lunedì 8 novembre 2010

"La verità del Papa" di Aldo Maria Valli: la recensione de "Il Foglio"

La verità del Papa. Perché lo attaccano, perché va ascoltato" di Aldo Maria Valli. Commenti, recensioni ed articoli

"La verità del Papa" di Aldo Maria Valli

Lindau, 184 pp., 12 euro

Il recente viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito è stato un successo che ha spiazzato i mass media. Erano pronti a intonare il de profundis dopo lo scandalo dei preti pedofili, invece hanno dovuto constatare l’affetto e la partecipazione con cui il Papa è stato seguito dai cattolici britannici e non solo.
Certo, il tema degli abusi è stato un ritornello ossessivo, gli è stata attribuita un’identificazione tra le vittime degli abusi sessuali e i martiri che un teologo come lui non avrebbe potuto formulare. La sua raffinatezza di pensiero mal si concilia con la sbrigatività dei palinsesti. Non è un caso che fin dall’inizio del suo pontificato questa persona mite ma ferma abbia eccitato il killer instinct dei media.
“Un uomo pericoloso”, lo definisce infatti un addetto ai lavori come Valli. Per il vaticanista del Tg1, però, è un complimento: “Papa Benedetto XVI non fa che sottolineare e riaffermare continuamente, con la lucidità dello studioso e l’incisività del pastore, principi basilari della dottrina cristiana, ma proprio per questo diventa pericoloso per chi vorrebbe l’uomo non libero ma asservito, non pienamente responsabile ma obnubilato, non consapevole della bellezza e delle possibilità della ragione umana ma come rattrappito e incapace di concepire pensieri grandi”. Pensare in grande, da credenti, è invece il programma di Joseph Ratzinger fin dall’inizio del suo pontificato, e non poteva essere altrimenti per un teologo prestato al servizio pastorale.
Valli ripercorre le tappe più significative di questi cinque anni, sempre accompagnate da polemiche feroci: il discorso di Ratisbona che ha scatenato il mondo islamico, la revoca della scomunica a quattro vescovi lefebvriani (tra i quali il negazionista Williamson) che ha irritato ebrei e cattolici progressisti, l’eresia sul preservativo durante il viaggio in Africa che è stata censurata da alcuni governi europei, la tempesta perfetta dei preti pedofili che ha scandalizzato tutti. Senza contare altri episodi emblematici come la mancata visita alla Sapienza dopo l’ostracismo di una minoranza di professori e studenti.
In questo brillante saggio di apologetica divulgativa, Valli spiega che i motivi di questa aggressione sistematica a Papa Ratzinger sono sostanzialmente due: “Perché dice che una verità esiste e perché fa appello alla giustizia sociale”, ostacolando così “le manovre di chi invece campa sul relativismo morale e sull’ingiustizia sociale”. Il vaticanista del Tg1 non crede al complotto (“Inutile cercare di immaginare un ‘grande vecchio’ impegnato a orchestrare campagne denigratorie. Ci sono piuttosto tanti interessi che convergono”) e preferisce far notare come questo Papa dia fastidio anche a molti cattolici, specie quei “paladini della chiesa dal basso che lavorano alacremente per far credere che sotto la cupola di San Pietro ci sia solo del marciume” in nome dello spiritualismo, eterna tentazione dei credenti.
Valli, che certo non può essere annoverato fra i tradizionalisti, picchia duro sulle contraddizioni di una comunità più disposta a tollerare il mondo che testimoniare di fronte a esso: “A volte si ha l’impressione che nei cattolici e nella chiesa scatti una sorta di ‘sindrome di Stoccolma’.
Anziché usare la ragione per smascherare il nemico e neutralizzarlo con la verità, si produce nei suoi confronti un sentimento di ammirazione se non addirittura d’amore. All’origine c’è un misto di ignoranza e scarsa consapevolezza del proprio patrimonio, che sfocia in un micidiale complesso d’inferiorità”. Benedetto XVI non ne soffre. Per questo è nel mirino.

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