giovedì 15 luglio 2010

Il Vaticano pubblica norme più severe contro i preti pedofili. La confidenzialità non significa nascondere qualcosa alle autorità civili (Izzo)


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Vaticano, nuove norme contro gli abusi sessuali (Avvenire)

Pedofilia, giro di vite in Vaticano (Repubblica)

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PRETI PEDOFILI: VATICANO PUBBLICA NORME PIU' SEVERE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 15 lug.

La Congregazione della Dottrina della fede ha pubblicato oggi nuove norme sugli abusi sessuali che, spiega il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, "prevedono in particolare procedure piu' rapide per affrontare con efficacia le situazioni piu' urgenti e gravi, e permettono l'inserimento di laici nel personale dei tribunali; portano la prescrizione da dieci a venti anni, equiparano l'abuso su persone con limitato uso di ragione a quello sui minori, introducono il delitto di pedopornografia".
"Si ripropone - aggiunge Lombardi - la normativa sulla confidenzialita' dei processi, a tutela della dignita' di tutte le persone coinvolte". Inoltre, precisa il portavoce vaticano, "trattandosi di norme interne all'ordinamento canonico, di competenza cioe' della Chiesa, non trattano l'argomento della denuncia alle autorita' civili".
"Tuttavia - chiarisce Lombardi - l'adempimento di quanto previsto dalle leggi civili fa parte delle indicazioni impartite dalla Congregazione per la Dottrina della Fede fin dalle fasi preliminari della trattazione dei casi di abuso, come risulta dalle 'Linee guida' gia' pubblicate in merito".
La Congregazione per la Dottrina della Fede "sta anche lavorando a ulteriori indicazioni per gli episcopati, affinche' le direttive da essi emanate in tema di abusi sessuali su minori da parte del clero o in istituzioni connesse con la
Chiesa siano sempre piu' rigorose, coerenti ed efficaci".
Le nuove norme sono contenute in una Lettera indirizzata ai vescovi di tutto il mondo che e' in attuazione del motu proprio di Giovanni Paolo II "Sacramentorum sanctis tutela" che nel 2001 stabili' la competenza della Congregazione della Dottrina della Fede sui "delitti piu' gravi". "Le norme dell'ordinamento canonico per trattare i delitti di abuso sessuale di membri del clero nei confronti di minori sono state pubblicate oggi - rileva padre Lombardi - in forma organica e aggiornata, in un documento che si riferisce a tutti i delitti che la Chiesa considera eccezionalmente gravi e che percio' sono sottoposti alla competenza del Tribunale della Congregazione per la Dottrina della Fede: oltre agli abusi sessuali si tratta di delitti contro la fede e conto i sacramenti dell'eucarestia, della penitenza e dell'ordine".

© Copyright (AGI)

PRETI PEDOFILI: S.SEDE, NORME CONFIDENZIALITA' NON PER NASCONDERE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 15 lug.

Le nuove norme, ha chiarito il portavoce vaticano, padre Lombardi, ribadiscono "la normativa sulla confidenzialita' dei processi, a tutela della dignita' di tutte le persone coinvolte, ma questo non significa che si vuole nascondere qualcosa alle autorita' civili".
La Congregazione della Dottrina della fede, cioe', mantiene separate le due diverse giurisdizioni, quella della Chiesa e quella dello Stato e per questo non si dice nulla sull'obbligo, che puo' esservi, a denunciare i reati alle autorita' pubbliche.
"Riguardo alla collaborazione con le autorita' civili, bisogna tener conto - ha affermato padre Lombardi - che le Norme ora pubblicate sono parte dell'ordinamento penale canonico, in se' completo e pienamente distinto da quello degli Stati. A questo proposito si puo' tuttavia far notare quanto scritto nella gia' ricordata 'Guida alla comprensione delle procedure' pubblicata sul Sito della Santa Sede". "In tale Guida, infatti, c'era l'indicazione a dare sempre seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorita' preposte". Per Lombardi, "cio' significa che nella prassi proposta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede occorre provvedere per tempo ad ottemperare alle disposizioni di legge vigenti nei diversi Paesi e non nel corso del procedimento canonico o successivamente ad esso".
"La pubblicazione odierna delle Norme - secondo il portavoce della Santa Sede - da' un grande contributo alla chiarezza e alla certezza del diritto in un campo in cui la Chiesa e' fortemente impegnata oggi a procedere con rigore e con trasparenza, cosi' da rispondere pienamente alle giuste attese di tutela della coerenza morale e della santita' evangelica che i fedeli e l'opinione pubblica nutrono verso di essa, e che il Santo Padre ha continuamente ribadito. Naturalmente - ha concluso Lombardi - occorrono anche molte altre misure ed iniziative, da parte di diverse istanze ecclesiali".

© Copyright (AGI)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Come opinavo grossolanamente in un precedente post, ci sono diversi motivi per cui un obbligo generalizzato ed universale di denuncia all'autorità civile sarebbe assurdo. Chi lo invoca dimostra o ignoranza demagogica o malafede.
Cito solo alcuni motivi:
1) l’ordinamento canonico e quello statuale sono completamente separati e distinti. Non avrebbe senso che la CDF disponesse un obbligo civile. Saranno le autorità dei singoli stati a decidere se introdurlo o meno. Tanto più che né il Vescovo né il Superiore religioso sono pubblici ufficiali.
2) molti stati nel mondo hanno ordinamenti giudiziari barbari, privi delle minime garanzie processuali o addirittura persecutori nei confronti di alcuni o tutti i gruppi religiosi;
3) i rapporti omosessuali portano ufficialmente ancora alla pena di morte in sette nazioni: Arabia Saudita, Iran, Mauritania, Sudan, Somalia, Somaliland e Yemen. In Iran nel 2005 sono stati impiccati due minorenni omosessuali. Considerata la qualità della giustizia in alcuni paesi, potrebbe facilmente essere condannato a morte non solo un sacerdote innocente accusato di abuso omosessuale ma addirittura una vittima minorenne, ove il giudice lo ritenesse un “rapporto consenziente”.
4) molte volte, come abbiamo visto, le vittime preferiscono rivolgersi all'autorità canonica perché il sacerdote sia laicizzato o privato di funzioni pastorali, e non coinvolgere la magistratura civile. In questi casi l'obbligo di denuncia civile ostacolerebbe l'emersione dei fatti anziché agevolarla.

Alberto

Anonimo ha detto...

Oltre alle giuste annotaziono di Alberto va anche considerato che non tutti i delitti contemplati nella normativa sono reati per gli Stati.

Antonio