mercoledì 6 ottobre 2010

Per la Chiesa Cattolica la legge 40 va difesa in quanto riconosce i diritti del nascituro. Scienza e Vita: tentativo di deligittimare la legge 40. I rabbini divisi sulla eticità della "fivet" (Izzo)

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FECONDAZIONE: CHIESA CONDANNA FIVET MA DIFENDE LA LEGGE 40

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 ott.

"La legge 40, nonostante vari meriti, non puo' essere in alcun modo ritenuta una legge cattolica, ne' e' del tutto conforme alla legge morale naturale".
Lo spiego' bene nel 2004 il card. Camillo Ruini, allora presidente della Cei, auspicando l'approvazione parlamentare del testo. Perche' la norma fosse coerente con la morale cristiana, infatti, avrebbe dovuto mettere al bando di ogni forma di fecondazione sostitutiva dell'atto coniugale.
La legge 40 pero' "puo' ritenersi una legge migliorativa rispetto alla precedente situazione di liceita' della 'provetta selvaggia' e un freno a molti abusi in questo campo". Ed e' questa anche oggi la posizione dei vescovi italiani sulle norme che regolano in Italia la procreazione assistita, confermata da recenti documenti della Santa Sede.
Per la Chiesa Cattolica, cioe', la legge va difesa (e di fatto e' stata difesa dalla Cei nel davanti ai tentativi di modificare la legge in senso peggiorativo, con il suggerimento vincente dell'astensione nei referendum parzialmente abrogativi del 12 e 13 giugno 2005) in quanto riconosce i diritti del concepito, accanto a quelli degli altri soggetti coinvolti. Da questo riconoscimento della dignita' dell'embrione (che per i vescovi e' il principale merito della legge) scaturiscono alcuni divieti della Legge 40 che di fatto sono in sintonia con l'etica cattolica "e soprattutto - insiste in ogni occasione la Cei - con la legge naturale") come il divieto di crioconservazione degli embrioni, di ricerca che comporti il sacrifico di embrioni umani, di clonazione sia a fini riproduttivi che "terapeutici", l'esclusione dalla procreazione medicalmente assistita dei single, delle mamme-nonne, dei defunti (riproduzione post mortem), il divieto di fecondazione artificiale eterologa, il limite massimo di tre embrioni producibili e trasferibili in un unico ciclo, il divieto di revoca all'impianto in utero dell'embrione gia' prodotto, il divieto di eseguire la diagnosi preimplantatoria allo scopo di eliminare gli embrioni eventualmente malati.
Tali limiti - secondo i vescovi - tutelano meglio che in passato la vita e la salute dell'embrione, e contemporaneamente sono attenti alla salute delle donne e all'equilibrio delle coppie.
Al contrario, la Chiesa ritiene che cambiare la legge riporterebbe al cosidetto "far west della procreatica".
In ogni caso resta chiaro pero' che utilizzare la Fivet per la Chiesa e' oggettivamente un "male morale" perche' stacca il momento della procreazione dall'atto sessuale (precisaemnte come avviene anche con la contraccezione che per questo e' coned espone al rischio (una certezza in realta') di sacrficare un gran numero di embrioni. E questo spiega anche le "perplessita'" che in questi giorni hanno salutato, da parte cattolica, il nobel al britannico Edwards.

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FECONDAZIONE:SCIENZA E VITA,ENNESIMO TENTATIVO DELEGITTIMARE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 ott.

Siamo difronte all' "ennesimo tentativo di stravolgere e delegittimare la Legge 40". Cosi' l'Associazione Scienza e Vita, che promosse l'astensione ai referendum del 2005, commenta il rinvio alla Consulta della Legge sulla procreazione.
"Il ricorso alla fecondazione artificiale eterologa - spiega il presidente Lucio Romano - significa la costituzione di una cooperativa genitoriale, con l'immediata separazione tra identita' biologica, identita' sociale e naturale di un figlio. Il divieto di ricorrere alla fecondazione artificiale eterologa risponde a questo elementare criterio di riferimento".
"Era prevedibile - secondo Romano - che dopo l'assegnazione del premio Nobel lo si usasse come strumento mediatico per presentare istanze quali la fecondazione artificiale eterologa. Richieste ampiamente rifiutate anche dalla consultazione referendaria popolare. Il tentativo reiterato di tornare alla situazione antecedente".

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FECONDAZIONE: RABBINI DIVISI SU ETICITA' FIVET

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 5 ott.

Anche per la morale ebraica il compimento dell'atto sessuale e' parte integrante del compimento del precetto biblico "andate e moltiplicatevi" e dunque qualunque ausilio esterno alla coppia non e' etico. Ma ugualmente il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, al referendum del 2005 sulla Legge 40 voto' "si', tranne che al quesito sulla fecondazione eterologa".
E in questi giorni, commentando il nobel al britannico Edwards, ha invitato a "fare distinzione tra una realizzazione scientifica rilevante e le possibilita' che questa apre. Queste possono essere dal punto di vista etico alcune lecite ed altre no, dipende dai sistemi di valutazione che si impiegano.
Sono due aspetti che - per Di Segni - operano distintamente, quella della fecondazione assistita non e' una scoperta scientifica malvagia, anzi e' vero il contrario, quindi si deve operare sulle singole opzioni".
Una posizione "aperta" che Alfredo Mordechai Rabello, docente di diritto ebraico all'Universita' di Gerusalemme, condivide. "Anche alla luce dei progressi compiuti dalla scienza, la maggioranza delle autorita' rabbiniche - spiega - ritiene che la cosa importante sia il risultato finale e quindi vi e' da vedere senz'altro nella nascita di un bambino attraverso l'inseminazione artificiale il compimento del precetto biblico "crescete e moltiplicatevi".
Un altro problema riguarda il divieto di distruzione dello sperma: vi sono autorita' religiose che considerano proibita ogni emissione di sperma che non avvenga durante un comune rapporto sessuale, negli organi genitali della donna e quindi considerano proibita anche questo genere di riproduzione, aggiungendo alcuni anche elementi kabbalistici. "I dilemmi ed i problemi - osserva il giurista - sono molto numerosi, ma dal punto di vista del Diritto ebraico non vi e' una soluzione che sia accettata da tutti. La vita sembra obbligarci a continue scelte, che non sono sic et sempliciter fra bene e male".
Di certo nella Bibbia si legge: "Tuo malgrado tu nasci e tuo malgrado tu muori e tuo malgrado renderai conto (delle tue azioni) davanti al Re di tutti i re, il Santo, Benedetto Egli sia". E dunque, conclude Mordechai Rabello ribadendo la illiceita' della selezione degli embrioni, che la Legge 40 tenta di limitare, "di fronte alla scelta fra la nascita di un bambino con il pericolo che rimanga orfano in giovane eta' o evitare la sua nascita, il bambino preferira' sempre il proseguimento della vita (fatta eccezione nel caso di terribili sofferenze, in cui si preferisce morire anziche' proseguire a vivere) con tutto quello che cio' comporta".

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1 commento:

Anonimo ha detto...

guarda caso il nobel al padre della provetta qualche giorno fa...politici corrotti, magistratura militante, che bel paese.chiaro si tratta di coincidenze e chissà cosa dirà fini o della vedova...magari saliranno nei sondaggi

Max