venerdì 11 giugno 2010

La veglia di preghiera per la chiusura dell'Anno Sacerdotale: un sì definitivo (Sir)


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Osservatore Romano: il Papa ha affrontato la tematica della pedofilia "senza recriminazioni o amarezze" (Apcom)

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Le testimonianze di sacerdoti e laici presenti in Piazza San Pietro

La proclamazione mancata: ricostruzione di un sabotaggio (Francesco Colafemmina)

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Video Corriere tv

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La richiesta di perdono del Papa per gli abusi del clero: video di Rome Reports

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Preti pedofili, dal Papa "mea culpa" della Chiesa: "Non accadrà mai più"

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Il Papa chiude l'Anno Sacerdotale: "Era da aspettarsi che al «nemico» questo nuovo brillare del sacerdozio non sarebbe piaciuto; egli avrebbe preferito vederlo scomparire, perché in fin dei conti Dio fosse spinto fuori dal mondo. E così è successo che, proprio in questo anno di gioia per il sacramento del sacerdozio, siano venuti alla luce i peccati di sacerdoti – soprattutto l’abuso nei confronti dei piccoli, nel quale il sacerdozio come compito della premura di Dio a vantaggio dell’uomo viene volto nel suo contrario. Anche noi chiediamo insistentemente perdono a Dio ed alle persone coinvolte, mentre intendiamo promettere di voler fare tutto il possibile affinché un tale abuso non possa succedere mai più" (Omelia)

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Questo venerdì, la concelebrazione più numerosa della storia di Roma. Per la chiusura dell'Anno Sacerdotale (Zenit)

Il Papa alla Veglia in Piazza San Pietro: il sacerdozio non è una professione, ma una testimonianza d’amore (Gisotti)

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Per seppellire il clericalismo. Effetti dello scandalo pedofilia a lungo termine (Carlo Silini)

Il Papa: il celibato è il contrario del "non sposarsi" di moda oggi. Se scompare il matrimonio scompare la radice della nostra cultura (Izzo)

Sacerdoti oggi: incontro moltitudinario e testimonianze toccanti. Nell'Aula Paolo VI per la chiusura dell'Anno Sacerdotale (Zenit)

Il Papa: Il sacerdozio non è una professione come le altre, ma la disponibilità di servire con tutte le proprie forze il Signore

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Un grazie speciale a Don Francesco per la cronaca in diretta di una serata straordinaria

Il Papa: C'è una teologia che vuole essere accademica e scientifica e dimentica la realtà vitale, la presenza di Dio

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Il Papa: Un grande problema del mondo di oggi è che non si pensa più al futuro di Dio, sembra sufficiente solo il presente

Il Card. Hummes al Papa: Grazie di cuore Santità, per tutto quanto ha fatto, sta facendo e farà per tutti i sacerdoti, anche per quelli smarriti

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Benedetto XVI chiude in Vaticano l'anno (di calvario) dedicato ai sacerdoti. Il commento di Massimo Donaddio

