lunedì 16 agosto 2010

Peloso muove gravi accuse alla curia romana sulla lotta alla pedofilia ed in particolare sul caso dei vescovi irlandesi

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Mi pare che Peloso accusi la curia di frenare la spinta riformatrice del Papa, almeno nell'articolo sul Secolo XIX. In fondo e' quello che pensiamo tutti e possiamo anche immaginarcene la ragione.
Dispiace dover leggere che qualcuno pensa che la linea della "tolleranza zero" sia finita. La colpa comunque e' del silenzio dei "Sacri" Palazzi.
Se in Vaticano qualcuno ritiene di rispondere adeguatamente a queste accuse (sono scritte in italiano, non in inglese...) e' questo il momento. In caso contrario faccia pure cio' che crede visto che sprecare fiato e lettere della tastiera e' inutile. Alla fine, quando tutti i fedeli si saranno stufati, non ci sara' piu' nulla su cui ribattere
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15 commenti:

don Marco (oncologo) ha detto...

veramente alla fine dice che il papa è l'unico che si rifiuta di rimuovere il cancro....
povero papa......

Raffaella ha detto...

Si', purtroppo e' l'opinione che gira sui media irlandesi.
Non possiamo fare nulla. Chi puo' e deve difendere il Papa se ne infischia.
Ricordo ancora la vibrante invocazione di Giovanni Paolo II ad Agrigento: verrà il Giudizio di Dio!
Verra' anche per chi potrebbe fare qualcosa per aiutare il Santo Padre ma non ha intenzione di muovere mezzo dito mozzo.

R.

Anonimo ha detto...

Che al curia abbia tutto l'interesse a bloccare, o quantomano circoscrivere, l'impegno del Papa a ripulire la Chiesa è un dato di fatto, ancor più evidente dopo Fatima. Peccato che Peloso abbbia rovinato la prospettiva, riferendosi a Martin (stavo per aggiungere una i, eheh) con due aggettivi di troppo: riformista e liberal.
Alessia

Anonimo ha detto...

Ma che c'entra Mixa coi pedofili? E i due vescovi sono stati discolpati dal rapporto Murphy. Se poi Martin vuole ausiliari diversi potrebbe farlo con più tatto. E da quando Rodari se n'è andato dal Riformista uno serio non l'hanno trovato. Eufemia

Raffaella ha detto...

Concordo, cara Alessia!
Qui il discrimine non e' tra i conservatori ed i progressisti ma fra i clericali che vogliono coprire e gli illuminati che vogliono una vera riforma della Chiesa che possa sostenere il mondo.
Sia detto per inciso: anche Danneels passa per liberal.
R.

Anonimo ha detto...

Insomma, due pezzi a stento buoni come carta da pesce. Visto che ha ricordato Mixa, scagionato dalle accuse, perché dimentica, per esempio, le accuse rivolte al liberal Zollitsch, perché dimentica che le nome più dure sono venute grazie alla spinta del card. Ratzinger nel 2001.
I due ausiliani di Dublino sono stati scagionati dal rapporto Murphy, ergo, i motivi per volerli segare devono essere altri, se al'ex curiale Martin, che pare essersi alienato gran parte della conferenza episcopale irlandese, non sta bene si dimetta lui per protesta.
Dulcis in fundo, estremamente riduttiva e in malafede la lettura che ha dato delle nuove norme emanate dalla CdF
Alessia

Anonimo ha detto...

Ti segnalo questo articolo pesantemente contro l'arcivescovo Diarmuid Martin, a cui sono allegati vari altri link. Ovviamente non sono in grado di dirti quale valore possa avere questo link che ho trovato, pensa un po' in un articolo su America come primo commento e che loro hanno pubblicato.(http://www.americamagazine.org/blog/entry.cfm?id=18280115-3048-741E-8254709911832915)
In ogni caso questo il link: www.irishsalem.com/ vedi alla voce Individuals, Politicians Bishops and Others e anche alle voci accused, accusers, writers and journalists.
Ti consiglio anche di leggere ciò che l'autore scrive di se stesso in "about me".
E' materiale piuttosto pesante sulla cui veridicità non mi promuncio, che però ci fa capire quanto enorme sia il dramma, quante speculazioni e interessi esso attiri, quante vite abbia rovinato e continui a rovinare e quanto l'intera faccenda sia lontana da una conclusione.
Insomma, cara Raffa, da prendere con le molle.
Alessia

Raffaella ha detto...

