giovedì 12 agosto 2010

Ulteriori particolari sul "caso" dei vescovi irlandesi nel post di Andrea Tornielli


Vedi anche:

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Abusi, il caso irlandese e quelle decisioni da spiegare (Tornielli). Da sottoscrivere ed incorniciare

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Quei principi laici della Chiesa (Filippo Di Giacomo)

L'altro Risorgimento (Angela Pellicciari)

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I vescovi irlandesi Walsh e Field furono coinvolti dal "rapporto Murphy" che però rivelerebbe la loro innocenza

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Mons. Burke: nella Messa tridentina non sono ammesse "chierichette" nè laici che distribuiscono la Comunione

Avvenire intervista Michele Serra: l'ateo che sta con Don Camillo (Salvarani)

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Tre milioni di contatti al giorno per il sito internet del Vaticano (Izzo)

A colloquio con monsignor Ruiz, responsabile del servizio internet del Vaticano: Un clic per entrare nella casa del Papa (Biccini)
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Mi permetto di riportare per intero il post di Andrea Tornielli. Seguira' un commento specifico con le prime considerazioni che si possono trarre dalla vicenda:

Abusi, il caso irlandese e quelle decisioni da spiegare

Come sapete Benedetto XVI avrebbe respinto le dimissioni rassegnate nel dicembre scorso da Eamonn Walsh e Raymond Field, due vescovi ausiliari di Dublino, citati nel rapporto Murphy dedicato allo scandalo degli abusi sessuali. La decisione vaticana di mantenerli come vescovi ausiliari è stata resa nota in un brevissimo passaggio di una lettera inviata il 10 agosto dall’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, al clero della diocesi. Martin, fautore della tolleranza zero contro i preti macchiatisi di abusi, nella lettera parla di molte altre cose, ma a far notizia, com’era comprensibile, è stato quell’annuncio tra le righe, rilanciato ieri da «The Irish Catholic». Eamonn Walsh e Raymond Field erano stati rispettivamente il terzo e il quarto vescovo irlandese a rassegnare le dimissioni in seguito agli scandali di pedofilia avvenuti in Irlanda tra il 1975 e il 2004 e rivelati dal rapporto della commissione Murphy. «La nostra speranza – avevano detto - è che questo atto contribuisca a riportare la pace e la riconciliazione di Gesù Cristo alle vittime degli abusi sessuali. Chiediamo di nuovo scusa a tutti», avevano dichiarato i due prelati, motivando così il loro gesto e precisando allo stesso tempo che il rapporto, pur coinvolgendoli, rivelava la loro innocenza. In effetti non ci sono accuse specifiche che li riguardino, anche nella gestione dei casi. La decisione ha provocato una valanga di polemiche nel mondo anglosassone: tutte le associazioni delle vittime hanno protestato, i giornali inglesi, scozzesi, irlandesi sono pieni di commenti negativi che non rappresentano certo un buon viatico per la prossima visita di Benedetto XVI. Un problema è rappresentato dalla differenza di trattamento riservata a un altro (ex) vescovo ausiliare di Dublino, James Moriarty, che si era dimesso come gli altri due, ma le cui dimissioni erano state invece accettate. Perché Moriarty sì e gli altri due no? Questa è la domanda che in molti si fanno e alla quale, forse, sarebbe stato opportuno rispondere da parte della Santa Sede. Sembra infatti che nei sacri palazzi non ci si renda ben conto di quanti danni possano causare ai semplici fedeli decisioni non opportunamente spiegate. Perché, dunque, si è stabilito di non accettare le dimissioni dei due vescovi? Da quanto apprendiamo, la ragione principale della differenza di trattamento sarebbe questa: Moriarty annunciando le dimissioni aveva chiarito che si trattava di una decisione irrevocabile. Eamonn Walsh e Raymond Field, invece, dopo aver pubblicamente annunciato e presentato le dimissioni, hanno inviato in Vaticano delle memorie difensive con le quali hanno spiegato di non aver avuto alcuna responsabilità nella gestione dei casi di abuso. Di fatto, questa difesa è apparsa come una ritrattazione della decisione annunciata. In altre parole, ci si può chiedere se davvero il Papa abbia deciso di respingere le dimissioni o se piuttosto queste dimissioni siano state di fatto ritirate dagli stessi interessati. Ma nella sua lettera al clero, l’arcivescovo Martin ha spiegato che gli incarichi dei due vescovi saranno rivisti e il loro ruolo ridimensionato: una notizia e una decisione - presa evidentemente dalla Santa Sede - alla quale non si è data sufficiente attenzione.

http://blog.ilgiornale.it/tornielli/2010/08/12/abusi-il-caso-irlandese-e-quelle-decisioni-da-spiegare/

1 commento:

Anonimo ha detto...

Considerando che la polemica, strumentale come sempre, parte dalle isole britanniche, forse Martin stesso doveva spiegare bene le cose (che senz'altro sarà meglio informato di chi sta a Roma). O si deve pensare che lui preferisce fare il duro e puro per altri motivi? Eufemia