ancora il Pontefice - la comunita' internazionale a prodigarsi per dare agli Iracheni un futuro di riconciliazione e di giustizia, mentre invoco con fiducia da Dio onnipotente il dono prezioso della pace".
"In questi giorni di intenso raccoglimento - ha confidato Papa Ratzinger ai 60 mila fedeli presenti in piazza San Pietro, ai quali aveva ricordato gli esercizi spirituali che si sono conclusi ieri in Vaticano - ho pregato spesso per tutte le vittime di quegli attentati ed oggi desidero unirmi spiritualmente alla preghiera per la pace e per il ripristino della sicurezza, promossa dal Consiglio dei Vescovi di Ninive".
"Sono affettuosamente vicino - ha concluso - alle comunita' cristiane dell'intero Paese. Non stancatevi di essere fermento di bene per la patria a cui, da secoli, appartenete a pieno titolo".

© Copyright (AGI)

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Il Papa: "La Trasfigurazione ci ricorda che le gioie seminate da Dio nella vita non sono punti di arrivo, ma sono luci che Egli ci dona nel pellegrinaggio terreno, perché "Gesù solo" sia la nostra Legge e la sua Parola sia il criterio che guida la nostra esistenza" (Angelus)

I vescovi cileni: "è una catastrofe!" (Radio Vaticana)

Il teologo Newman, l'anglicano che fece come Sant'Agostino (Benedetto Ippolito)

Il Papa: «Ascoltare Dio, nella Chiesa. Così l’uomo diviene se stesso» (Muolo)

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Gli auguri del Papa a Bartolomeo I: "Scambio con Lei, Santità, un santo abbraccio, esprimendo la mia fiducia fervente nel fatto che lo Spirito di Dio continui a illuminare e a indicare il nostro comune cammino verso la piena comunione voluta da Cristo per tutti i suoi discepoli"

Così l’impronta di Benedetto inciderà sui nuovi cardinali (Rodari)

La «predica dei ricordi» di don Enrico dal Covolo (Osservatore Romano)

Benedetto XVI e lo scandalo pedofilia. Solo chi ha fiducia nella verità può guardare in faccia il male (Bruno Mastroianni)

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Giovanni Paolo II: "...vorrei chiedere perdono - in nome mio e di tutti voi, venerati e cari fratelli nell'episcopato - per tutto ciò che per qualsiasi motivo, e per qualsiasi umana debolezza, impazienza, negligenza, in seguito anche all'applicazione talora parziale, unilaterale, erronea delle prescrizioni del Concilio Vaticano II, possa aver suscitato scandalo e disagio circa l'interpretazione della dottrina e la venerazione dovuta a questo grande sacramento (l'Eucarestia). E prego il Signore Gesù perché nel futuro sia evitato, nel nostro modo di trattare questo sacro mistero, ciò che può affievolire o disorientare in qualsiasi maniera il senso di riverenza e di amore nei nostri fedeli" (Lettera "Dominicae Cenae" di Giovanni Paolo II a tutti i vescovi sul Mistero e Culto dell'Eucarestia, 24 febbraio 1980)

“Quando la pace passa dalla guerra”. Recensione all'ultimo libro di Mons. Vincenzo Pelvi (Francesco Antonio Grana)

Il Papa: la parola di Dio può essere compresa solo stando nella Chiesa (Izzo)

Nel cortile di Ravasi cresce l'ortica? (Francesco Colafemmina)

Alcune reazioni della stampa alla visita in Sinagoga (Giuseppe Di Leo)

Nuovi cardinali: soprattutto i vescovi di Curia favoriti nel prossimo concistoro (Galeazzi)

Dimissioni di Margot Käßmann, l'etica protestante: chi sbaglia (o ruba) non sarà perdonato (Giardina)

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Iraq, Papa: "Proteggere cristiani"

Appello del Pontefice a San Pietro

"Nella delicata fase politica che sta attraversando l'Iraq" il Papa ha lanciato un appello alle autorità civili, "perché compiano ogni sforzo per ridare sicurezza alla popolazione e, in particolare, alle minoranze religiose più vulnerabili". Rappresentanti e religiosi della Chiesa irachena e di altre Chiese del Medio Oriente erano presenti in piazza san Pietro per manifestare a favore dei cristiani perseguitati: hanno poi assistito all'Angelus.
Rivolgendo loro il suo saluto dopo la preghiera, il pontefice ha esortato anche la comunità internazionale "a prodigarsi per dare agli iracheni un futuro di riconciliazione e di giustizia, mentre invoco da Dio onnipotente il dono prezioso della pace". Il Papa ha detto di avere appreso "con profonda tristezza le tragiche notizie sulle recenti uccisioni di alcuni cristiani nella città di Mossul". Preoccupazione, quindi, per tutte le persone ingiustamente perseguitate e non solo per i cattolici. Benedetto XVI, che ha trascorso l'ultima settimana dedicandosi agli esercizi spirituali con la Curia romana, ha precisato di aver "pregato spesso per tutte le vittime di quegli attentati".
Quindi, unendosi alla preghiera ''per la pace e per il ripristino della sicurezza promossa dal Consiglio dei Vescovi di Ninive, ha esortato le comunita' cristiane d'Iraq: "Non stancatevi - ha detto - di essere fermento di bene per la patria a cui, da secoli, appartenete a pieno titolo". Riferendosi poi alla situazione politica nel Paese, il pontefice ha auspicato "che non si ceda alla tentazione di far prevalere gli interessi temporanei e di parte sull'incolumita' e sui diritti fondamentali di ogni cittadino".

