martedì 5 ottobre 2010

A Palermo Benedetto XVI ha scritto una pagina nuova per la Chiesa e per la società siciliane (Di Fazio)

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Ratzinger spiazza tutti. Il Papa ha toccato il cuore dei siciliani. E, in particolare, dei giovani (Di Fazio)

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Domenica il Vaticano conquistava la prima pagina dei giornaloni con la polemica per la bestemmia del premier, oggi stesso copione per il Nobel britannico. Manca lunedì...ah già! C'era solo il Papa in Sicilia!

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Mons. Celli: specifica missione della stampa cattolica è quella di dare una rigorosa e corretta informazione religiosa soprattutto quando quella offerta dalla stampa laica è poco oggettiva e fuorviante (Izzo)

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I siti dei giornaloni inzuppano il pane nella polemica sul Nobel della provetta. Nessuna attenzione per la visita del Papa a Palermo e per il trapianto rivoluzionario nell'ospedale Bambino Gesù?

Vian: la maggioranza dei media italiani sembra non avere valutato la visita del Papa a Palermo per quello che veramente si è dimostrata (Izzo)

La visita del Papa in Sicilia e la "disattenzione" dei media nell'editoriale di Giovanni Maria Vian

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I giovani palermitani ringraziano il Papa per il motu proprio "Summorum Pontificum"

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Il coraggio di sognare assieme al Santo Padre (Roberto Sauerborn)

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Il dolore del Papa per Ivan, il bimbo palermitano morto nel rogo della sua abitazione

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I dati dell'inarrestabile crescita della Fraternità San Pietro

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Nelle dichiarazioni, poi ritrattate, di Anna Santoro (Addiopizzo junior) il marchio dello stereotipo e del pregiudizio contro Benedetto XVI

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Il Papa ai giovani: Non abbiate paura di contrastare il male! Insieme, sarete come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutto (Tornielli)

Il Papa incoraggia la Sicilia ed ai giovani rammenta: non cedete alle suggestioni della mafia che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo (Izzo)
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«E' solo con la fede che potete rendere più bella la Sicilia»

Ratzinger spiazza tutti parlando al cuore dei siciliani. E a seguirlo sono in 400mila

Giuseppe Di Fazio

nostro inviato

Palermo.

Papa Ratzinger spiazza tutti. Sindacati e politici, ecclesiastici e laici «impegnati», esperti di statistica e giornalisti.
Partiamo dai numeri. Si aspettavano a Palermo 100 mila fedeli, ma attorno al Papa, con grande sorpresa degli stessi organizzatori, se ne sono radunati circa 400 mila, di cui almeno 50 mila giovani.
E' un fatto. Che contraddice l'immagine di un Pontefice arcigno, lontano dai fedeli.
Il Papa non s'è smentito, invece, nella novità del messaggio che ha offerto ai siciliani.
Nella vigilia della visita a Palermo molti avevano cercato di attirare l'attenzione di Benedetto XVI su questioni particolari: la disoccupazione, il precariato, la mafia, la questione meridionale, la lentezza nell'iter della beatificazione di don Puglisi.
Ciascuno chiedeva (e pretendeva) una risposta, possibilmente in linea con la propria posizione, come se il Papa fosse il responsabile di un'agenzia di risoluzione dei problemi a buon mercato.
Benedetto XVI, apparentemente, non ha risposto ad alcuna di queste domande. E lo ha fatto coscientemente. Non per glissare i problemi, che ci sono e sono gravi (ha citato quanti vivono in una «condizione di precarietà, a causa della mancanza di lavoro, dell'incertezza del futuro, della sofferenza fisica e morale e a causa della criminalità organizzata»). Ma per «condividerli» con la gente di Sicilia e per indicare una via non convenzionale alla loro soluzione. Questa via per il Papa ha un nome semplicissimo, ma spesso dimenticato o accantonato come una cosa risaputa.
E' la fede, vissuta in maniera alta, senza sconti, nella prospettiva della santità. Proprio ai ragazzi Benedetto XVI ha indicato alcuni esempi concreti di giovani del nostro tempo, in gran parte siciliani, che hanno vissuto la fede in maniera convinta e profonda: Rosario Livatino, il giudice ragazzino ucciso dalla mafia; Pina Suriano, la giovane di Partinico militante di Azione cattolica; Maria Carmelina Leone, palermitana, morta diciassettenne comunicando amore pur dentro l'esperienza di una gravissima malattia; Mario Giuseppe Restivo, uno scout di Castelbuono di cui è in corso la causa di beatificazione. Per tutti loro la fede fu «come una leva che muove molto più del proprio peso», e perciò fu in grado di compiere cose impensabili, straordinarie, come, per usare un'immagine evangelica, «sradicare un grande albero e trapiantarlo nel mare».
Nella mentalità corrente (anche in ambito cristiano) si individua normalmente il limite dei cattolici (in politica, nell'imprenditoria, nel mondo accademico, nella scuola) nella loro incoerenza. Come se il problema fosse la difficoltà a «tradurre» in pratica il messaggio evangelico.
Il Papa ieri è andato più alla radice: la questione - ha detto - è la fede, non solo la sua traduzione in pratica. E, rivolto in particolare ai siciliani, ha così proseguito: «La fede vi dona la forza di Dio, per essere sempre fiduciosi e coraggiosi, per andare avanti con nuova decisione, per prendere le iniziative necessarie a dare un volto sempre più bello alla vostra terra».
Chi è radicato nella fede, infatti, è capace di portare nel mondo - secondo Ratzinger - la «forza dirompente del Vangelo». Il Papa ha indicato, a questo proposito, l'esempio dei santi: quelli antichi come Rosalia, Agata e Lucia, e quelli recenti come don Pino Puglisi, ucciso barbaramente dalla mafia nel 1993.
L'insistenza sui modelli positivi, tratti dalla storia recente della nostra Isola, ha permesso a Benedetto XVI di comunicare un'idea elementare: il cristianesimo non è un discorso, o un insieme di regole, ma un'esperienza di vita piena e desiderabile, che è alla portata di tutti.
Questa radicalità di Papa Ratzinger, che va al cuore dei problemi senza teatralità, ha parlato soprattutto al cuore dei giovani che ieri in quarantamila sono venuti tutta la Sicilia per ascoltarlo.
In Benedetto XVI i giovani hanno trovato un padre che prende sul serio le domande del loro cuore, si lascia interrogare da esse e offre alla libertà e alla ragione di ciascuno una ipotesi di risposta.
A Palermo Benedetto XVI ha scritto una pagina nuova per la Chiesa e per la società siciliane.

© Copyright La Sicilia, 4 ottobre 2010

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