venerdì 6 agosto 2010

Osservatore Romano: chierichetti risposta concreta e positiva alle accuse, vere e false, che la Chiesa si è vista lanciare in questi mesi


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Pedofilia/ 'O.Romano': Chierichetti risposta a accuse vere o false

Forse parroci contrari ma importante presenza 'chierichette'

I chierichetti "allegri, festanti e fieri del loro ruolo" ricevuti in udienza dal Papa in occasione del loro pellegrinaggio "sono stati, non certo nell'intenzione ma di fatto, una risposta concreta e positiva alle accuse, vere e false, che la Chiesa si è vista lanciare in questi mesi": l''Osservatore romano' torna così a tracciare un legame tra lo scandalo della pedofilia e la presenza dei giovani 'ministranti' europei a Roma.
"Anche se forse molti parroci si sono rassegnati alle chierichette solo in assenza di ragazzi disponibili - scrive Lucetta Scaraffia in un editoriale di prima pagina intitolato 'A scuola dai chierichetti' - per le giovani superare questa frontiera è stato molto importante, e così infatti è stato compreso: lo dimostra la presenza di una maggioranza femminile al decimo raduno dei ministrantes che si è appena svolto alla presenza del Papa.
Per le ragazze entrare nello spazio dell'altare ha significato la fine di ogni attribuzione di impurità al loro sesso, ha significato la possibilità di vivere anch'esse questa esperienza formativa di straordinaria importanza nell'educazione religiosa, ha significato un'attenzione diversa alla liturgia e un avvicinamento alla fede nell'accostarsi al suo stesso cuore".

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2 commenti:

sonny ha detto...

O.T.
Ne abbiamo parlato ieri. Da Rome reports

http://www.youtube.com/watch?v=JmyB_B0CNjI

Vatykanista ha detto...

[L'Ausiliare di Salisburgo contro la 'Love Parade']


Österreich/Deutschland

Der Salzburger Weihbischof Andreas Laun nennt die „Love-Parade“ „objektiv eine Art Aufstand gegen die Schöpfung und gegen die Ordnung Gottes“. Die Teilnahme an ihr sei „Sünde und Einladung zur Sünde“. In einem Kommentar für das Nachrichtenportal kath.net schreibt Laun, niemand könne „ohne Erschütterung von dem Unglück in Duisburg hören und ohne Mitleid bleiben für die Toten und vor allem auch deren Eltern und andere Angehörigen“. Es stehe auch „keinem Menschen zu, über die Toten zu urteilen und darüber hinaus zu behaupten, ihr Tod sei eine „Strafe Gottes“ für die Sündigkeit der Love-Parade“. Dennoch dürfe man sich nicht weigern, „anzuerkennen, dass die Loveparade, abgesehen von ihrem krankhaften Erscheinungsbild, auch mit Sünde zu tun haben könnte und darum, folgerichtig, auch mit dem richtenden und strafenden Gott“. (kath.net/rv)