sabato 20 novembre 2010

Pedofilia. I dubbi dei cardinali sulla "tolleranza zero" (Magister). Ora sappiamo perchè il Papa ha incontrato tante difficoltà nella sua lotta ai preti pedofili...

Clicca qui per leggere l'interessante commento di Sandro Magister.

Capisco le obiezioni dei cultori del diritto, ma occorre rendersi conto che la pedofilia e' una emergenza (e non perche' lo hanno deciso i media, ma perche' c'e' di mezzo la credibilita' di tutta la Chiesa ed e' tempo di ammettere che il primo a denunciare questa verita' e' stato Joseph Ratzinger) e, come tale, merita una legislazione di emergenza. Un po' come e' avvenuto in Italia con le "leggi straordinarie" sul terrorismo e sulla mafia.
Tutti vorremmo che non esistesse una norma come l'articolo 41 bis dell'ordinamento penitenziario (cosiddetto carcere duro), ma e' necessario e va accettato!
I cardinali riflettano piuttosto sulle ragioni che hanno portato il Santo Padre a indrodurre norme durissime per prevenire i casi di pedofilia e per punire i colpevoli. La colpa non e' forse di quei vescovi lassisti che fino al 2001 hanno preferito girare la testa dall'altra parte?
Ci vuole un bel coraggio a criticare la tolleranza zero promossa dal Santo Padre quando, nei primi mesi del 2010, si e' permesso che i media lo trattassero come l'unico capro espiatorio di tutta questa faccenda evitando accuratamente di analizzare responsabilita' risalenti agli anni passati.
E in questo, mi dispiace, il "caso" Maciel e' la chiave di volta!
Non ci vuole un genio per capire come mai, ad eccezione di Magister, i commentatori evitano come la peste di pronunciare anche solo il nome dell'uomo che il Vaticano ha definito criminale.
Capisco che i vescovi si sentano "esautorati", percepiscano che le inchieste contro i preti pedofili sono state avocate da Roma proprio perche' il Papa (ancora da cardinale) non si fidava dei processi diocesani, ma, come dice il Poeta, "chi e' causa del suo mal...".
Si eviti di criticare e si pensi invece ad aiutare il Papa nella sua operazione di pulizia e lucidatura
.
R.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Sai, Raffaella, che cosa ci vorrebbe? Una bella norma che dia al Papa la facoltà senza possibilità di appello di deporre un vescovo, quando e come piace al S. Padre.
Quanti ostacoli in meno!!

Jacu

euge ha detto...

Grande Raffaella come sempre! Analisi perfetta!

sonny ha detto...

Mi associo a Euge, che saluto con affetto.

Anonimo ha detto...

Mi dispiace, ma questa volta sento di dissociarmi pienamente dalla sua analisi. Vivo negli Stati Uniti dove circa 300 sacerdoti accusati di pedofilia, dopo un regolare processo civile, durato svariati anni, sono stati riconosciuti pienamente innocenti e prosciolti da qualsiasi addebito.
Ma:
1) all'indomani della denuncia furono sospesi a divinis e molti di loro ridotti allo stato laicale;
2) le diocesi per non affrontare il processo si accordarono per i risarcimenti miliardari con le presunte vittime in via extragiudiziale, ed ora non vogliono reintragrare questi preti perché diffamati. Si afferma: "chi vorrebbe più un sacramento da un prete processato per pedofilia?"
Mi chiedo: non avevano diritto questi sacerdoti alla presunzione di innocenza anche in ambito canonico o erano da condannare tout court e basta???
Se è valida la tesi che lei, cara Sig.ra Raffaella, tenta di difendere ad oltranza: qualsiasi sacerdote accusato come pedofilo da un pincopallino qualunque rischia di trovarsi dall'oggi al domani senza la tonaca...ed io sono testimone di moltissimi casi di questo genere!!!
un don qualsiasi.
Saluti

Raffaella ha detto...

Anche il procedimento amministrativo prevede l'appello.
La riduzione allo stato laicale senza processo avviene in casi straordinari.
R.

Alice ha detto...

A parte che i cardinali non si sono opposti alle decisioni di Benedetto ma hanno semplicemente tentato di effettuare un approfondimento giuridico su su tema ("la risposta della Chiesa ai casi di abusi sessuali") da lui proposto, penso che il succo stia nelle ultime righe del testo: "Una normativa di emergenza dovrebbe cessare una volta superata la fase critica".

Anonimo ha detto...

La situazione è abbastanza complessa. In genere le misure di emergenza purtroppo presentano anche dei lati non proprio positivi. Tuttavia essi a mio parere possono essere arginati attraverso un'applicazione intelligente delle norme stesse. Ad esempio la situazione decritta da anonimo credo non debba e non possa essere sottovalutata specie in quei paesi come gli USA dove maggiore è stato lo scandalo e dove si potrebbe maggiormente abusare della normativa d'emergenza. Tuttavia proprio la situazione a cui anonimo fa riferimento credo sia originata non dalle norme in sè ma da una certa volontà di andare oltre anche la durezza della normativa; volontà forse sospinta anche dal timore di essere ancora una volta criticati dai media.

Antonio