Clicca qui per ascoltare l'audio dell'omelia di Mons. Fellay segnalataci da Loquor.
Si tratta di considerazioni molto piu' articolate di quelle riferite dall'Asca.
L'omelia e' in francese, ma Mons. Fellay parla lentamente e si comprendono molti passaggi.
In ogni caso vi riporto il commento di Loquor, che ringraziamo:
Permettetemi di chiedervi di ascoltare l'omelia di Mons. Fellay. Si trova (in francese) nel sito www.laportelatine.org; la parte dedicata ai colloqui con Roma è quella finale.
Vi chiedo di farlo per un motivo molto semplice: perché le parole estratte dall'omelia, così come sono riportate dall'Asca, non rivelano l'intento di Monsignor Fellay. Ciò che lui afferma è molto semplice: oggi la situazione nel mondo cattolico è talmente grave e c'è talmente tanta confusione, che mettere la questione sul piano di un semplice "accordo umano" tra la Fraternità ed il Vaticano significa non aver capito nulla. Ciò che la Fraternità può fare e sta facendo "umanamente" è quello di discutere di oggettivi problemi dottrinali, che sono all'origine di questa situazione. Ma pensare che questo sia sufficiente per risanare la cosa è veramente una pia illusione... Infatti Monsignore afferma ciò che ogni vero cattolico non può non condividere: e cioè che da queste tremenda crisi si può uscire solo con la santità (questo l'Asca lo passa sotto silenzio, mentre invece è il cuore del discorso!). E' ciò che ci consegna la storia della Chiesa: sono i santi ad aver ridonato vigore e slancio alla Chiesa, in situazioni che umanamente sembravano irrecuperabili.
Allora quell' "umanamente impossibile" pronunciato da Mons. Fellay non ha un senso dispregiativo nei confronti di nessuno, ma è semplicemente la presa di coscienza che il disorientamento è tale che questi colloqui sono sì necessari, ma affatto sufficienti.
Stiamo perciò attenti (lo dico anzitutto per me) a far volare parole pesanti: superbia, schifo, ingratitudine,... Il giudizio temerario resta pur sempre un peccato.
Non dobbiamo avere la pretesa di dare subito giudizi ( questo vale per tutte e due le parti)…
Loquor
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7 commenti:
molto interessante e condivisibile... però i santi non sono scismatici, e se in futuro un lefebvriano potesse essere considerato santo della chiesa cattolica lo si dovrebbe in massima parte a Pietro-Benedetto xvi, che ha usato con saggezza e magnanimità divinamente ispirate il potere di legare e sciogliere
Grazie a Loquor e Raffaella !
ricordo all'anonimo che i lefebvriani non sono scismatici e, purtroppo nella nostra Chiesa ASSISTIAMO A TROPPI COMPORTAMENTI VERAMENTE SCISMATICI DA PARTE DI CHI SI DICHIARA PERFETTAMENTE CATTOLICO
Occhio agli equivoci.
Fellay mostra di considerare che oggetto dei colloqui sarebbe la "crisi della Chiesa", il che non è. I colloqui sono stati prescritti dal Papa per esaminare i lefebvriani e vedere se sono pronti ad essere pienamente riammessi.
Lasciate stare quindi i voli pindarici. Questi signori non dovrebbero più permettersi di continuare a insultare la Santa Chiesa Cattolica. La smettano, ché si fanno sempre più ridicoli.
i lefebvriani non sono scismatici.
conviene più alla chiesa che a loro il raggiungimento della piena comunione con roma.
i seminari lefebvriani sono pieni e i giovani preti sono sempre più tradizionalisti.
La stampa ha dato un'enfasi esagerata alle parole di Mons. Fellay, speculando su una auspicata rottura dei colloqui, che evidentemente dànno molto fastidio ai padroni della medesima stampa.
Resta il fatto che dire che un accordo è "umanamente impossibile" è sconcertante (almeno per me). Chissà forse il Mons. parla a nuora perché suocera intenda...
Come fanno i sindacalisti, per tener buoni i più estremisti della propria parte, lasciano intravedere difficoltà quasi insormontabili, che solo la pazienza e l'abilità dei negoziatori potranno superare...
i lefebvriani si erano resi scismatici eccome, e se non lo sono più lo devono alla buona volontà del papa, prima Giovanni Paolo ii, che all'indomani dell'inevitabile scomunica ha subito voluto la commissione Ecclesia Dei e poi soprattutto Benedetto xvi, che ha affrontato un cataclisma mondano-mediatico pur di rimettere la scomunica, decisione di cui ha portato tutto il peso in prima persona. Io sono molto critico nei confronti del modo in cui è stato interpretato il vaticano ii e di tante derive liturgiche, sono cresciuto nella diocesi del Cardinale Siri e ho sempre ammirato il suo amore per la Tradizione e, al tempo stesso, la sua fedeltà alla Chiesa. Lui scrisse una lettera a mons. Lefebvre, col quale pure condivideva idee e giudizi, ma gli fece un disperato appello affinché non compisse il gesto estremo che invece fu poi compiuto. Se oggi parlo con tono amaro verso i lefebvriani è proprio perché credo nella loro fede, nel loro valore, nel loro ruolo, e perché quando si autoesclusero dalla chiesa di roma fecero involontariamente il gioco dei loro detrattori e diedero, loro malgrado, un contributo allo scempio liturgico cui spesso assisto in prima persona e che mi fa tanta tristezza.
consiglio a tutti noi la rilettura della catechesi di Benedetto xvi su san francesco
Se oggi parlo con tono amaro verso i lefebvriani è proprio perché credo nella loro fede, nel loro valore, nel loro ruolo, e perché quando si autoesclusero dalla chiesa di roma fecero involontariamente il gioco dei loro detrattori e diedero, loro malgrado, un contributo allo scempio liturgico cui spesso assisto in prima persona e che mi fa tanta tristezza.
se assiste in prima persona a scempi liturgici, perché non partecipa alla Santa e Divina Liturgia della FSSPX, che celebra una cum il Papa e la cui "insubordinazione" è quanto meno servita a salvaguardare l'Antico Rito "mai revocato" ?
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