© Copyright Tgcom

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I vescovi cileni: "è una catastrofe!" (Radio Vaticana)

Il teologo Newman, l'anglicano che fece come Sant'Agostino (Benedetto Ippolito)

Il Papa: «Ascoltare Dio, nella Chiesa. Così l’uomo diviene se stesso» (Muolo)

Più italiani e teologi fra i nuovi cardinali (Marroni)

Gli auguri del Papa a Bartolomeo I: "Scambio con Lei, Santità, un santo abbraccio, esprimendo la mia fiducia fervente nel fatto che lo Spirito di Dio continui a illuminare e a indicare il nostro comune cammino verso la piena comunione voluta da Cristo per tutti i suoi discepoli"

Così l’impronta di Benedetto inciderà sui nuovi cardinali (Rodari)

La «predica dei ricordi» di don Enrico dal Covolo (Osservatore Romano)

Benedetto XVI e lo scandalo pedofilia. Solo chi ha fiducia nella verità può guardare in faccia il male (Bruno Mastroianni)

Il Papa: Karol Wojtyla rappresenta un esempio per tutti i sacerdoti del mondo (Izzo)

Giovanni Paolo II: "...vorrei chiedere perdono - in nome mio e di tutti voi, venerati e cari fratelli nell'episcopato - per tutto ciò che per qualsiasi motivo, e per qualsiasi umana debolezza, impazienza, negligenza, in seguito anche all'applicazione talora parziale, unilaterale, erronea delle prescrizioni del Concilio Vaticano II, possa aver suscitato scandalo e disagio circa l'interpretazione della dottrina e la venerazione dovuta a questo grande sacramento (l'Eucarestia). E prego il Signore Gesù perché nel futuro sia evitato, nel nostro modo di trattare questo sacro mistero, ciò che può affievolire o disorientare in qualsiasi maniera il senso di riverenza e di amore nei nostri fedeli" (Lettera "Dominicae Cenae" di Giovanni Paolo II a tutti i vescovi sul Mistero e Culto dell'Eucarestia, 24 febbraio 1980)

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Com’è, dov’è, e che cosa vuole Dio? Il card. Ratzinger risponde a Peter Seewald (2001)

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Ingrao: la lettera del Papa agli Irlandesi uscirà il 6 marzo (speriamo di no...è sabato!) Presto pubblicata l'istruzione sul Summorum Pontificum

Iraq/ Papa: Basta violenze contro cristiani, serve sicurezza

Comunità internazionale si prodighi per futuro di riconciliazione

Città del Vaticano, 28 feb. (Apcom)

Il Papa fa appello alle autorità irachene per garantire sicurezza ai cristiani, vittime di una recrudscenza di violenza nelle ultime settimane.
"Ho appreso con profonda tristezza le tragiche notizie delle recenti uccisioni di alcuni Cristiani nella città di Mossul - ha detto Benedetto XVI all'Angelus - e ho seguito con viva preoccupazione gli altri episodi di violenza, perpetrati nella martoriata terra irachena ai danni di persone inermi di diversa appartenenza religiosa. In questi giorni di intenso raccoglimento - ha proseguito Benedetto XVI che ha appena concluso gli esercizi spirituali pre-pasquali - ho pregato spesso per tutte le vittime di quegli attentati ed oggi desidero unirmi spiritualmente alla preghiera per la pace e per il ripristino della sicurezza, promossa dal Consiglio dei Vescovi di Ninive.
Sono affettuosamente vicino alle comunità cristiane dell'intero Paese. Non stancatevi di essere fermento di bene per la patria a cui, da secoli, appartenete a pieno titolo! Nella delicata fase politica che sta attraversando l'Iraq - ha aggiunto il Papa - mi appello alle Autorità civili, perché compiano ogni sforzo per ridare sicurezza alla popolazione e, in particolare, alle minoranze religiose più vulnerabili.
Mi auguro che non si ceda alla tentazione di far prevalere gli interessi temporanei e di parte sull'incolumità e sui diritti fondamentali di ogni cittadino. Infine, mentre saluto gli iracheni presenti qui in Piazza - ha concluso - esorto la comunità internazionale a prodigarsi per dare agli Iracheni un futuro di riconciliazione e di giustizia, mentre invoco con fiducia da Dio onnipotente il dono prezioso della pace".

