martedì 24 agosto 2010

La Chiesa di Panebianco (Francesco Saverio Garofani)


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La Chiesa di Panebianco

Francesco Saverio Garofani

Dicono i sondaggi in Francia che il presidente Sarkozy grazie alla scelta di rimpatriare centinaia di rom abbia recuperato due punti di gradimento rispetto ad una tendenza che negli ultimi mesi lo aveva visto perdere costantemente consensi, fino a toccare il minimo storico della sua popolarità.
Tanto è bastato al ministro Maroni per precipitarsi a dichiarare che anche il governo italiano farà la stessa cosa. Anzi, la farà in maniera molto più dura, perché su questo piano la destra italiana non ha nulla da imparare da quella d’Oltralpe.
Casomai può dare qualche lezione.
Senonché capita che a mettere un granello di sabbia in questa operazione in cui si combinano in maniera esemplare cinismo e demagogia sia la protesta che si alza dalla Chiesa. La Chiesa universale, che è tale perché costruita su un presupposto ineliminabile per quanto scomodo: tutti gli uomini sono uguali, perché tutti figli dello stesso Padre.
Quindi la dignità di un rom è esattamente la stessa di qualsiasi altro uomo, a prescindere dalla sua appartenenza etnica o religiosa. In questo caso la dignità di queste persone viene ferita: i rom vengono rimpatriati in quanto rom, e non perché abbiano commesso un qualche reato.
Poteva la Chiesa tacere? No. E infatti ha fatto sentire la sua voce, prima attraverso un netta presa di posizione della Cei. E poi al più alto livello e con una fortissima ed inequivocabile scelta simbolica: le parole sul tema pronunciate dal Santo Padre in francese.
Non è dato sapere quale sarà questa volta la risposta di Bossi, il quale ha dichiarato di avere più fede in Maroni che nei vescovi italiani.
In compenso abbiamo letto un vigoroso intervento di Angelo Panebianco che il Corriere della Sera ha pubblicato come editoriale, forse per bilanciare quello del giorno precedente di Aldo Cazzullo sul disagio dei cattolici italiani rispetto all’incapacità dei partiti dei due schieramenti di interpretarne e rappresentarne le istanze.
Tra queste istanze c’è senza dubbio, largamente sentita, l’esigenza di coniugare, a proposito di immigrazione, sicurezza ed accoglienza, legalità e solidarietà. È un tema squisitamente politico. Anzi, è forse la questione politica per eccellenza nel tempo della globalizzazione e della necessità di costruire la convivenza possibile tra le diversità.
Invece Panebianco contesta proprio questo: che uomini di Chiesa intervengano nel merito delle politiche dei singoli governi a proposito di immigrazione. Il titolo dell’editoriale dice tutto: “I principi e la realtà”. Da una parte gli uni, dall’altra il mondo reale.
Come se la durezza della realtà dovesse essere per forza impermeabile ai principi. Certo, sempre più spesso è così, o appare così.
Ma cosa accadrebbe se anche la Chiesa abbandonasse la strada della sua missione, che è anche e prima di tutto quella della profezia? Che non si stanca di ripetere che c’è un’alternativa alla logica dominante dello scontro, della forza, della violenza, del profitto che sembrano le uniche leggi riconosciute nel mondo di oggi.
Questa alternativa ha molto a che fare, sia pure in forme indirette, con la politica.
Ed è anche per questo che Benedetto XVI ha ripetutamente sollecitato l’impegno di una nuova generazione di cattolici nella politica.
Non si tratta qui, a mio avviso, di riaprire una vecchia questione cattolica, né di reinventare una presenza organizzativa, partito o lobby che sia. Il tema del rapporto tra fede e politica va definitivamente collocato nello scenario nuovo della politica italiana e sottratto alla strumentalizzazione di chi, a turno, cerca di usare la Chiesa.
Così come sarebbe illusorio e perdente il tentativo opposto: quello di una Chiesa spinta a cercare nella politica uno strumento della sua azione di evangelizzazione, negando l’autonomia e la responsabilità dei laici nella politica.
Al contrario, è proprio alla responsabilità e alla libertà dei laici che è affidata la possibilità che la profezia evangelica, lungi dall’essere pura testimonianza, entri nella storia e cambi la vita degli uomini.
Per dirla rovesciando Panebianco: riconnetta principi e realtà.
Torni a tessere il filo che lega ciò in cui si crede con ciò che si fa, per far sì che i valori non siano parole astratte, pronunciate senza conseguenze.

© Copyright Europa, 24 agosto 2010 consultabile online anche qui.

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