martedì 22 dicembre 2009

Papa Benedetto e il “cortile dei gentili” (Aldo Maria Valli)


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La cattedra dei non credenti

Aldo Maria Valli

Si potrebbe parlare di nuova frontiera di papa Benedetto. Il dialogo tra le religioni è importante, e non bisogna stancarsi di perseguirlo, ma oggi ce n’è un altro da realizzare, forse ancora più importante: quello fra credenti e non credenti.
Ratzinger lo dice davanti ai cardinali riuniti in Vaticano per gli auguri di Natale, occasione nella quale per tradizione il papa fa il bilancio dell’anno trascorso, ricordando le tappe più significative della sua missione. Ed è rievocando il viaggio nella Repubblica Ceca, antica nazione cristiana percorsa oggi da un crescente processo di secolarizzazione, che Benedetto XVI affronta l’argomento. Anche le persone che si considerano agnostiche o atee, dice, devono stare a cuore a noi credenti, il che impone di trovare strade nuove di dialogo, perché a volte «queste persone forse si spaventano» quando sentono che la Chiesa parla di evangelizzazione.
La questione riguardante Dio, secondo Benedetto, è ineludibile per ogni uomo. E ha decisive conseguenze sul piano storico, come dimostra il fatto che la cultura occidentale è nata, attraverso il monachesimo, proprio da uomini che cercavano Dio (tema al centro della lezione ratzingeriana tenuta durante la visita a Parigi). La Chiesa ha quindi il compito di tornare costantemente sull’argomento Dio, e in forme sempre adeguate rispetto ai tempi. Già il profeta Isaia, citato da Gesù, immaginava una parte del tempio come un luogo in cui consentire la preghiera a popoli diversi e nel quale i gentili (i non israeliti) potessero rivolgersi al Dio sconosciuto. I credenti convinti e praticanti potevano accedere al tempio per celebrarvi i misteri, gli altri, i lontani, potevano entrare nel “cortile dei gentili”, così da avere anche loro un dialogo con Dio, sia pure in un modo diverso e nonostante le “oscurità” che li caratterizzavano.
Ecco, dice Benedetto, oggi dovremmo fare qualcosa del genere: un moderno “cortile” in cui consentire ad atei e agnostici di avvicinare Dio sia pure in quanto sconosciuto.
È una proposta-provocazione culturale dai contorni suggestivi. Ricorda un po’ la cattedra dei non credenti alla quale il cardinale Carlo Maria Martini diede vita nei suoi anni milanesi ed è in linea anche con il lavoro che il cardinale Camillo Ruini sta realizzando con il suo progetto culturale (si veda il convegno di qualche tempo fa a Roma), all’interno del quale c’è spazio per un confronto anche con tutti quelli che, pur dicendosi atei o agnostici, avvertono la nostalgia di Dio.
Benedetto, che in questi anni, specie negli incontri con i suoi collaboratori, ha chiesto spesso di andare all’essenziale tralasciando tutto ciò che non fa parte del compito di chi è chiamato a portare Dio nel mondo, anche nel discorso tenuto nel solenne scenario della sala Clementina ribadisce questa urgenza.
Come sacerdoti, dice Benedetto XVI ai cardinali e ai membri della curia romana, siamo a disposizione di tutti, sia per coloro che conoscono Dio da vicino, e ne sperimentano l’attenzione amorevole, sia per coloro che lo considerano come «lo Sconosciuto». Di qui l’augurio di Natale del papa: essere sempre di più amici di Cristo e di Dio, per poter essere veramente «sale della terra e luce del mondo».

© Copyright Europa, 22 dicembre 2009 consultabile anche qui.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Valli da bravo martiniano cerca sempre di salvare il suo 'guru'.
Ma paragonare l'attenzine del Santo Padre ai non credenti con l'infausta 'cattedra milanese' mi sembra a dir poco improprio.

Fabiola ha detto...

Appunto. Nessuna cattedra da cui pontificare per i "maestri del nulla". Piuttosto un antico "cortile di accoglienza" per i cercatori di speranza.
Valli ha perso un altra occasione per accorgersi della differenza.

gemma ha detto...

eppure...sentite cosa diceva il card Martini a proposito dell'ispirazione alla sua Cattedra dei non credenti, durante un suo intervento sul Gesù di Nazareth:

"Ricordo che mi aveva fatto grande impressione un libro dell’allora professore Joseph Ratzinger, uscito in italiano nel 1969, dal titolo Introduzione al cristianesimo. In esso si parlava di molte cose (e furono proprio le prime pagine di questo libro che mi ispirarono negli anni del mio episcopato milanese la «Cattedra dei non credenti»), ma si parlava in particolare con molta obiettività e chiarezza di Gesù di Nazaret e del modo di conoscerlo"......

http://www.zenit.org/article-11142?l=italian

Anonimo ha detto...

Quale miglior apologia di se stessi che chiamare strumentalmente in sua difesa l'antico avversario?