martedì 9 marzo 2010

A proposito del dibattito sugli abusi sessuali: nota di padre Lombardi

A proposito del dibattito sugli abusi sessuali: nota di padre Lombardi

Da alcuni mesi la gravissima questione degli abusi sessuali su minori in istituzioni gestite da enti ecclesiastici e da parte di persone con responsabilità nella Chiesa, in particolare sacerdoti, ha investito la Chiesa e la società irlandese.
Di recente il Santo Padre ha dimostrato la sua partecipazione, in particolare con due incontri, prima con i più alti rappresentanti dell’episcopato e poi con tutti i vescovi ordinari, e prepara la pubblicazione di una lettera sull’argomento per la Chiesa in Irlanda.

Ma nelle ultime settimane il dibattito sugli abusi sessuali nei confronti di minori sta coinvolgendo la Chiesa anche in alcuni Paesi dell’Europa centrale (Germania, Austria, Olanda). Su questo sviluppo ci siano permesse alcune semplici considerazioni.

Le principali istituzioni ecclesiastiche coinvolte (la Provincia dei gesuiti tedeschi – prima ad essere coinvolta per il caso del Collegio Canisius di Berlino -, la Conferenza episcopale tedesca, la Conferenza episcopale austriaca, la Conferenza episcopale olandese…) hanno affrontato il manifestarsi del problema con tempestività e con decisione.
Hanno dato prova di volontà di trasparenza, in certo senso hanno accelerato il manifestarsi del problema invitando le vittime a parlare anche quando si trattava di casi di molto tempo fa. Così facendo hanno affrontato le questioni “con il piede giusto”, perché il punto di partenza corretto è il riconoscimento di ciò che è avvenuto, e la preoccupazione per le vittime e le conseguenze degli atti compiuti contro di loro. Inoltre, hanno ripreso in considerazione le “Direttive” già esistenti o hanno previsto nuove indicazioni operative per mettere a fuoco anche la strategia di prevenzione, affinché sia fatto tutto il possibile perché in futuro simili gravissimi fatti non abbiano a ripetersi.

Questi fatti mobilitano la Chiesa ad elaborare le risposte appropriate e vanno inseriti in un contesto e in una problematica più ampia che riguarda la tutela dei bambini e dei giovani dagli abusi sessuali nella società. Certamente gli errori compiuti nelle istituzioni e da responsabili ecclesiali sono particolarmente riprovevoli, data la responsabilità educativa e morale della Chiesa. Ma tutte le persone obiettive ed informate sanno che la questione è molto più ampia, e il concentrare le accuse solo sulla Chiesa porta a falsare la prospettiva. Solo per fare un esempio, i dati recentemente forniti dalle autorità competenti in Austria dicono che in uno stesso periodo di tempo i casi accertati in istituzioni riconducibili alla Chiesa sono stati 17, mentre ve ne sono stati altri 510 in altri ambienti. E’ bene preoccuparsi anche di questi.

Giustamente in Germania vengono ora ipotizzate iniziative, promosse dal Ministero della famiglia, per convocare una “tavola rotonda” delle diverse realtà educative e sociali per affrontare la questione in una prospettiva complessiva e adeguata. La Chiesa è naturalmente pronta a partecipare e impegnarsi. Probabilmente la sua dolorosa esperienza può essere un contributo utile anche per altri. Il Cancelliere, Signora Merkel, ha giustamente dato atto alla Chiesa in Germania della serietà e della costruttività del suo impegno.

Per completare queste considerazioni, è bene ricordare ancora che la Chiesa vive inserita nella società civile e in essa assume le sue responsabilità, ma ha anche un suo ordinamento specifico distinto, quello “canonico”, che risponde alla sua natura spirituale e sacramentale, in cui quindi anche le procedure giudiziali e penali sono di natura diversa (ad esempio non prevedono pene pecuniarie o di privazione della libertà, ma impedimento di esercizio di ministero, privazione di diritti nel campo ecclesiastico, ecc.).
Nell’ambito canonico il delitto di abuso sessuale di minori è sempre stato considerato uno dei più gravi fra tutti, e le norme canoniche lo hanno costantemente riaffermato, in particolare la Lettera “De delictis gravioribus” del 2001, talvolta inopportunamente citata come causa di una “cultura del silenzio”.

Chi conosce e capisce di che cosa si tratta, sa che è stata un segnale determinante per richiamare l’episcopato sulla gravità del problema e un impulso concreto per l’elaborazione di direttive operative per affrontarlo.

In conclusione, se non si può negare la gravità del travaglio che la Chiesa sta attraversando, non bisogna rinunciare a fare tutto il possibile perché se ne ottengano alla fine anche risultati positivi, di migliore protezione dell’infanzia e della gioventù nella Chiesa e nella società, e di purificazione per la Chiesa stessa.

