domenica 14 novembre 2010

Il Papa: l'incapacità del linguaggio di comunicare il senso profondo e la bellezza della esperienza di fede può contribuire alla indifferenza di tanti

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Il Pontefice: internet provoca spaesamento e solitudine nei giovani

CITTà DEL VATICANO
Sempre in contatto, sempre aggiornati, con Facebook, sms, Iphone e Ipod. Ma quanto veramente in relazione, quali vere amicizie, quale reale comunicazione? Giovani e Internet è binomio dalle tante potenzialità ma anche dai molti rischi, soprattutto, osserva Benedetto XVI lo «spaesamento» e la «solitudine».
Il Papa ha espresso la sua preoccupazione per i ragazzi nell'era della comunicazione digitale, nel discorso ai partecipanti alla assemblea plenaria del Pontificio consiglio per la cultura, dedicata quest'anno a "Cultura della comunicazione e nuovi linguaggi". Papa Ratzinger ha ribadito il valore, anche nella «odierna cultura tecnologica», dei «simboli, immagini, riti, gesti» della tradizione cristiana. Infine un monito per la Chiesa: cerchi pure nuovi linguaggi per comunicare la fede ai lontani, ma non dimentichi che ciò che conta alla fine è solo l'amore e l'esempio di una vita cristiana.
«Non pochi giovani, - ha dunque osservato il Pontefice - storditi dalle infinite possibilità offerte dalle reti informatiche o da altre tecnologie, stabiliscono forme di comunicazione che non contribuiscono alla crescita in umanità, ma rischiano anzi di aumentare il senso di solitudine e di spaesamento».
Spaesamento e solitudine dei ragazzi rimandano alla «emergenza educativa» che preoccupa la Chiesa, «una sfida - ha auspicato Benedetto XVI - a cui si può e si deve rispondere con intelligenza creativa, impegnandosi a promuovere una comunicazione umanizzante, che stimoli il senso critico e la capacità di valutazione e di discernimento».
C'è inoltre una «incapacità del linguaggio di comunicare il senso profondo e la bellezza della esperienza di fede», un elemento che «può contribuire alla indifferenza di tanti, soprattutto giovani». «Anche nell'odierna cultura tecnologica - ha rimarcato Benedetto XVI, - è il paradigma permanente dell'inculturazione del Vangelo a fare da guida, purificando, sanando ed elevando gli elementi migliori dei nuovi linguaggi e delle nuove forme di comunicazione. Per questo compito, difficile e affascinante, la Chiesa può attingere allo straordinario patrimonio di simboli, immagini, riti e gesti della sua tradizione». Anche la «liturgia», ha ricordato, è comunicazione, linguaggio di fede, e collegata al linguaggio dell'arte, la cui bellezza ha una sua particolare forza comunicativa».

© Copyright Gazzetta del sud, 14 novembre 2010

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