lunedì 3 maggio 2010
Grande folla per Papa Ratzinger a Torino. Benedetto XVI incontra la città, i giovani ed i malati. Poi si inginocchia davanti alla Sindone (La Stampa)
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Grande folla per Ratzinger a Torino
Il Papa: "Sono vicino ai disoccupati"
Il Pontefice celebra messa in piazza,
poi prega di fronte alla Sindone e incontra i giovani. La città in festa
torino
Il cielo è stato per tutto il giorno plumbeo, con nuvole gonfie di pioggia, ma Torino si è scaldata e illuminata per la visita pastorale di Benedetto XVI. Un pontefice mancava in città dal ’98, quando venne Giovanni Paolo II, e i torinesi e molti altri fedeli venuti da fuori, hanno accompagnato con emozione e curiosità le tappe in città del suo successore.
Felici di un fugace saluto lungo il percorso in città a bordo della "Papamobile", o emozionati per una vicinanza più lunga, in piazza San Carlo, durante la messa del mattino o l’incontro con i giovani nel pomeriggio. «Una giornata storica per Torino e per il Piemonte», commenta il neo governatore della Regione Piemonte, Roberto Cota. «Questa è la città dell’accoglienza», aggiunge il sindaco del capoluogo piemontese, Sergio Chiamparino, che nel suo saluto al pontefice in piazza San Carlo ha citato la lunga tradizione dei santi sociali piemontesi. I due appuntamenti di piazza hanno radunato decine di migliaia di persone: 50 mila per la messa, seguita anche su sei maxi-schermi allestiti nel centro cittadino, 15 mila i giovani che hanno applaudito il papa, incuranti della pioggia sempre più intensa.
La giornata torinese di Benedetto XVI, iniziata con l’arrivo poco dopo le 9.00 all’aeroporto di Caselle, ha avuto anche momenti più raccolti, in Duomo, dove ha meditato sostando davanti alla Sindone, e alla Piccola Casa della Divina Provvidenza-Cottolengo, un simbolo della solidarietà. Tra un impegno e l’altro, Benedetto XVI, ha trascorso anche qualche ora lontano dalla folla: nel palazzo dell’Arcivescovado ha pranzato con i vescovi piemontesi, un pasto frugale - hanno raccontato alcuni commensali - prima di un breve riposo e del saluto a ospiti illustri. Alla Curia sono arrivati il presidente della Fiat John Elkann, accompagnato dalla moglie Lavinia Borromeo, il presidente della Telecom Gabriele Galateri di Genola, l’imprenditore Marco Boglione, i principi di casa Savoia e molti altri esponenti del mondo economico e finanziario della città, i parenti dell’arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto.
Sorridente, per nulla affaticato nonostante gli impegni, Papa Ratzinger si è detto «soddisfatto» della visita al Comitato organizzatore dell’Ostensione che ha salutato all’uscita dal Duomo di San Giovanni. «Era contento - riferisce il presidente del Comitato, Fiorenzo Alfieri - in particolare del clima di raccoglimento e preghiera che si respirava stamani in piazza San Carlo. Torino - aggiunge sorridendo - ha fatto una buona impressione al Santo Padre». Non tutti, però, hanno accolto con entusiasmo il Papa: un gruppetto di Radicali ha appeso un cartello ’Libera Chiesa in libero Statò, sull’obelisco che ricorda le leggi Siccardi, per protestare «contro le ingerenze e le direttive della Chiesa» e qualche decina di anarchici e autonomi ha organizzato una festa anti-clericale, in piazza Madama Cristina, lontano comunque dai luoghi di visita di Benedetto XVI.
Davanti alla Sindone, il telo che - secondo la tradizione - avvolse il corpo di Gesù dopo la croce, il Papa ha parlato del nascondimento di Dio, di una umanità oscurata dagli orrori del XX secolo ma anche di quelli di oggi; ha sollevato il tema della morte e della sensazione spaventosa di abbandono e confessa che, col passare degli anni, si sente «più sensibile» al messaggio della sacra icona. Anche perchè, stavolta, è venuto a renderle omaggio come «Successore di Pietro», portando nel suo cuore la Chiesa e l’umanità. La preghiera in ginocchio davanti alla teca illuminata del lino che riprodurrebbe il volto e il corpo martoriati di Cristo, nel duomo di Torino, è stato il momento centrale della visita di undici ore. Altri avvenimenti e altri discorsi hanno però arricchito una giornata particolarmente intensa: dall’appello rivolto ai politici, durante la messa mattutina in Piazza San Carlo, perchè perseguano sempre il «bene comune», alla solidarietà espressa ai disoccupati, ai precari e agli immigrati.
Poi l’incontro con i giovani, a cui ha chiesto di non vivacchiare, ma di compiere scelte definitive, e la commovente sosta tra i malati del Cottolengo, esortati da lui a non sentirsi estranei al mondo. Benedetto XVI ha pregato davanti alla Sindone. Qui papa Benedetto XVI ha confessato di essere diventato, con il passare degli anni, ancor più sensibile al «messaggio di questa straordinaria icona», simbolo del Sabato santo, del «nascondimento di Dio», ma anche prefigurazione della sua resurrezione. Ratzinger ha spiegato come tutti abbiano sentito la sensazione «spaventosa di abbandono» della morte. «Gesù Cristo - ha detto - rimanendo nella morte, ha oltrepassato la porta di questa solitudine umana per guidare anche noi a oltrepassarla con Lui». La Sindone,inoltre, ha spiegato, è un’icona che interpella, in tutta la sua attualità, l’umanità oscurata dalle guerre, dalle violenze, e in particolare dagli orrori del secolo scorso, dai lager ai gulag, da Hiroshima a Nagasaki.
Nella messa mattutina, nel "salotto buono" di Piazza San Carlo, il pontefice si era soffermato su temi più sociali. «So che anche a Torino non mancano difficoltà, problemi, preoccupazioni: penso, in particolare - aveva detto - a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarietà, a causa della mancanza del lavoro, dell’incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale; penso alle famiglie, ai giovani, alle persone anziane che spesso vivono la solitudine, agli emarginati, agli immigrati». In serata la tappa tra i sofferenti estremi del Cottolengo è stato l’ultimo, simbolico, impegno. Poi poco prima delle 20:00 la ripartenza per Roma, in aereo da Caselle.
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2 commenti:
cari tutti, buon giorno.
ieri ho seguito non completamente la visita, ma i momenti salienti sì e sono veramente felice per come è andata. Ho visto anche il Santo Padre più disteso e sorridente, E devo dire che ho toccato con mano che , nonostante tanti sforzi volonterosi per minarne l'immagine, molte persone gli vogliono bene e glielo dimostrano.E di questo sono felice e riconoscente.
Cara Raffaella ti segnalo questo splendido articolo di Agnoli:
"Usa: perchè la pedofilia può diventare anche un business".
Per capire come mai negli Usa vi siano così tante denunce di pedofilia, ben più che altrove, occorre capire come funziona il diritto americano: dal caso preti cattolici, ai boys scouts, a Michael Jackson ...
http://www.libertaepersona.org/dblog/
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