mercoledì 20 gennaio 2010
Se anche Benedetto XVI e Pio XII diventano vittime del pregiudizio: monumentale commento di Bernard-Henri Levy
I MEDIA E BENEDETTO XVI: LO SPECIALE DEL BLOG
Su segnalazione di Alessia leggiamo questo monumentale commento di Bernard-Henri Levy che anche come un sonoro "schiaffone" ben assestato e doveroso ai media.
Riflettiamo tutti sulle parole durissime contenute nell'articolo. I termini-chiave sono: pregiudizio e capro espiatorio.
R.
LA VISITA DEL PAPA ALLA SINAGOGA DI ROMA
Se anche Benedetto XVI e Pio XII diventano vittime del pregiudizio
di Bernard-Henri Levy
Bisognerebbe smetterla con la malafede, il partito preso e, per dirla tutta, la disinformazione, non appena si tratta di Benedetto XVI.
Fin dalla sua elezione, si è intentato un processo al suo «ultraconservatorismo», ripreso di continuo dai mass media (come se un Papa potesse essere altra cosa che «conservatore»).
Si è insistito con sottintesi, se non addirittura con battute pesanti, sul «Papa tedesco», sul «post-nazista» in sottana, su colui che la trasmissione satirica francese «Les Guignols» non esitava a soprannominare «Adolfo II».
Si sono falsificati, puramente e semplicemente, i testi: per esempio, a proposito del suo viaggio ad Auschwitz del 2006, si sostenne e — dal momento che col passar del tempo i ricordi si fanno più incerti — ancor oggi si ripete che avrebbe reso onore alla memoria dei sei milioni di morti polacchi, vittime di una semplice «banda di criminali», senza precisare che la metà di loro erano ebrei (la controverità è davvero sbalorditiva, poiché Benedetto XVI in quell’occasione parlò effettivamente dei «potenti del III Reich» che tentarono «di eliminare» il «popolo ebraico» dal «rango delle nazioni della Terra» Le Monde, 30/5/2006).
Ed ecco che, in occasione della visita del Papa alla sinagoga di Roma e dopo le sue due visite alle sinagoghe di Colonia e di New York, lo stesso coro di disinformatori ha stabilito un primato, stavo per dire che ha riportato la palma della vittoria, poiché non ha aspettato nemmeno che il Papa oltrepassasse il Tevere per annunciare, urbi et orbi, che egli non aveva saputo trovare le parole che bisognava dire, né compiuto i gesti che bisognava fare e che dunque aveva fallito nel suo intento… Allora, visto che l’evento è ancora caldo, mi si consentirà di mettere qualche puntino su qualche «i».
Benedetto XVI, quando si è raccolto in preghiera davanti alla corona di rose rosse deposta di fronte alla targa commemorativa del martirio dei 1021 ebrei romani deportati, non ha fatto che il suo dovere, ma l’ha fatto. Benedetto XVI, quando ha reso omaggio ai «volti» degli «uomini, donne e bambini» presi in una retata nell’ambito del progetto di «sterminio del popolo dell’Alleanza di Mosè», ha detto un’evidenza, ma l’ha detta.
Di Benedetto XVI che riprende, parola per parola, i termini della preghiera di Giovanni Paolo II, dieci anni fa, al Muro del Pianto; di Benedetto XVI che chiede quindi «perdono» al popolo ebraico devastato dal furore di un antisemitismo per lungo tempo di essenza cattolica e nel farlo, ripeto, legge il testo di Giovanni Paolo II, bisogna smettere di ripetere, come somari, che egli è indietro-rispetto-al-suo-predecessore.
A Benedetto XVI che dichiara infine, dopo una seconda sosta davanti all’iscrizione che commemora l’attentato commesso nel 1982 dagli estremisti palestinesi, che il dialogo ebraico cattolico avviato dal Concilio Vaticano II è ormai «irrevocabile»; a Benedetto XVI che annuncia di aver l’intenzione di «approfondire» il «dibattito fra uguali» che è il dibattito con i «fratelli maggiori» che sono gli ebrei, si possono fare tutti i processi che si vuole, ma non quello di «congelare» i progressi compiuti da Giovanni XXIII. Quanto alla vicenda molto complessa di Pio XII, ci tornerò, se necessario.
Tornerò sul caso di Rolf Hochhuth, autore del famoso «Il vicario», che nel 1963 lanciò la polemica sui «silenzi di Pio XII». In particolare, tornerò sul fatto che questo focoso giustiziere è anche un negazionista patentato, condannato più volte come tale e la cui ultima provocazione, cinque anni fa, fu di prendere le difese, in un’intervista al settimanale di estrema destra Junge Freiheit, di colui che nega l’esistenza delle camere a gas, David Irving. Per ora, voglio giusto ricordare, come ha appena fatto Laurent Dispot nella rivista che dirigo, La règle du jeu, che il terribile Pio XII, nel 1937, quando ancora era soltanto il cardinale Pacelli, fu il coautore con Pio XI dell’Enciclica «Con viva preoccupazione», che ancora oggi continua ad essere uno dei manifesti antinazisti più fermi e più eloquenti.
Per ora, dobbiamo per esattezza storica precisare che, prima di optare per l’azione clandestina, prima di aprire, senza dirlo, i suoi conventi agli ebrei romani braccati dai fascisti, il silenzioso Pio XII pronunciò alcune allocuzioni radiofoniche (per esempio Natale 1941 e 1942) che gli valsero, dopo la morte, l’omaggio di Golda Meir: «Durante i dieci anni del terrore nazista, mentre il nostro popolo soffriva un martirio spaventoso, la voce del Papa si levò per condannare i carnefici».
