lunedì 26 aprile 2010

E ora il giustizialismo di Micromega condanna Benedetto XVI. Nel mirino c’è anche la Sindone (Zurlo)


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E ora il giustizialismo di Micromega condanna Benedetto XVI

di Stefano Zurlo

ACCUSE Nel mirino c’è anche la Sindone: decine di articoli per dire che è «una bufala»

Girotondo intorno al Vaticano. La peste pedofila e l’inganno della Sindone. Carte, documenti, inchieste. Presto, si spera, un verbale di epoca medioevale per smascherare la costruzione del falso sudario di Cristo. I tempi cambiano e i temi si aggiornano. Vuoi mettere gli Spatuzza e i Mills con le presunte pagine nere, strappate dalle biografie di Wojtyla e Ratzinger? Elettrizzante. E allora avanti con l’attacco: il partito giustizialista assalta il Cupolone come neanche il vecchio Garibaldi che aveva ribattezzato il suo asino Pio IX, il partito del pregiudizio metterebbe volentieri le manette ai polsi di qualche eminenza, intanto smonta, come fosse in un’aula di tribunale, il mito della Sindone che, proprio in questi giorni, calamita a Torino folle sterminate.
Micromega e Il Fatto vanno alla guerra senza se e senza ma. Articoli, saggi, analisi: una cascata di titoli che non lasciano scampo. Così, in ordine sparso, Luigi Garlaschelli: Perché la Sindone è un falso; Paolo Cozzo: Le mille e una Sindone; Andrea Nicolotti: La leggenda delle scritte sulla Sindone; Gaetano Ciccone: Sindone, polline e bugie. E poi c’è Mauro Pesce che ci dovrebbe spiegare perché la Chiesa ha scelto di «puntare» su un prodotto contraffatto. Autenticandolo. E ancora, ecco il brillante Piergiorgio Odifreddi che si confronta, si fa per dire, con monsignor Giuseppe Ghiberti «sulla bufala che come testimonianza storica vale come il film di Gibson». The passion.
È un assedio. Come era ai tempi d’oro quello al Berlusconi del processo Sme. O del Lodo Mondadori. O del Lodo Alfano. Ora c’è il lodo dei lodi, sulla pedofilia. E il sommo pontefice Paolo Flores d’Arcais si cimenta con un pezzo sobrio fin dal titolo: Perché Ratzinger e Wojtyla sono responsabili per la peste pedofila. Accattivante. E garantista, com’è nella tradizione del micromeghismo e dei girotondi manettari. La newsletter di Micromega elenca titoli che sembrano presi a prestito da un cofanetto a luci rosse: I peccati di padre Murphy; L’inferno italiano; Il segreto di Ratzinger.
Insomma, se le bugie di Berlusconi hanno le gambe lunghe sedici anni, quelle della Chiesa hanno una falcata millenaria. Flores d’Arcais, più ubiquo di Padre Pio, dilaga sul Fatto con un altro articolo-ariete che almeno ha il pregio di porre un punto di domanda nel titolo: Il Vaticano ha taroccato il documento sulla pedofilia? Siamo, come si vede, sempre dalle parti del complotto e della falsificazione: il Vaticano avrebbe recentemente manipolato e risistemato il documento, ufficialmente presentato come risalente al 2003, in cui si introduce l’obbligo di denuncia dei preti pedofili all’autorità civile. Dunque, una manina avrebbe retrodatato la carta per mettere a posto l’immagine e la coscienza. Ma Flores d’Arcais, il mastino del laicismo, non molla la presa e azzanna il portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi ponendogli quattro domande, va da sé, «cruciali». Siamo nel sancta sanctorum del dogma del pregiudizio.
Il girotondo è frenetico. Dalla Sindone ai pedofili e dai pedofili alla Sindone. Senza farsi mancare nulla. Il sacro business. Il Medioevo televisivo della Sacra Sindone. E, persino, un quasi umoristico Il telo made in China. Il sarcasmo viene spalmato come il burro a colazione e l’unica certezza è che il lenzuolo non può essere il sudario di Cristo, «morto almeno dodici secoli prima».
Dal Cristo ai suoi successori. «Gli ultimi due pontefici - tuona Flores d’Arcais - hanno imposto che i crimini di pedofilia venissero trattati solo come peccati e non come reati da denunciare alle autorità giudiziarie. Queste omesse denunce sono responsabili di un numero altissimo di violenze che altrimenti sarebbero state evitate». Non c’è niente da fare, la Chiesa è nell’angolo e non può invocare nemmeno la prescrizione che invece potrebbe coprire il pastrocchio della Sindone. Cambiano i personaggi, Berlusconi e soci hanno stufato persino i palati fini del popolo di Micromega, ora tocca scandagliare gli obliqui segreti dei Sacri Palazzi. Ma il risultato è sempre lo stesso: una sentenza di condanna.

© Copyright Il Giornale, 26 aprile 2010 consultabile online anche qui.

7 commenti:

Domenico ha detto...

Mi pare evidente che i modi di pensare alla flores d'arcais possano essere compresi solo a le categorie della neuropsichiatria....

Domenico ha detto...

Errata corrige: Mi pare evidente che i modi di pensare alla flores d'arcais possano essere compresi solo con le categorie della neuropsichiatria....

Marco ha detto...

Riportare articoli e riflessioni di Micromega attraverso il filtro del tutto imparziale e corretto del Giornale, mi sembra davvero un'ottima idea. Congratulazioni

Anonimo ha detto...

caro Marco, in questo caso le presunte imparzialità e correttezza delle due testate si neutralizzano a vicenda: quindi l'articolo è affidabie ;-)

Raffaella ha detto...

Esattamente :-)
R.

Anonimo ha detto...

non esiste in italia una rivista di peggior pensiero,massimalista,grottesca ai limiti dell'idiozia.
capace di sdoganare come modernità tesi nichiliste dell'inizio novecento,ha gravi responsabilità con la sua veste di progressismo parecchi gonzi se ne abbeverano.non era neanche da commentare.
pierpaolo

don Marco (politologo) ha detto...

Oggesù....micromega.... è più affidabile Emilio fede quando parla delle sinistre :))

Basta vedere i nomi che ci scrivono, le fonti, e tutto il resto