giovedì 4 novembre 2010

Di teologi chiari e immediati, oltreché profondi, come Joseph Ratzinger la storia religiosa ne ricorda pochi. Angelo Scelzo commenta la catechesi del Papa su Margherita d'Oingt

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La spazzatura delle coscienze e i cattolici

Angelo Scelzo

Di teologi chiari e immediati, oltreché profondi, come Joseph Ratzinger la storia religiosa ne ricorda pochi. Poi lui è diventato Papa e anche questa virtù, in qualche modo, è salita di rango, potendosi esercitare su scenari più ampi e a dimensione sempre più universale.
Può accadere allora che la figura di una mistica certosina del 1200, Margherita d'Oingt, priora della Certosa di Poleteins, aiuti - attraverso la catechesi dell'udienza del mercoledì- a guardare e a capire meglio l'oggi, pur avendo ben presente un salto di nove secoli e le insidie di una cronaca che appare come una grande e irresistibile calamita di significati pronti per l'uso.
«C'è spazzatura non soltanto nelle strade ma nelle coscienze e nelle anime delle persone», ha ammonito il Papa, sottolineando che «è solo la luce del Signore, la sua forza e il suo amore che ci pulisce, ci purifica e ci dà la retta via». Spazzatura, nelle parole del Papa, è letteralmente sinonimo di male, di peccato, di ciò che macchia e offusca la «luce di Cristo», che così non riesce a illuminare la nostra coscienza. Ma in sé il termine vale e indica molto di più: innanzitutto l'irruzione, perfino nella sfera di una catechesi di spiritualità, di una realtà diventata segno, quasi marchio, dei nostri tempi. La spazzatura è nelle strade, nel senso che invade le città e in qualche caso addirittura le devasta e le mette in ginocchio. Il dramma che vive Napoli e il napoletano non è certo estraneo alle preoccupazioni e alle ansie di Papa Benedetto.
Non si può vivere accanto ai rifiuti che ammorbano l'aria.
E sporcano città e paesi proprio come il peccato sporca l'anima. C'è l'ecologia della natura, ma non meno importante, nella visione del Papa è quella dello spirito. E il fatto che queste due crisi siano oggi complementari e sovrapponibili è l'elemento che desta l'allarme maggiore. Allo stesso modo dei cumuli d'immondizia nelle strade, non scarseggiano certo gli elementi attraverso i quali richiamare in concreto il riferimento alla spazzatura dell'anima.
Proprio su questo versante Papa Benedetto ha mostrato di non essere disposto a fare sconti, lasciando non senza conseguenze, anche all'interno della realtà ecclesiale, quel grido drammatico, sulla «sporcizia» presente anche nella chiesa, pronunciato nella Via Crucis del 2005.
Allargando il discorso, sarebbe indebito assegnare al richiamo del Papa un riferimento diretto e più ampio alle emergenze - di tutti i generi - che attraversano e intristiscono, su più versanti, il nostro paese. La natura della catechesi settimanale esclude, di per sé, una qualche forma di pronunciamento immediato alle situazioni in atto. È un fatto tuttavia che anche il terreno dei riferimenti indiretti si vada ormai sempre più rassodando, nel senso che tutto- si tratti di ammonimento o altro - riesce a trovare un proprio riscontro. Sono i fatti e gli avvenimenti che in un forsennato surplus di produzione continuano a superare ogni limite di guardia; e a rendersi naturalmente disponibili per una disamina che non sempre può risultare appropriata. La difficoltà dei tempi è sotto gli occhi di tutti, e riguarda un fronte decisamente più ampio di quello che è possibile osservare dalle finestre di casa nostra. La vita di intere comunità cristiane continua a essere minacciata giorno per giorno. I tempi del martirio sono ormai usciti dalle pagine di storia per diventare spettro anche del futuro. Soprattutto in questo senso può servire a capire l'oggi anche la testimonianza di una mistica di molti secoli addietro.
Papa Benedetto, attraverso la sua figura, non fa che riportare al dato fondamentale e costitutivo del suo magistero: indicare anche all'uomo smarrito e spaesato di oggi la «retta via» verso la luce di Cristo. Di «spazzatura» su questa strada non può esservi traccia.

© Copyright Il Mattino, 4 novembre 2010

2 commenti:

mariateresa ha detto...

un OT che faccio ad onor del vero

http://benoit-et-moi.fr/2010-III/0455009e0207c0b02/0455009e260c64f0a.html
la ricostruzione in questa Tribune del caso di M. Leonard nel sito di Beatrice.
Anch'io nella mia ignoranza belga avevo pur avuto questa impressione.
Possiamo dire eufemisticamente che è uno schifo o possiamo dire che la dittatura del relativismo non se l'è sognata il nostro Benedetto.
E anche se qualcuno pensasse che M. Leonard è un cammello ,io trovo indecente che gli si voglia impedire di parlare e che l'ex portavoce abbia la faccia da palta di dire che le esternazioni di M. Leonard scandalizzano in un momento difficile per la chiesa belga e non si faccia scrupolo, questo fow la volpe, di convocare una conferenza stampa dove sbadila buano su Leonard stesso.
ah no, qui c'è qualcuno che beve troppo bardolino e non è M. Leonard.
Infine un buon articolo di Anna Arco su questo argomento

http://www.catholicherald.co.uk/commentandblogs/2010/11/04/as-the-belgian-church-faces-yet-another-meltdown-its-leader-explains-himself/
Persino sul NYT è arruvata questa gazzarra.
Spero che M. Leonard abbia dei robusti controcosi. Ehm.

Anonimo ha detto...

:)