E, per ora, ci si meraviglierà soprattutto che, dell’assordante silenzio sceso nel mondo intero sulla Shoah, si faccia portare tutto il peso, o quasi, a colui che, fra i sovrani del momento: a) non aveva cannoni né aerei a disposizione; b) non risparmiò i propri sforzi per condividere, con chi disponeva di aerei e cannoni, le informazioni di cui veniva a conoscenza; c) salvò in prima persona, a Roma ma anche altrove, un grandissimo numero di coloro di cui aveva la responsabilità morale. Ultimo ritocco al Grande Libro della bassezza contemporanea: Pio o Benedetto, si può essere Papa e capro espiatorio.
Copyright Corriere della sera, 20 gennaio 2010 consultabile online anche qui.
(©L'Osservatore Romano - 21 gennaio 2010)
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16 commenti:
Aveva ragione Laras, che si fidava solo di Tettamanzi. Dalla visita alla Sinagoga non potrà che venirne un danno per tutti quelli che campano sul "presunto" antisemitismo altrui. Persino i "nouveaux philosophes", da vecchi, stanno rinsavendo. Eufemia
finalmente si osa parlare chiaro:il pregiudizio contro ratzinger è razzismo antitedesco.
Ai "somari ripetenti" non piacerà.
A me invece si....e molto anche! E spero proprio di leggere altro di tanto interessante e lucido!
Che dire?
Standing ovation per Bernard-Henry Levy!
Grazie a Dio! Finalmente! Onore e lode a Benedetto XVI
finalmente si osa parlare chiaro:il pregiudizio contro ratzinger è razzismo antitedesco.
Che si trattasse di razzismo antitedesco si era capito subito dal giorno dell'elezione...... bastava leggere i giornali per capire in quanti erano già pronti a far rimpiangere a Benedetto XVI la sua origine tedesca per di più datata 1927.
E' stata un crescendo indescrivibile di odio, di luoghi comuni, di pregiudizi; proprio da parte di coloro che tanto amano la pace, il dialogo la comprensione si per tutti, tranne che per il Papa.
Non ricordo di aver mai assistito ad un atteggiamento simile che per chi ama Benedetto XVI ed il suo modo di aprire i cuori alla verità in modo determinato ma umile, è veramente doloroso. E' vergognoso vedere come ci si possa scagliare contro una persona solo perchè tedesca e soprattutto, perchè ha avuto la sfortuna di nascere in un periodo storico in cui, non lo dimentichiamo, altre nazioni come l'Italia ad esempio, dovevano piegarsi al fascismo ma, ovviamente, questo non significa che si debba portare questo marchio stampato a fuoco per tutta la vita. Invece, i grandi conoscitori della storia, i grandi intellettuali amanti della pace e della tolleranza a senso uncio, ne hanno fatto il loro vergognoso cavallo di battaglia; dimenticando, il buon senso, la ragione, il rispetto che a prescindere da tutto, è dovuto ad ogni singola persona.
In genere questi giornaloni laici si gemellano con le grandi testate internazionali (New Yok Times, Le Monde, El Pais, etc...). In questo caso però col cavolo che l'articolo viene pubblicato anche su Le Monde...
Accidenti, Matz mi ha preceduto. Anch'io, appena letto l'articolo, ho pensato: "standing ovation per Bernard-Henry Levy"!
L'articolo di Levy non è sfuggito all'Osservatore Romano:
POL - O.Romano con Lévy: Benedetto XVI e Pio XII capri espiatori
http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=1042734
Alessia
Penso proprio che chi si straccia le vesti per i "silenzi" di Pio XII, se questi avesse "protestato" in maniera più plateale (mediatica diremmo oggi) contro il nazismo, ora lo accuserebbe della morte di coloro che sarebbero state vittime della ritorsione del Fhurer. Insomma se si vuole accusare qualcuno per partito preso lo si può sempre fare, comunque siano andate le cose.
Stefano G.
P.S. Chi depreca la pavidità altrui (presunta o vera che sia) facilmente (non sempre per fortuna)è il primo a mettere la coda tra le gambe di fronte a chi fa la voce grossa (specialmente se vi è il sospetto che questi non è un semplice cane che abbaia..)
Ho visitato anni fa La residenza papale a Castel Gandolfo .Nei giardini si trovano degli enormi ambienti con copertura a volta dell'epoca romana.Negli anni della guerra erano abitati da moltissimi ebrei nascosti proprio da Pio XII.
Forse, questi ebrei saggi, dovrebbero anche condurre delle indagini storiche per ricostruire quanti e quali ebrei facoltosi volontariamente contribuirono fiinanziariamente all'avanzata del nazismo.
Nemmeno il corrispondente romano de "La Croix", Mounier, sembra particolarmente entusiasta della presa di posizione di BHL. In compenso è molto preoccupato per l'avvenire della Cef, affermando che se pur il Papa sa come vanno le cose in Francia, non le asseconda nel modo voluto dalla maggiorparte dei vescovi francesi.Eufemia
http://rome-vatican.blogs.la-croix.com/lorsque-le-pape-rencontre-les-eveques-de-france/2010/01/20/
bravo Dante Pastorelli!
Standing ovation per Bernard-Henry Levy,per Papa Ratzinger e PioXII! Enrica
Per enrica:
:-)))))))) Concordo!
Spagnolo:
http://www.elpais.com/articulo/opinion/defensa/Benedicto/XVI/elpepusocdgm/20100124elpdmgpan_1/Tes?print=1
Inglese:
http://www.huffingtonpost.com/bernardhenri-levy/in-defense-of-benedict-xv_b_434425.html
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