venerdì 2 luglio 2010

Caso Groer, la puntuale e documentata ricostruzione del vaticanista dell'Agi, Salvatore Izzo


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Intervista inedita del 2009 a monsignor Padovese ucciso un mese fa: La missione è la presenza (O.R.)

E' assurdo che blog, siti internet ed il NCR facciano il lavoro che compete alla Santa Sede ed in particolare alla sala stampa vaticana!

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Il Papa ad una Delegazione di Promotori della GMG di Madrid: "Vi invito tutti a continuare a collaborare generosamente a questa bella iniziativa, che non è un semplice raduno di massa, bensì un'occasione privilegiata affinché i giovani del vostro Paese e del mondo intero si lascino conquistare dall'amore di Cristo Gesù, il Figlio di Dio e di Maria, l'amico fedele, il vincitore del peccato e della morte. Chi confida in Lui non rimane mai deluso, anzi troverà la forza necessaria per scegliere il cammino giusto nella vita" (Discorso)

Il Papa: i giovani hanno già lo sguardo rivolto alla GMG di Madrid (Izzo)

Dopodomani la visita del Papa a Sulmona. Tra gli appuntamenti, l'incontro con i detenuti. Intervista con il cappellano del carcere, padre Messori

Autogol del NYT nella porta del Papa. Ecco come dà la notizia l'Asca, agenzia di stampa cattolica esaltata dal card. Bertone pochi giorni fa

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Mentre a Roma il Papa viene insultato, a Siena il pallio diventa "islamico" e la curia sa solo balbettare

Politi critica l'idea del nuovo dicastero affidato a Mons. Fisichella perchè la "missione pastorale" spetta ai vescovi del luogo

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La deputata belga Alexandra Colen in un articolo esplosivo accusa sia Daneels e Vangheluwe che alcuni professori di aver favorito la pedofilia con la diffusione per 15 anni di un libro di "catechismo" per le scuole

Lo "strano ribaltone con autogol" del NYT: prima accusava il Vaticano di insabbiare, ora di non avere tolto i processi alle diocesi

Il NYT torna ad attaccare il Papa usando i soliti argomenti. La Santa Sede indica conferenza stampa per spiegare che la CDF è competente dal 2001

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Rileggere il caso Groer per capire lo strano comunicato su Schonborn (Il Foglio)

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Die Welt: Disattesa dal Papa la richiesta dei rappresentanti diocesani di tenere Mixa fuori del territorio della Diocesi

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Un grande abbraccio a Mons. Mixa docile al Pastore Universale e straordinariamente responsabile. I vescovi tedeschi riflettano sulla figuraccia

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA CIRCA L’UDIENZA CONCESSA DAL SANTO PADRE AL VESCOVO EMERITO DI AUGSBURG, S.E. MONS. WALTER MIXA

lntervista all’avvocato della Santa Sede, Lena sulla decisione della Corte Suprema Usa (Radio Vaticana)

Mons. Kurt Koch è il nuovo Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani

Udienza del Papa a Mons. Mixa (Asca, che dovrebbe rettificare le inesattezze) Incontro anticipato rispetto alle indiscrezioni di stampa :-)

“Schönborn non fu castigato, il Papa sulla pedofilia è ok”, dice Vienna. Al telefono con la sede vescovile al centro delle polemiche (Rodari)

Arriva a Roma Marc Ouellet, l’uomo che farà i vescovi (e non solo quello). Il commento di Paolo Rodari
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IL CASO GROER, LA RICOSTRUZIONE DEL VATICANISTA DELL'AGI SALVATORE IZZO

