giovedì 4 novembre 2010

Benedetto XVI su San Carlo Borromeo: ha riformato la Chiesa iniziando dalla propria vita (Radio Vaticana)

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Il Papa: "Proprio di questo abbiamo bisogno anche noi: lasciare entrare le parole, la vita, la luce di Cristo nella nostra coscienza perché sia illuminata, capisca ciò che è vero e buono e ciò che è male; che sia illuminata e pulita la nostra coscienza. La spazzatura non c'è solo in diverse strade del mondo. C'è spazzatura anche nelle nostre coscienze e nelle nostre anime. È solo la luce del Signore, la sua forza e il suo amore che ci pulisce, ci purifica e ci dà la retta via" (Catechesi)

Il Papa: "La spazzatura non c'e' solo in diverse strade del mondo ma in tante anime" (Izzo)

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELL’ASSEMBLEA PLENARIA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA E DEL XII VOLUME DELL’OPERA OMNIA DI JOSEPH RATZINGER

Il Papa: le parole, la luce di Cristo tolga la “spazzatura” dalle nostre coscienze (AsiaNews)

Il Papa: Abbiamo bisogno lasciare entrare la luce di Cristo nella propria coscienza, in modo che capisca ciò che è vero e ciò che è male, perché sia illuminata e pulita (Apcom)

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Benedetto XVI su San Carlo Borromeo: ha riformato la Chiesa iniziando dalla propria vita

San Carlo Borromeo, di cui oggi la Chiesa ricorda la memoria liturgica, “visse in maniera eroica le virtù evangeliche della povertà, dell’umiltà e della castità, in un continuo cammino di purificazione ascetica e di perfezione cristiana”. Diede un esempio splendido “di che cosa significhi operare per la riforma della Chiesa”. E’ quanto scrive Benedetto XVI nel Messaggio indirizzato all’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, nel quarto centenario della canonizzazione di San Carlo Borromeo. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

L’epoca in cui visse San Carlo Borromeo, nato nel 1538 e canonizzato nel 1610, è stata molto delicata per la cristianità. Molti erano i “disordini da sanzionare”, “gli errori da correggere” e “le strutture da rinnovare”. San Carlo – scrive il Papa - si adoperò tuttavia “per una profonda riforma della Chiesa, iniziando dalla propria vita”. “In tempi oscurati da numerose prove per la Comunità cristiana, con divisioni e confusioni dottrinali, con l’annebbiamento della fede e dei costumi e con il cattivo esempio di vari sacri ministri – aggiunge il Santo Padre – Carlo Borromeo non si limitò a deplorare o a condannare, né semplicemente ad auspicare l’altrui cambiamento, ma iniziò a riformare la propria vita che, abbandonate le ricchezze e le comodità, divenne ricolma di preghiera, di penitenza e di amorevole dedizione al suo popolo”. La sua opera traeva forza e fecondità dall’impegno personale di penitenza e di santità.

In ogni tempo – spiega poi il Papa – l’esigenza primaria nella Chiesa è “che ogni suo membro si converta a Dio”: “Anche ai nostri giorni non mancano alla Comunità ecclesiale prove e sofferenze, ed essa si mostra bisognosa di purificazione e di riforma”. "L'esempio di San Carlo - scrive il Pontefice - ci sproni a partire sempre da un serio impegno di conversione personale e comunitaria, a trasformare i cuori, credendo con ferma certezza nella potenza della preghiera e della penitenza". Ricordando poi che l’Eucaristia e il Crocifisso hanno immerso San Carlo nella carità di Cristo, Benedetto XVI sottolinea che “non c’è missione nella Chiesa che non sgorghi dal rimanere nell’amore del Signore Gesù, reso presente nel Sacrificio eucaristico”. La figura di San Carlo, che a soli 24 anni prese la decisione di rispondere alla chiamata del Signore, è eloquente anche per i giovani. San Carlo comprese che “la conversione della sua vita poteva vincere ogni abitudine avversa”. Seguendo il suo esempio – conclude il Papa – i giovani possono decidere di fare della propria giovinezza “un’offerta a Cristo e ai fratelli”, scommettendo "su Dio e sul Vangelo”.

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