Grazie, Alessia!

Anonimo ha detto...

Questo blog è sorto di supporto a Benedetto XVI. Questo è chiaro. Questo, come cattolici, non ci deve impedire di "ragionare sulle decisioni vaticane". Fatte salve alcune possibili, rare eccezioni non mi sembra sempre corretto il metodo del blog e di molti amici del blog, ogni volta che la Chiesa Cattolica, ai suoi vertici, assume qualche decisione, che noi piccoli ignoranti fedeli non comprendiamo, non approviamo, troviamo illogica, sbagliata, contradditoria, controproducente, "apparentemente poco in linea con la nostra percezione della morale cristiana", attribuire sempre la colpa ai gerarchi che gravitano attorno al Papa.
il Santo Padre è, nell'ambito religioso cattolico, un sovrano assoluto e può decidere e sono convinto che decida spesso da solo, senza dover rendere conto ai suoi subalterni, delle scelte che opera.
Quindi amici cari, e Raffaella carissima, non lasciamoci "fuorviare" da pregiudizi del tipo: "quando una scelta ci piace, è sempre merito del Papa; quando una sua decisione, che a nostro avviso, secondo la nostra onesta capacità di valutazione e comprensione, non ci piace, la colpa è dei suoi subalterni, che "gli confondono le idee e lo dirottano su strade sbagliate o discutibili".
Così dicendo disonoriamo la figura del Papa, facendolo apparire come un inabilitato giuridico, bisognoso di un curatore.
Mi sembra più onesto, che con prudenza e delicatezza, si abbia il coraggio, talvolta, di affermare pubblicamente (credo che in fondo sia un dovere dei cattolici per il bene effettivo della Chiesa) che alcune decisioni, che in ultima analisi fanno capo a Lui e che sicuramente deve aver approvato come Vicario di Cristo (come nella vicenda dei vescovi riabilitati), non le riteniamo giuste. Punto e basta! Non è disdicevole per un cattolico esprime un dissenso anche verso il Vicario di Cristo, su materie che nion siano dottrinali, teologali o liturgiche.
Sulle altre questioni, legate alle fragilità terrene, con le dovute maniere, si può anche dissentire. Una chiesa di "pecoroni" non serve al cristianesimo.

Raffaella ha detto...

Mi dispiace ma sulla pedofilia il Papa e' stato chiarissimo fin da subito.
Qui non si discute la colpevolezza o l'innocenza dei due vescovi, ma il comportamento del Vaticano (non del Papa) che non spiega certe decisioni e che lascia montare polemiche inutili.
Non spetta al Papa ma alla segreteria di stato ed uffici connessi intervenire laddove e' necessario.
R.

Anonimo ha detto...

Il rapporto Murphy scagiona i due vescovi dall'accusa di insabbiamento. Perché dovrebbero essere accettate le loro dimissioni, dunque? La lotta alla pedofilia non deve diventare una caccia alle streghe volta a dare in pasto un colpevole ai media e non deve neppure essere un trampolino di lancio per ambizioni carrieristiche o un facile sistema per liberarsi degli avversari. Questo, se possibile, può solo creare più macerie. Il compito del Vaticano sarebbe stato quello di motivare la giusta decisione del Papa e l'arcivescovo Martin non avrebbe dovuto avere la scorrettezza di inserirla in una lettere ai preti. Anzi, lui per primo o in concerto con il Vaticano avrebbe dovuto spiegare.
Alessia

Abelardo ha detto...

