martedì 27 aprile 2010

Secondo Mons. Oder e padre Ols una lettera del card. Levada toglierebbe ogni dubbio sul coinvolgimento di Papa Wojtyla nel caso Maciel (Tornielli)


Vedi anche:

La battaglia del Papa contro la pedofilia ecclesiastica: il "caso" Maciel Degollado e la "visitazione apostolica" ordinata dal Papa nei confronti dei Legionari di Cristo

Coperture ai pedofili, la lettera che scagiona Wojtyla

di Andrea Tornielli

LA CAUSA Secondo il relatore del processo, quelle parole sciolgono ogni dubbio

Roma«Non risulta alcun coinvolgimento personale del Servo di Dio Giovanni Paolo II nel procedimento nei confronti del Rev. Padre Marcial Maciel Degollado LC, fondatore dei Legionari di Cristo». Le lettera riservata (protocollo n. 147/05 - 14478) porta la data del 17 novembre 2007 ed è firmata dal cardinale statunitense William Levada, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il successore di Ratzinger alla guida dell’ex Sant’Uffizio. Un foglio che rappresenta a tutt’oggi l’unico documento nel processo di beatificazione di Papa Wojtyla riguardante l’esplosivo e spinosissimo caso degli abusi perpetrati dal fondatore dei Legionari di Cristo e più in generale gli scandali della pedofilia.
Alcuni ex seminaristi dei Legionari di Cristo avevano inviato lettere a Giovanni Paolo II già nel 1978 e poi nel 1989, raccontando di abusi. Singole segnalazioni, che con ogni probabilità non erano arrivate sul tavolo del Pontefice. È nel febbraio 1997 che ben otto di loro si decidono a raccontare a un giornale i gravissimi peccati del loro «padre» fondatore. Descrivono i ripetuti abusi e anche il fatto che padre Maciel era solito assolverli in confessionale dopo aver avuto rapporti sessuali con loro. Il 17 ottobre 1998, alcune delle vittime si erano decise a presentare una richiesta formale alla Congregazione per la dottrina della fede, consegnando nelle mani dell’allora sottosegretario Girotti un fascicolo con l’intestazione: Absolutionis complicis. Arturo Jurado et alii. Rev. Marcial Maciel Degollado. L’inchiesta, però, non decolla. Troppo diffusa la buona fama del fondatore dei Legionari di Cristo, e soprattutto i suoi potenti alleati nei sacri palazzi. L’inchiesta vera e propria viene avviata per impulso di Ratzinger soltanto alla fine del 2004, pochi giorni dopo che Giovanni Paolo II, già gravemente ammalato, aveva ricevuto nell’aula Paolo VI i Legionari di Cristo e benedetto pubblicamente il loro fondatore. Nel 2006, un anno dopo essere divenuto Papa, di fronte agli esiti dell’inchiesta che dimostrano la colpevolezza di Maciel ormai vecchio e ammalato, Benedetto XVI lo fa isolare impedendogli di apparire in pubblico. Solo dopo la sua morte si scoprirà che oltre agli abusi sui seminaristi, si era costruito una doppia e tripla vita con compagne e famiglie in diverse parti del mondo.
Che cosa è avvenuto? Qualcuno ha rallentato l’inchiesta non ritenendo credibili i testimoni? E in che modo Papa Wojtyla era stato informato delle accuse? Questioni alle quali doveva rispondere il processo di beatificazione. Così, per affrontare questo tema, insieme a quello più generale «della crisi morale» che «coinvolse» la Chiesa negli Usa, il postulatore e il relatore della causa, hanno chiesto di vedere i documenti al riguardo. La Congregazione delle cause dei santi ha girato la richiesta all’ex Sant’Uffizio e il cardinal Levada ha risposto. Al primo quesito, «con riferimento al coinvolgimento personale del Servo di Dio Giovanni Paolo II in questo procedimento», il porporato americano risponde: «Al riguardo, l’unica risposta che questa Congregazione è in grado di fornire è la seguente: risultano alcune lettere e suppliche rivolte a Giovanni Paolo II dai denuncianti. Tuttavia non risulta alcun coinvolgimento personale del Servo di Dio nel procedimento nei confronti del Rev. Padre Marcial Maciel». Papa Wojtyla, insomma, non era coinvolto.
Il secondo quesito riguarda le misure per contrastare gli abusi «dopo la denuncia di alcuni casi di pedofilia e di omosessualità in alcune realtà ecclesiali con riferimento al coinvolgimento di Giovanni Paolo II nella soluzione di questi casi». Il cardinale Levada si limita a ricordare fatti già pubblici, vale a dire la decisione di annoverare gli abusi sui minori tra i delicta graviora, con la promulgazione nel 2001 del motu proprio Sacramentorum sanctitatis tutela, e il discorso che Papa Wojtyla tenne il 23 aprile 2002 ai cardinali degli Stati Uniti convenuti a Roma per discutere dello scandalo.
La lettera del Prefetto Levada, secondo quanto scrivono padre Daniel Ols e monsignor Slawomir Oder, rispettivamente relatore e postulatore del processo di beatificazione, «scioglie qualsiasi dubbio sulla nitidezza dell’atteggiamento del Servo di Dio» e «risponde direttamente a chi potrebbe insinuare una qualche forma di ambiguità della sua posizione». Anche se nessuno ha dubbi sulla santità personale del Pontefice polacco, Oltretevere c’è chi teme che quanto sta emergendo riguardo a Maciel e alle coperture di cui ha goduto nell’entourage vaticano possa far riaprire il dossier e rallentare l’iter della beatificazione. Eventualità che però al momento nessuno ha preso in considerazione.

