giovedì 27 maggio 2010

Il testo del saluto del card. Bagnasco al Papa: «Padre Santo, il Popolo di Dio che è in Italia Le vuole bene e si stringe a Lei»


Saluto Card. Bagnasco al Santo Padre

Beatissimo Padre,

la Sua presenza tra noi rappresenta sempre il momento più alto ed intenso della nostra Assemblea e per questo desidero esprimere, sin dall’inizio, a nome di tutti i Vescovi italiani, vera gioia e profonda gratitudine per essere ancora una volta in mezzo a noi. Noi sappiamo di dover sempre ringraziare Pietro per il Suo universale ministero oltre che per il Suo singolare legame con la nostra Patria, ma in questo momento ancor più per quanto Lei ha fatto e sta facendo in ordine all’esemplarità della Chiesa e dei suoi ministri. Davvero nella Sua persona ci è dato di scorgere il Pastore all’altezza delle sfide, che affronta con credibilità e lucidità questo tempo difficile; in Lei noi vediamo il maestro che parla della verità di Dio e rivela il giusto rispetto per la verità degli uomini. Siamo consapevoli, Padre Santo, che la santità è la condizione essenziale per ogni efficacia pastorale e perché la luce della Chiesa risplenda a servizio del mondo. Per questo desideriamo unirci alla Sua azione di autoriforma della Chiesa perché sia all’altezza della sua vocazione e diventi sempre più quella che corrisponde al disegno di Dio, la cui presenza è necessario rendere presente al mondo contemporaneo, fin dentro le condizioni quotidiane dell’esistenza.
In questi giorni abbiamo anche riflettuto sul servizio episcopale sulla scorta del Suo invito ad esercitare in pieno “la responsabilità come servizio alla crescita degli altri,e, prima di tutti, dei sacerdoti” (Discorso all’Episcopato del Portogallo, Fatima, 13 maggio 2010). Da questo punto di vista gli Orientamenti pastorali per il prossimo decennio che stiamo per approvare spingono con decisione ad impegnarci in una rinnovata stagione di educazione che è, secondo le Sue stesse parole, ”un’esigenza costitutiva e permanente della vita della Chiesa” (Discorso all’Assemblea della CEI, 28 maggio 2009). Siamo incoraggiati, oltre che dalle Sue parole e dal Suo esempio, anche dalla quotidiana testimonianza di tantissimi sacerdoti - vera gloria della nostra Chiesa – e di innumerevoli religiosi, religiose e laici che vivono il dono della fede e la gioia di donarla. Una riprova di quanto forte sia la ricerca di Dio anche nella nostra società, pure attraversata da venature secolarizzanti, è stata di recente l’Ostensione della Sacra Sindone che in poche settimane ha attirato ben oltre due milioni di pellegrini a Torino. Anche Vostra Santità ha voluto sostare in preghiera dinanzi “all’icona del mistero”, confermando con la Sua intensa interpretazione teologico-spirituale quanto la fede vissuta dalla gente del popolo sappia cogliere l’essenziale della fede cristiana e la luce inaccessibile del mistero divino.

Mentre rinnoviamo filiale obbedienza al Suo magistero di pensiero e di vita, vogliamo confermarLe la medesima vicinanza affettuosa e sincera che ha avuto modo di sperimentare lo scorso 16 maggio in Piazza San Pietro, grazie al grande abbraccio con cui il laicato cattolico ha inteso esprimere il proprio amore per il Papa.
Padre Santo, il Popolo di Dio che è in Italia Le vuole bene e si stringe a Lei: benedica le nostre Chiese perché possano essere “segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Lumen Gentium, 1).

Dal sito ufficiale della Cei

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