© Copyright Apcom

Il Papa: tutti devono meditare il Vangelo e seguire Gesù (Izzo)


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Cile, il Papa: Prego per le vittime, serve la solidarietà di tanti (Apcom)

Il Papa: "La Trasfigurazione ci ricorda che le gioie seminate da Dio nella vita non sono punti di arrivo, ma sono luci che Egli ci dona nel pellegrinaggio terreno, perché "Gesù solo" sia la nostra Legge e la sua Parola sia il criterio che guida la nostra esistenza" (Angelus)

I vescovi cileni: "è una catastrofe!" (Radio Vaticana)

Il teologo Newman, l'anglicano che fece come Sant'Agostino (Benedetto Ippolito)

Il Papa: «Ascoltare Dio, nella Chiesa. Così l’uomo diviene se stesso» (Muolo)

Più italiani e teologi fra i nuovi cardinali (Marroni)

Gli auguri del Papa a Bartolomeo I: "Scambio con Lei, Santità, un santo abbraccio, esprimendo la mia fiducia fervente nel fatto che lo Spirito di Dio continui a illuminare e a indicare il nostro comune cammino verso la piena comunione voluta da Cristo per tutti i suoi discepoli"

Così l’impronta di Benedetto inciderà sui nuovi cardinali (Rodari)

La «predica dei ricordi» di don Enrico dal Covolo (Osservatore Romano)

Benedetto XVI e lo scandalo pedofilia. Solo chi ha fiducia nella verità può guardare in faccia il male (Bruno Mastroianni)

Il Papa: Karol Wojtyla rappresenta un esempio per tutti i sacerdoti del mondo (Izzo)

Giovanni Paolo II: "...vorrei chiedere perdono - in nome mio e di tutti voi, venerati e cari fratelli nell'episcopato - per tutto ciò che per qualsiasi motivo, e per qualsiasi umana debolezza, impazienza, negligenza, in seguito anche all'applicazione talora parziale, unilaterale, erronea delle prescrizioni del Concilio Vaticano II, possa aver suscitato scandalo e disagio circa l'interpretazione della dottrina e la venerazione dovuta a questo grande sacramento (l'Eucarestia). E prego il Signore Gesù perché nel futuro sia evitato, nel nostro modo di trattare questo sacro mistero, ciò che può affievolire o disorientare in qualsiasi maniera il senso di riverenza e di amore nei nostri fedeli" (Lettera "Dominicae Cenae" di Giovanni Paolo II a tutti i vescovi sul Mistero e Culto dell'Eucarestia, 24 febbraio 1980)

“Quando la pace passa dalla guerra”. Recensione all'ultimo libro di Mons. Vincenzo Pelvi (Francesco Antonio Grana)

Il Papa: la parola di Dio può essere compresa solo stando nella Chiesa (Izzo)

Un pensiero ed una preghiera speciali per le vittime ed i feriti cileni

Nel cortile di Ravasi cresce l'ortica? (Francesco Colafemmina)

Il Papa: "L'uomo non è perfetto in sé, l'uomo ha bisogno della relazione, è un essere in relazione. Non è il suo cogito che può cogitare tutta la realtà. Ha bisogno dell'ascolto, dell'ascolto dell'altro, soprattutto dell'Altro con la maiuscola, di Dio. Solo così conosce se stesso, solo così diviene se stesso" (Discorso a conclusione degli Esercizi Spirituali)

Alcune reazioni della stampa alla visita in Sinagoga (Giuseppe Di Leo)

Istituito dai vescovi tedeschi un ufficio per accertare gli abusi (Osservatore Romano)

Nuovi cardinali: soprattutto i vescovi di Curia favoriti nel prossimo concistoro (Galeazzi)

Com’è, dov’è, e che cosa vuole Dio? Il card. Ratzinger risponde a Peter Seewald (2001)

Dimissioni di Margot Käßmann, l'etica protestante: chi sbaglia (o ruba) non sarà perdonato (Giardina)

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PAPA: TUTTI DEBBONO MEDITARE IL VANGELO E SEGUIRE GESU'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 28 feb.

"In questo periodo quaresimale invito tutti a meditare assiduamente il Vangelo".
Lo ha detto Benedetto XVI ai 60 mila fedeli presenti in piazza San Pietro per l'Angelus.
"Gesu' - ha ricordato - e' l'unica voce da ascoltare, l'unica da seguire".
"La sua Parola - ha invocato - sia criterio che guida la nostra esistenza".
Il Papa ha citato in proposito l'appello di Gesu' a prendere ciscuno la propria croce e a seguirlo.
"Auspico - ha aggiunto - che in quest'Anno Sacerdotale i Pastori siano veramente pervasi dalla Parola di Dio, la conoscano davvero, la amino al punto che essa realmente dia loro vita e formi il loro pensiero".

© Copyright (AGI)