BENEDETTO XVI - Un sì definitivo

La veglia di preghiera per la chiusura dell'Anno Sacerdotale

Il sacerdozio non è riducibile ad un lavoro come gli altri ma deve essere vissuto con “la disponibilità di servire con tutte le proprie forze il Signore in questo nostro tempo”.
D’altra parte, il celibato è un modo di trascendere la vita terrena, anticipare, diventando sacerdoti, l’inizio di una nuova vita e unirsi a Dio, ed è questo un “grande scandalo” per una società che vive in un “eterno presente”. Durante la veglia di preghiera in piazza San Pietro (10 giugno) per celebrare la conclusione dell’Anno sacerdotale, Benedetto XVI ha inviato un abbraccio ai sacerdoti di tutto il mondo con la gratitudine per quello che fanno e per il “sì” dato per sempre a Dio. Il Papa ha percorso un lungo giro intorno alla piazza per poi raggiungere il sagrato della basilica, dove si è rivolto ai circa 15 mila sacerdoti presenti senza un discorso preparato ma rispondendo ad alcune domande a braccio. Nell’invitare a fuggire la “tentazione” del clericalismo, male “di tutti i tempi” e anche di oggi, il Santo Padre ha spiegato che vivere l’Eucaristia “in senso originario” come “la più sicura protezione” significa “entrare nel destino di Dio” ed “è l’inizio della realtà di un atto d’amore che ci obbliga ad una unità di amore per gli altri”, “gli emarginati, i poveri”. Inoltre, il Papa ha ricordato i “tanti parroci nel mondo che danno tutte le loro energie per servire il Signore e le proprie comunità” ringraziando per il servizio che portano avanti ogni giorno.
Radice della nostra cultura. Ad un sacerdote che si è detto “frastornato” dalle “critiche” al dono del celibato, Benedetto XVI ha osservato che “per il mondo in cui Dio non entra, il celibato è un grande scandalo perché va vissuto come realtà e per questo si ritiene che dovrebbe scomparire”; una critica che può sorprendere “in un’epoca in cui è sempre più di moda non sposarsi, ma il celibato dei sacerdoti è una cosa completamente diversa, non un vivere solo per sé stessi e non accettare alcun vincolo definitivo, ma proprio il contrario”. La scelta di diventare sacerdote è “un sì definitivo, un farsi prendere da Dio, è il sì definitivo del matrimonio, forma naturale dell’unione tra uomo e donna, fondamento della cultura cristiana del mondo”. Se scompare, ha aggiunto il Pontefice, “scompare la radice della nostra cultura” ed è proprio il “grande scandalo” della conferma del celibato il miglior antidoto allo “scandalo secondario causato dalle nostre insufficienze mortali”. Quello del sacerdote a Dio è un “sì” che, come il matrimonio, esige “fedeltà” mentre “l’arroganza della ragione oscura la presenza di Dio nel mondo” ed è “un problema doloroso che ci sia una teologia accademica che dimentica la presenza di Dio tra di noi, e vuole parlare di Lui solo al passato”. Il Santo Padre ha invitato ad “avere il coraggio di resistere alla apparente scientificità e non pensare che la ragione positivistica che esclude il trascendente è la vera ragione: è una ragione debole quella che presenta solo le cose sperimentabili” e “noi teologi dobbiamo usare la ragione grande e avere il coraggio di andare oltre il positivismo e andare oltre l’esperimento, non sottomettendoci a tutte le ipotesi del momento”. Dal 1946, ha proseguito il Pontefice, “ho visto tre generazioni di teologi passare, e le ipotesi più innovative che presentavano, oggi sono in genere superate”. La preghiera per il sacerdote “non è una cosa marginale”, ha precisato il Pontefice, ma “è la professione del sacerdote pregare anche per chi non trova il tempo per pregare o pensa di non saperlo fare”. In questo senso, “san Carlo Borromeo dice a tutti i sacerdoti di non trascurare la loro anima” perché “se è trascurata, non puoi dare agli altri quanto devi dare”.
Presenti per i sofferenti. Nel fare seguito alla domanda di un parroco del Brasile con molte parrocchie di cui occuparsi e poco tempo per farlo, il Santo Padre ha raccomandato ai sacerdoti di “saper riconoscere i nostri limiti”. “Quando i discepoli erano in situazione di stress e volevano questo e quest’altro – ha sottolineato il Papa – Gesù disse loro: riposate un po’. Ecco, bisogna trovare e avere l’umiltà e il coraggio di riposare”. Accanto alla “priorità della relazione personale con Cristo”, il Pontefice ha quindi elencato tre urgenze alle quali è necessario dare risposta: “Rendere possibile per tutti l’Eucaristia domenicale e celebrarla in modo da rendere visibile il Signore, l’annuncio e la ‘caritas’, cioè essere presenti per i sofferenti, come lo sono i bambini emarginati”. A tal proposito, il Papa ha citato l’esempio di Madre Teresa di Calcutta. Benedetto XVI ha infine guidato in ginocchio l’Adorazione Eucaristica che ha concluso la veglia di preghiera.

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