Salvatore Izzo

Le voci su Groer erano in circolazione da un paio d'anni e il cardinale si era sempre rifiutato di rispondere pubblicamente alle accuse che gli venivano mosse.
Dapprima i suoi colleghi vescovi lo difesero, respingendo le "calunnie" e gli "attacchi anticlericali".
Una linea in quel momento sostanzialmente condivisa da Giovanni Paolo II. Quando le accuse, affidate ai giornali, divennero pero' piu' circostanziate e gravi (oltre che di abusi sessuali, si parlava dell'utilizzo della confessione come mezzo di "approccio"), il Papa corse ai ripari e mostrando di fatto di accoglierle nomino' nel 1995 un coadiutore nella persona dell'allora vescovo ausiliare Schoenborn, cui conferi' cosi' i pieni poteri sull'arcidiocesi. Poi dopo pochi mesi accolse le dimissioni di Groer da arcivescovo di Vienna e presidente della Conferenza Episcopale, incarico al quale era stato da poco rieletto. Il 29 giugno 1996 Schoenborn - che nella primavera dello stesso anno aveva predicato gli esercizi spirituali in Vaticano e dunque godeva di rispetto stima e considerazione - ricevette da Giovanni Paolo II il pallio, simbolo del legame tra i metropoliti e la Sede Apostolica. E nel primo concistoro dopo la nomina arcivescovile, che ebbe luogo due anni dopo, cioe' nel 1998, fu creato cardinale.
Travolto dalle accuse, quello stesso anno, in gennaio, Groer si dimise anche da priore di un monastero benedettino da lui fondato. E il 27 febbraio, quattro dei cinque membri del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale (tra i quali il presidente, mons. Johann Weber, e l'arcivescovo di Vienna, Schoenborn) dedicarono al "caso" una lunga dichiarazione nella quale affermarono anzitutto di condividere il dolore dei cristiani "che devono sopportare la critica e lo scherno verso la Chiesa".
"La nostra Chiesa - scrissero i presuli austriaci - proclama una morale sessuale esigente. Quando un vescovo viene accusato di gravi mancanze contro questa morale a danno di giovani che gli erano stati affidati, non basta la riconciliazione che si ottiene nella confessione. L'accusato deve dire apertamente e inequivocabilmente di essere innocente o chiedere pubblicamente perdono, il che comportera' nella maggior parte dei casi anche la rinuncia al proprio ufficio. Il cardinale Groer non e' ricorso in modo chiaro a nessuna delle due possibilita'... Noi abbiamo ora la certezza morale che gli addebiti mossi all’arcivescovo emerito cardinale Hans Hermann Groer sono sostanzialmente veritieri.
Dobbiamo sopportare il suo silenzio, ma non possiamo personalmente tacere, se vogliamo rendere giustizia alla nostra responsabilità nei riguardi della Chiesa".
In marzo, l'abate primate dei Benedettini, lo statunitense Marcel Rooney, compi', per incarico della Congregazione vaticana dei religiosi, una visita canonica all'abbazia di Goettweig. In seguito ai suoi accertamenti e al documento dei vescovi, in aprile, durante la Settimana Santa, il Papa mando' il cardinale Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia, a parlare con Groer.
Il martedi' dopo Pasqua, attraverso la Nunziatura apostolica di Vienna, Groer pubblico' un breve comunicato che fu diffuso anche dalla Sala Stampa della Santa Sede: "Nei tre anni passati vi sono state numerose asserzioni spesso non corrette sulla mia persona. Io prego Dio e gli uomini di perdonarmi, se in qualche modo mi sono reso colpevole.
Naturalmente sono pronto ad acconsentire alla richiesta del Santo Padre di rinunciare all’insieme delle attivita' da me finora svolte". Rinunciando cosi' alle prerogative del cardinalato e dell'episcopato, Groer si ritiro' poi in un convento di suore a Dresda (Germania).
Dunque e' vero che Papa Wojtyla attese forse troppo per convincersi della veridicita' delle accuse - peraltro davvero incredibili - mosse a Groer. Ma e' vero anche che gia' nel 1995 nomino' proprio il suo accusatore Schoenborn prima coadiutore, esautorando di fatto il benedettino sospettato di pedofilia, e poi arcivescovo e cardinale.
Cosi' se oggi Schoenborn ha ragione a lamentare che all'inizio non era stato ascoltato (se non da Joseph Ratzinger che risulto' forse in minoranza) non si puo' dire che Papa Wojtyla e i suoi collaboratori alla fine non gli credettero.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Purtroppo dopo "Il caso Groer" la Chiesa austriaca sotto la guida di Schonborn-"dialogante" piano,piano e caduta nelle mani dei progressisti...

Angel