© Copyright Radio Vaticana

Mi dispiace ma non e' sufficiente non solo perche' la nota e' tardiva, ma perche' non viene spiegata la ratio della Lettera “De delictis gravioribus” del 2001. Non viene citato il motu proprio di Giovanni Paolo II e soprattutto scrivere "Chi conosce e capisce di che cosa si tratta, sa che è stata un segnale determinante per richiamare l’episcopato sulla gravità del problema e un impulso concreto per l’elaborazione di direttive operative per affrontarlo" non aiuta nessuno perche' non tutti conoscono e capiscono. Il problema e' proprio di chi ignora che cosa ci sia dietro quel documento.
Si attende una spiegazione dettagliata con citazione di TUTTE le fonti coinvolte
.
R.

29 commenti:

Anonimo ha detto...

I giornaloni pubblicheranno la nota?
Alessia

Anonimo ha detto...

Padre Lombardi avrebbe dovuto anche citare il motu proprio di Papa GPII di cui l'istruzione è l'applicazione.
Alessia

laura ha detto...

Nessuno farà caso a questa dichiarazione, m a noi interessa solo il servizio alla verità

Anonimo ha detto...

Perché queste reticenze, Raffa?
Perché non spiegare una volta per tutte, nei dettagli, come si arrivò alla pubblicazione dell'istruzione che certamente non fu e non poteva essere un'iniziativa dell'allora Prefetto Ratzinger, ma nacque da un preciso documento di Papa Giovanni Paolo II? E questo che mi fa venire vedere rosso dalla rabbia.
Alessia

Raffaella ha detto...

Idem, cara Alessia!
Ed io battero' sempre sullo stesso chiodo.
R.

mariateresa ha detto...

a me non sembra male considerando anche che non poteva diventare lunga venti piani di morbidezza. Comunque navigando in qua e in là mi sono sollevata l'animo: il massimo della sorpresa è che ho visto il link che vi ho segnalato ieri di koztoujours anche nel sito del Times alla pagina di Ruth Gledhill il che non è cosa comune. Koz è un avvocato e si sente.
Le informazioni girano e cresce anche la buona volontà di spiegare.
Sulla stampa italiana possiamo metterci un croce o un velo pietoso sopra a parte alcune eccezioni che per giustezza vanno segnalate. Sulla Santa Sede dobbiamo riconoscere come un dato di fatto che non ha i tempi di reazione che noi desideriamo e amen. Sul caso boffo ci ha messo 18 giorni.
A me il comunicato non dispiace.
Teniamo presente, almeno io lo tengo assai, che i fatti di enorme gravità ci sono, le vicende dureranno un bel po', c'è senz'altro uno sforzo per reagire e riprendere un cammino onesto (anche se in Irlanda e anche in Germania i vescovi non sono un sol uomo) ma è in atto anche una campagna mediatica di grosse proporzioni per liquidare la Chiesa.Mi sento in tutta coscienza di dirlo.Quindi il Papa si trova nella titanica impresa di fare le cose giuste nella consapevolezza che non gli sarà concesso nemmeno di tossire.
Su questo comunicato scommetto quello che volete che sarà notato che mancano le scuse.

Anonimo ha detto...

ma siamo fuori?
così si ammette che il documento del 2001 è la presunta causa dei silenzi e invece è il motu proprio.

chiara ha detto...

comunicato inutile.
non aiuta il papa anzi forse lo danneggia ancora di più perchè si scarica tutto sul "de delictis".

mariateresa ha detto...

no non capisco le obiezioni di Chiara e di anonimo, forse misto rincoglionendo.

Anonimo ha detto...

Ti dico con molto serietà, Raffa, che quando il nostro Santo Papa Benedetto, fra 100 anni spero, ci lascerà,per me nulla potrà più essere come prima. Rimarrà in me sempre vivo il ricordo delle tremende ingiustizie e cattiverie di cui è stato vittima il nostro amato Papa. Un ricordo che sarà sempre causa di amarezza, disgusto e delusione. Non mi piace quello a cui ci tocca assistere, non mi piace per niente. Che Dio protegga il nostro Papa perché le sue sofferenze non sono finite, temo.
Alessia

chiara ha detto...

la nota fa sembrare che il problema sia il "de delictis" quando invece esso nasce per risolvere problemi di decenni.

Anonimo ha detto...

Non ti stai rincoglionendo, Mariateresa. Probabilmente la tua soglia di sopportazione è molto alta. La mia l'ho abbondantemente superata e da un po'.
Alessia

mariateresa ha detto...

chiara, ma lo dice che la Delictis gravioribus è nata per risolvere i problemi.
Il servizio su Kapital di Tarquini è infame per usare un eufemismo e disinformante.Sembra che non veda l'ora che appendano a testa in giù il Papa e il fratello, si percepisce un desiderio inconfessato e palpitante. Pfui.

Raffaella ha detto...

Cara Alessia, con me sfondi una porta aperta.
Ricordo ancora l'entusiasmo che ho provato dall'aprile 2005 al settembre 2006. Era un sentimento che investiva tutta la Chiesa e non solo il Santo Padre. Il primo colpo e' stato Ratisbona e da allora la situazione si e' aggravata non solo per gli attacchi esterni ma anche e soprattutto per quelli interni.
Una cosa pero' e' sicura: il Papa continua a trasmettere la bellezza del Cristianesimo ed ha il coraggio di denunciare cose inimmaginabili fino a pochi anni fa.
Questo e' il suo grande insegnamento.
Ormai, almeno per me, il resto non conta piu' nulla.
R.