Ma chi è 'sto Peloso?

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella,
Il Card.Bertone, come segretario di stato, non mi ha mai entusiasmato.
Questo non mi impedisce, in onestà di pensiero di ritenere sbagliato il sillogismo utilizzato spesso da Te e da Altri apprezzabili inserzionisti del Blog, che cioè:
- se una qualche decisione di natura religiosa o morale del Vaticano risulta gradita a Te, agli inserzionisti, a noi fedeli cattolici, essa è merito della lungimiranza del Papa;
- viceversa, se qualche decisione della stessa natura e provenienza risulta sgradita agli inserzionisti ed a parecchi di noi fedeli "l'errore" è dovuto scelte inadeguate dei vari Bertone, Lombardi, Crociata, Vallini e chi più ne ha più ne metta.
Vorrei tanto invitarti a ben riflettere su questo aspetto, perché se si analizzino le questioni "con prevenuto occhio partigiano" si commette l'errore di diventare giudici parziali, quindi giudici "del blog" predisposti ai giudizi settari e dquilibrati.

Raffaella ha detto...

Come gia' ripetuto piu' volte, qui non si discute la decisione di non accettare le dimissioni dei due vescovi.
Anzi! Visto che essi sono stati scagionati va applaudita la decisione di lasciarli al loro posto.
Qui si contesta il fatto che alle domande precise della stampa la Santa Sede ha preferito non rispondere.
Spiegare certe decisioni non e' compito del Papa ma dei suoi collaboratori. Altrimenti qual e' la loro funzione? Siamo di fronte ad un argomento (la pedofilia nella Chiesa) molto delicato.
Per rispetto alle vittime si poteva e si doveva dire qualcosa.
R.

Anonimo ha detto...

Il "Ferrini da Cesana" (in arte Maurizio Ferrini, comico) sulla questione del silenzio vaticano direbbe: "E' il silenzio stesso che lo dice" (cioè che lo spiega); probabilmente i vescovi, che prima avevano chiesto scusa ai loro fedeli, sono stati scagionati "e dirottati su un binario morto" perché nella gestione "dei casi di pedofilia" avevano usato lo stesso criterio usato da molti esponenti di alto profilo della Chiesa. In altre parole essi non si sentivano più colpevoli di altri, secondo il noto proverbio che "mal comune mezzo gaudio". In ipotesi ritengo che il vaticano, se avesse tentato di spiegare "l'aggiustamento", sarebbe stato aggredito da folle inferocite di fedeli irlandesi, europei ed italiani che considerano una "devianza bestiale" la pedofilia, soprattuto per esponenti di una religione "etica".
Così il Vaticano ha preferito utilizzare "una linea di condotta già ampiamente sperimentata in passato": non dire nulla, scegliendo il supposto male minore, sperando che "il tempo leni le ferite e faccia dimenticare qualche colpa".
Questo, Cara Raffaella, è probabilmente quanto è successo.
La tua "lodevole ostinazione" a chiedere a qualcuno del Vaticano di "fornire qualche spiegazione" in merito ai due vescovi riabilitati, credimi, lascia il tempo che trova. il Vaticano, evidentemente con l'accordo del Papa, ha scelto la "linea del silenzio". Sarà giusta o sbagliata?
Ai posteri l'ardua sentenza. A me, non è piaciuta. Però non è una novità che il Vaticano, su fatti poco piacevoli attribuiti, a torto o a ragione, a qualche esponente di rilievo della Chiesa Cattolica entra in "un mutismo totale". La Chiesa pensa sempre ai "tempi lunghi", anche quando gli eventuali errori "disturbano" l'etica dei tempi brevi.
J.Maynard keynes diceva: "nei tempi lunghi saremo tutti morti"; ma alla Chiesa, di giustificarsi nei tempi brevi, non piace molto.
Ricordi il caso degli immobili Card. Sepe; ne hai più saputo qualcosa?
Dunque resta con "i piedi per terra"!