martedì 6 luglio 2010

Quando i giudici si improvvisano teologi. Analisi del prof. De Marco (Magister)

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non so, sono perplessa. Ho letto un sacco di analisi sulla pilatesca non decisione della Corte Suprema USA e mi pare che alcune si accavallino altre si contraddicano. Insomma, tutto è molto confuso. Forse questo dipende dalla mia scarsa cultura giurica.
Alessia

Anonimo ha detto...

Pare che la questione belga si stia complicando in modo terribile:
http://www.rtlinfo.be/info/belgique/faits_divers/721319/dossier-dutroux-a-l-archeveche-eric-de-beukelaer-demande-la--prudence-
vedi anche qui:
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201007articoli/56500girata.asp
Alessia

Anonimo ha detto...

Credo che ci sia molta ingenuità, o molta ipocrisia, nel valutare il ruolo che la giustizia si sta ricavando, a danno di altri, nel mondo. Non è solo un problema italiano. In passato, ad esempio, le guerre si concludevano con un compromesso tra le parti (alla fine del quale entrambe mantenevano ruolo e dignità) o con la "debellatio" completa di una di queste (e la morte sul campo del perdente). Dalla seconda guerra mondiale, invece, si è imposta l'arroganza delle giustizia che vuole processare il perdente, addossandogli ogni colpa (vera ed inventata) fino alla forca finale. Il processo di Norimberga non è stato che il primo caso, seguito dall'imprigionamento di Noriega, dal processo a Milosevich, dall'impiccagione di Saddam e chi più ne ha più ne metta. Noi stessi italiani, scarnifichiamo le Regole di Ingaggio dei nostri militari in Afghanistan per vedere se hanno il diritto di usare le armi (ma come, e l'art.11 della Costituzione dove lo mettiamo? il solo libro sacro che concepiamo!), ma non battiamo ciglio di fronte all'aborto giuridico per il quale il pastore errante per l'Asia che, a casa sua, mette una mina sulla strada e colpisce un nostro mezzo, deve rispondere alla giustizia ordinaria di Roma (non sa neanche dove sia) ai sensi della legge italiana (che non è tenuto a conoscere). Per questo, queste guerre "giuste" per definizione (come se effettivamente fossero tutte Ordalie nelle quali Dio da la vittoria al "buono") non finiscono mai, visto che il perdente non si rassegnerà mai a perdere vita, dignità e libertà con la fine del conflitto.
E' questa un'invenzione tipicamente americana (anche se gli USA non hanno ipocritamente ratificato l'accordo sul Tribunale internazionale per non esporre i propri militari a processi stranieri) che ora sta dando i suoi frutti anche nei confronti della Chiesa.
Se effettivamente un giudice qualsiasi (americano, cioè del Paese gendarme mondiale) può portare in giudizio il vertice di uno Stato straniero come il Papa per i viziacci di alcuni preti post conciliari, perchè non dovrebbe fare lo stesso per difendere il diritto delle donne (o dei gay) di accedere al sacerdozio e magari all'episcopato? E che ci sarebbe di strano, in tale contesto, se lo stesso giudice, magari spalleggiato da qualche lobby potente, entrasse nel merito della liturgia asseritamente "antisemita" di questa o quella religione? E perchè non dovrebbe entrare nel merito delle regole religiose che conculcano il diritto di tutti i cittadini (e i preti sono cittadini, perbacco!) ad avere una propria libera sessualità?
Il fondamentalismo religioso che, inseminato artificialmente dal nichilismo, ha partorito l'ideologia americana tra i nostri scroscianti applausi ha dato questi frutti. A noi, ora, il compito di sbucciarceli e ingollarceli.
Corrado