Anonimo ha detto...

Condivido, cara Raffa.
Intanto, i primi lanci di agenzia ignorano la parte della nota relativa al "de delictis".
Alessia

Raffaella ha detto...

Si', Mariateresa, Tarquini ha davvero oltrepassato il segno.
R.

Anonimo ha detto...

Direi di più (o di meno). Nessuno riporta la nota integrale. Ho visto solo le flash news 24 del corsera con due righe di numero. Rimangono in bella vista i titoloni sulle scuse. Prontissimi invece a estrapolare singole frasi da una trasmissione radio tedesca delle 7.50 del mattino o da un'intervista a un quasi sconosciuto quotidiano tedesco
Alberto

anonimo vaticano ha detto...

Non verrà ripresa anche perchè inutile.
Ci sono volute trenta ore per partorire questo testo?
Si poteva già pubblicare ieri allora.
Perchè non si è fatto esplicitamente il nome di Tarquini?
Non ci si è fatti scrupolo di fare quello di Tornielli per un caso su cui aveva pure ragione.

mariateresa ha detto...

appunto, Alberto. E' quello che intendo per "campagna".

mariateresa ha detto...

non fanno il nome di Tarquini perchè Repubblica titolerebbe "Il Vaticano attacca Repubblica".Vuoi scommetterci?

jacu ha detto...

Anch'io seguo la vicenda e sono sconcertato dalla parzialità dei mezzi di informazione.
Ma non si potrebbe organizzare un boicottaggio?
Io ho già deciso di non devolvere il mio otto per mille alla Cei e scriverò una lettera al mio vescovo, per protestare sul fatto che essi quasi mai difendono il Santo Padre.

Raffaella ha detto...

Se devolvessimo ad altri l'otto per mille probabilmente la colpa ricadrebbe sul Papa, quindi...
:-)

Fabiola ha detto...

Io mi permetto di scrivere che questo è un modo di mostrarsi condiscendenti con i potenti e forti con i deboli. Così Tornielli resta l'unico vaticanista additato al pubblico ludibrio, proprio lui che è sempre estremamente corretto e, soprattutto, fedele al Papa. ( purtroppo per lui scrive per il Giornale...).A quando la prossima cena con Ezio Mauro?

aldo ha detto...

la cosa più grave è che lombardi scrive che la pedofilia non è solo nella chiesa.
va bene ma è anche nella chiesa e non ci si può difendere dicendo che "così fan tutti".
mi sembra un boomerang.

sonny ha detto...

Riesco a consolarmi da tutto questo putridume, guardando fuori dalla mia finestra. C'è una bufera di neve e tutto questo candore, per un momento, mi riconcilia con il mondo. Raffaella anch'io ero felicissima nell'Aprile del 2005. Immaginavo quante difficoltà avrebbe avuto, ma una Via Crucis del genere è veramente troppo! Ma l'entusiasmo del 2005 non è per nulla scemato, anzi......

jacu ha detto...

Se facessimo sentire la nostra voce scrivendo al Corsera o Repubblica che noi non compreremo più i loro quotidiani per il loro accanimento contro il Papa, credo che forse qualcosa si potrebbe ottenere.
Se poi si preferisce piangersi addosso in un blog...

Raffaella ha detto...

I messaggi arrivano anche stando qui :-)
R.

gemma ha detto...

Anche da me nevica candidamente sonny, ma in realtà non credo che siamo geograficamente molto lontane :)
jacu..ma davvero credi che siamo gente che si piange addosso in un blog e che non esce mai da qui?
Scusa, ma è dal 2005 che seguiamo il Papa, le sue vicende e come vengono affrontate, e certe "testate" le abbiamo già sperimentate, in tutti i sensi. Diciamo che siamo al disincanto, ma qualche volenteroso può sempre crederci e riprovarci

euge ha detto...

Carissimi amici del blog non riesco a trovare le parole per commentare questo pasticcio. Tutto questo tempo per scrivere quattro righe che non dicono nulla e che non tutelano per nulla il Santo Padre. Non sò in che stato d'animo si trovi Padre Lombardi forse e sereno e tranquillo io invece probabilmente, mi chiederei con che faccia potrei ancora lavorare al suo fianco. Anch'io nel 2005 quel 19 Aprile ringraziai Dio per Benedetto XVI ma, già dalle prime battute capii che non sarebbe stato facile ne per lui, ne per chi lo avrebbe seguito come stiamo facendo; ma, rifarei la mia scelta ancora un milione di volte. Ormai, nella chiesa attuale, esiste solo lui come punto di riferimento, perchè di tutto il contorno che gli gira intorno, non mi fido e non mi fiderò mai. Lui ha noi e noi, dobbiamo continuamente dargli prova della nostra vicinanza e completa fiducia con ogni mezzo possibile sempre.
E' veramente doloroso vedere come egli sia abbandonato in questa tempesta che sembra senza fine! La cosa che più mi fa vedere rosso è la volontà perchè di volontà si tratta, di lasciarlo solo.