venerdì 15 gennaio 2010

Papa Ratzinger: necessarie in politica sana dialettica e leggi condivise (Conte)


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Ratzinger: necessarie in politica sana dialettica e leggi condivise

Domitilla Conte

VATICANO

Chi ha ricevuto dai cittadini «l'alta responsabilità di governare» deve «perseguire costantemente il bene comune», e favorire una «sana dialettica» che porti a «provvedimenti condivisi», garanzia di uno sviluppo equo nel segno del rispetto della persona.
Papa Benedetto XVI riceve il sindaco di Roma, il presidente della provincia e il reggente della regione Lazio per gli auguri di buon anno, e affida loro un vademecum per la buona amministrazione che guarda oltre l'orizzonte locale.
Papa Ratzinger ripropone intanto i capisaldi dell'enciclica sociale Caritas in veritate, che ha più volte esortato ad assumere come bussola per l'azione politica.
Sullo sfondo del suo discorso ad Alemanno, Zingaretti e Montino, c'è la crisi economica «che ha investito l'economia mondiale» e i quartieri delle città. Una crisi che ha creato nuove emergenze ma che non deve, in nessun caso – ha detto – condurre gli amministratori a trascurare famiglie, assistenza ai malati, educazione o scuole.
«La persona umana – ha affermato Ratzinger – è al centro dell'azione politica e la sua crescita morale e spirituale deve essere la prima preoccupazione per coloro che sono stati chiamati ad amministrare la comunità civile. È fondamentale - ha sottolineato – che quanti hanno ricevuto dalla fiducia dei cittadini l'alta responsabilità di governare le istituzioni avvertano come prioritaria l'esigenza di perseguire costantemente il bene comune che – ha precisato citando l'encliclica – non è un bene ricercato per se stesso, ma per le persone che fanno parte della comunità sociale e che solo in essa possono realmente e più efficacemente conseguire il loro bene». E «affinché ciò avvenga – ha osservato – è opportuno che nelle sedi istituzionali si cerchi di favorire una sana dialettica perchè quanto più le decisioni e i provvedimenti saranno condivisi tanto più essi permetteranno un efficace sviluppo per gli abitanti dei territori amministrati».
Basta grida e contrapposizioni, insomma, ribadisce Benedetto XVI, spiegando cosa intende per «bene comune» e «collaborazione». Parla ad esempio dello sviluppo delle città, raccomandando che le nuove periferie «non siano solo quartieri dormitorio», ma che siano dotate di «strutture che favoriscono i processi di socializzazione».
Un impegno al quale la Chiesa «è lieta di offrire il proprio contributo», perché ovunque «ci sia una vita sociale degna dell'uomo». Un «metodo di lavoro» che a Roma – ha detto il Papa – ha «permesso di raggiungere significativi obiettivi», oratori, parrocchie, asili nido, pensati per migliorare la vita delle persone.

© Copyright Gazzetta del sud, 15 gennaio 2010

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