lunedì 20 settembre 2010

In un articolo di Marroni (pieno di stereotipi) c'è una frase molto importante sulla ragione per cui il Papa torna spesso sul tema della pedofilia

Clicca qui per leggere l'articolo di Marroni segnalatoci dalla nostra Alessia.
In esso sono contenuti i soliti confronti e qualche stereotipo ma c'e' una frase (sempre segnalataci da Alessia) su cui e' bene riflettere e che condivido in pieno
:

" Sulla piaga della pedofilia il suo messaggio è stato fortissimo: la Chiesa non ha fatto il suo dovere (rinforzando quanto disse in Portogallo in aprile, quando parlò di fatti ‘terrificanti'), le piccole vittime sono a fianco dei martiri di ogni tempo. Ratzinger ne ha parlato tanto, ha incontrato alcune vittime e le associazioni di tutela e recupero. Dentro la Chiesa c'è sempre chi accusa i media di voler battere sempre su questo tasto – e per questo additati a comoplici di un complotto anticattolico - quasi a voler derubricare il tutto agli abusi. Ma la verità è che è il papa a tornarci sopra, a rimettere sul piatto le colpe dell'Autorità, quindi dei vescovi sostanzialmente: è lui che vuole che ne parli, facendo anche crescere il sospetto che la sua opera di pulizia trovi difficoltà ad affermarsi dentro le gerarchie".

Credo che Marroni abbia ragione.
Quanto al "mito" della visita di Papa Giovanni Paolo II, forse, dovremmo sentire anche una campana un po' diversa da quelle udite in questi giorni. Per esempio quella di Paolo D'Andrea nell'articolo di giovedi' scorso.
Al di la' delle analisi e dei confronti dovremmo tenere conto di una semplice realta': il 2010 non e' il 1982 e Benedetto XVI ha iniziato la sua visita in salita (per vari motivi che conosciamo), non in discesa. Per questo il suo successo e' ancora piu' significativo
.
R.

2 commenti:

mariateresa ha detto...

cara, gli è restato solo questo, solo il paragone con il predecessore. Sennò non sanno più come argomentare.Senza dover ammettere di non saper esprimere un concetto originale che uno.
Questo giornalista poi si è classificato primo al concorso "Solo luoghi comuni mi raccomando". E' vero che è in buona compagnia

Maria R. ha detto...

Mentre ieri sera guardavo la cerimonia di "congedo", pensavo semplicemente, senza grandi "manovre intellettuali" (perché di certo non me le posso permettere :D), che oggi ci siano state le condizioni (sotto tutti i punti di vista) per questa visita e per questo successo...e che questo Papa sia stato il Papa "adatto".
Nulla voglio togliere ai precedenti, perché chi mi conosce bene sa che sono una grande "fan" di un altro paio di Pontefici, ma se analizzo un pò le varie caratteristiche di ognuno e le metto sui piatti di una bilancia, valutandoli come elementi non "pro o contro", ma semplicemente come dati oggettivi, credo che solo Benedetto XVI avrebbe potuto farsi carico di una visita di questo genere, in un Paese "particolare" per cultura, aspetto religioso e anche "socio-psicologico".
In lui c'è quell'equilibrio fra misticismo (che il concetto di mistica è quello di relazione continua con Dio, mica solo di stimmate eh!) e razionalità, quella completezza di "sapere" personale che lo rende "completo" e in grado di "saperci fare" in ogni situazione.
Ha saputo trovare (da solo) le parole giuste per ogni diversa circostanza, senza dimenticare di toccare nessun aspetto, dal più "spirituale" a quello più "sociale" e se questo è quello che ci è arrivato dai discorsi ufficiali, indubbiamente molto di più avrà dato, in questo senso, negli incontri privati.
Per me, questa "completezza" ha reso possibile il successone del nostro Papa :)