© Copyright Il Giornale, 27 aprile 2010 consultabile online anche qui.

Attenzione alle date: la lettera del card. Levada e' del 2007, cioe' risale a prima della morte di Maciel e soprattutto e' precedente la visitazione apostolica ai Legionari.
Il tutto mi fa pensare che la decisione sulla congregazione sia ormai piu' che prossima.
Non c'e' stata alcuna copertura da parte di Giovanni Paolo II, ma qualcuno, in curia, cerco' disperatamente di salvare Maciel.
Chi e perche'? Basta ambiguita'.
Onore e merito a Joseph Ratzinger che mai si lascio' abbindolare dal "carisma" (che brutta parola!) di questo personaggio costretto al ritiro e sepolto in una semplice tomba di famiglia (avrebbe voluto essere sepolto in una basilica romana).

R.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

mah, io vorrei solo più trasparenza e meno fretta di completare l'iter di beatificazione. Una cosa simile non si era mai vista in passato.
Alessia

mariateresa ha detto...

sono Ot, lo so, ma misembra interessante: lo spiritosone del Foreign Office è costui
http://www.dailymail.co.uk/news/article-1269077/Anjoum-Noorani-The-papal-visit-chief-Pope-condom-memo.html?ITO=1490

come si nota dall'articolo il suo ruolo non era esattamente quello dell'uomo delle pulizie.

Anonimo ha detto...

che strano se ci fate caso.
benedetto xvi non può mai non sapere, gp2 poteva non sapere.
complimenti alla coerenza.

Anonimo ha detto...

sapremo qualcosa della squallida vicenda Maciel e, soprattutto, dello schifo che continua ad albergare nei Sacri Palazzi? Infatti chi parla più del caso Burgazzi (che cosa c'era sotto? come mai un sacerdote certamente non geniale, ma serio e fedele è stato messo da parte pur continuando a ricevere il lauto stipendio del Vaticano? perché si compra il suo silenzio?). Che dire poi della omosessualità ostentata e praticata da parte di molti monsignori di Curia [vedasi sito Venerabilis]? E poi tutto trasparente sul versante economico e finanziario in Vaticano? si sente dire di commerci innominabili, sia dal punto di vista civile che morale...
E sul versante teologico ecclesiologico? Che dire della fronda modernista (in Italia meglio sarebbe definirla martiniana) che continua a condizionare l'episcopato, confondendo e destabilizzando il popolo dei buoni cattolici?
Preghiamo tutti perché il Papa viva sufficientemente a lungo per poter fare un po' di pulizia riportando la Chiesa sulla retta via che, come ognuno sa, fin dal 1965, è stata 'gioiosamente' abbandonata per spalancare le porte della Sposa di Cristo non tanto al suo Sposo (cfr, GP II) quanto allo spirito del mondo e allo spirito anticattolico e anticristiano.... e così incamminandosi spensieratamente sulla via della perdizione.

un sacerdote che conosce bene la vendicatività dei sedicenti cristiani adulti-progressisti-democratici.... e per questo non si firma

Anonimo ha detto...

«Non risulta alcun coinvolgimento personale del Servo di Dio Giovanni Paolo II nel procedimento nei confronti del Rev. Padre Marcial Maciel Degollado LC, fondatore dei Legionari di Cristo».
Ambigua come frase. Significa che Papa Wojtyla non era al corrente della condotta immorale di Maciel? Significa, che non ha sollecitato né bloccato indagini nei confronti del poco reverendo padre? Inoltre, il fatto che non vi sia stato un intervento diretto del Papa non esclude che questo sia avvenuto per interposta persona.
Alessia

Anonimo ha detto...

Mons. Oder è uno dei membri della camarilla polacca che ha sgovernato la chiesa sotto Giovanni Paolo II.
Anch'io credo fermamente che il Papa fosse all'oscuro ma ..si può dire lo stesso del suo entourage?
Diceva mons. Fenton che il grande male nella chiesa cattolica è iniziato molto tempo prima del Vaticano II.Dopo Pio X i papi sono stati deboli e liberali e hanno immesso nell'episcopato una quantità di vescovi stupidi e insignificanti.Giovanni Paolo II che bacia l'Alcorano e i preti e vescovi pedofili sono gli ultimi amari frutti dei modernisti.

Anonimo ha detto...

Secondo mons. Oder il Papa regnava...ma non governava.
Chi stava al timone della Barca di Pietro? Don Stanislao,mon. Novak, mons. Paetz,Wanda e... Sodano?
Più che un governo visto lo stato pietoso in cui hanno lasciato la chiesa,il peggiore dai tempi di Clemente VII,mi sembra fosse una banda di incapaci!