martedì 13 luglio 2010

Il colpevole Polanski e l'innocente Papa Benedetto: lo showbiz di sinistra mostra la sua ipocrisia (Monumentale commento di Cristina Odone)

Clicca qui per leggere lo straordinario commento di Cristina Odone segnalatoci da Mariateresa ed Alessia. Qui una traduzione.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno Raffaella,
proprio "straordinario" non mi pare: ha fatto solo 2+2.
O forse avere l'onesta' di fare 2+2 ormai e' diventato un fatto straordinario? :)

Raffaella ha detto...

Si', di questi tempi 2+2 fa 3 se c'e' di mezzo il Papa.
R.

Fabio ha detto...

L'IPOCRISIA E LA STUPIDITA' DELLA
DELLA STAMPA LAICISTA A PROPOSITO DEL CASO POLANSKI:
I GIUDICI CHE ATTACCANO LA CHIESA SONO BRAVI
VANNO ALLA RICERCA DEL SUCCESSO MEDIATICO SE CONDANNANO UNO STUPRATORE DI BAMBINE
http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo461410.shtml

"Alla fine non ce l'ha fatta a sfuggire alla vicenda giudiziaria che lo ha inseguito fin dal 1978, quando abbandonò gli Stati Uniti proprio per evitare il processo e si trasferì a Parigi. L'accusa era quella di aver violentato nel 1977, nella casa di Jack Nicholson, una bambina di 13 anni. Di questo, negli ultimi anni, è tornata a parlare Samantha Geiger, la giovane stuprata da Polanski , che oggi è una donna sposata e vive nelle Isole Hawaii. In un'intervista alla rivista americana Vanity Fair, ha dichiarato di non serbare più rancore al regista. "Ho una vita felice e altrettanto auguro a Polanski ", ha detto.

Lo stupro avvenne nell'estate 1977 , dopo che Polanski invitò la giovane per un servizio fotografico nella villa californiana di Nicholson, promettendole una carriera da modella. Condotto l'8 agosto 1977 davanti al giudice di Santa Monica, Lawrence Rittenband, deceduto nel 1993, il regista ammise le sue responsabilità, ma il giorno prima che venisse emessa la sentenza scappò precipitosamente in Europa. Adesso Samantha Geimer spiega di aver compreso già allora le ragioni di quel gesto, poiché "anche se ero giovanissima, mi resi conto che Polanski non avrebbe avuto un processo equo. Fin dall'inizio il giudice aveva affermato di volerlo sbattere in galera per 100 anni". A dar fastidio a Samantha fu soprattutto la smania di protagonismo del giudice, che "voleva un processo mediatico".
CHE SCHIFO!!!!!!

Luisa ha detto...

La mia amata Svizzera che si fa piccola, piccola, abbassa la testa, le ginocchia e quant`altro ancora, di fronte agli Stati Uniti, quando si tratta di soldoni, ma che alza fieramente la testa, si raddrizza e dice NO alle autorità americane, quando si tratta di difendere Polansky.
E penso a color che sono intervenuti per difendere Polansky, persone che non nascondono i loro penchants efebofili, come il ministro della cultura francese, uomini politici e di spettacolo che avevano firmato petizioni in favore di pedofili nei gloriosi anni postsessantottini, anni in cui si pretendeva la libertà sessuale totale senza freni.
Sempre nella mia cara Svizzera, gli stessi che hanno trovato un cavillo giuridico per giustificare la loro decisione su Polansky, pretendono che la Chiesa, la CES dia una lista di tutti i preti pedofili, si sono accaniti contro la Chiesa, eppure anche quei crimini, odiosi certo,risalgono a 30....40 anni fa.
Non è un buon messaggio che il governo svizzero fa passare attraverso questa decisione, anzi è pessimo.

Anonimo ha detto...

Cara Luisa, forse la Svizzera non s'è desta, ma è il governo statunitense che da quando va d'amore e d'accordo con gli intellettuali non gli va di inimicarseli. Tant'è che nemmeno presenta appello. Eufemia