martedì 30 marzo 2010

Il popolo di Dio e gli attacchi di questi giorni. La Chiesa che sale la Via Crucis non può lasciarci indifferenti (Ognibene)


Vedi anche:

Ora abbiamo la prova che le inchieste del card. Ratzinger sui pedofili furono fermate in almeno tre occasioni: Maciel, Burresi e Groer. Perchè?

Pedofilia, card. Schoenborn: non fu Joseph Ratzinger ad insabbiare (Apcom)

Schoenborn: "Il card. Ratzinger voleva punire il vescovo pedofilo. Fu bloccato da ambienti della Curia" (Tarquini per Repubblica)

Card. Schoenborn: la curia vaticana convinse Papa Wojtyla a bloccare l'inchiesta del cardinale Ratzinger contro il card. Groer (BBC)

Abusi, Mons. Dolan: i progressi fatti dalla Chiesa Cattolica negli Usa non sarebbero mai potuti avvenire senza l'insistenza ed il sostegno del Papa

Piazza San Pietro unita, resta intatta la fiducia nel Pontefice

Pedofilia, diocesi di Verona: sul Provolo "una balla dopo l'altra" (Izzo)

Il record di pedofili? In India che non è un Paese cattolico...

"Quei moralisti inglesi che chiedono le dimissioni del Papa e aiutano i pedofili" (Gianfranco Amato)

Gravissima decisione della Congregazione del Clero: rigettato il ricorso del parroco di Thiberville (Messainlatino)

Nella Chiesa c’è chi usa gli scandali per abolire il celibato (Tornielli)

Mons. Negri scrive al Santo Padre: Di fronte alla Chiesa e al mondo Lei sta percorrendo “la via dolorosa”

L'omelia per Giovanni Paolo II ed i nuovi attacchi al Papa: il commento di Salvatore Izzo

Martini sostiene di essere stato frainteso. Bene! Ora il cardinale sa dove inviare precisazioni, smentite e chiarimenti

Osservatore: non ha senso contrapporre Wojtyla a Ratzinger (Izzo)

Giovanni Paolo II a cinque anni dalla morte. Il commento di Bernard Lecomte (Osservatore Romano)

Il Papa: "Giovanni Paolo II sapeva di essere stato preso per mano dal Signore e questo gli ha consentito di esercitare un ministero molto fecondo" (Omelia)

Abusi sessuali, i vescovi del Medio Oriente: Appoggio incondizionato e piena solidarietà a Benedetto XVI (Sir)

Attacchi contro il Papa e la Chiesa sulla vicenda degli abusi: campagna di odio anticristiano (Radio Vaticana)

Incredibile scivolone della Radio Vaticana (versione tedesca) che non ha nulla di meglio da fare che pubblicare le farneticazioni di Ali Agcà

Il teologo spagnolo Saranyana: Ratzinger ereditò a Monaco una Diocesi iperburocratica con 200 impiegati. Per cenare con lui dovetti chiamare la sorella

Perché i media non possono trattare in modo equo il Papa? (Andrew M Brown)

Dopo la lettura del comunicato di Mons. Dolan a difesa del Papa ovazione di venti minuti dei fedeli nella Cattedrale di St. Patrick a New York

Mons. Dolan: nessuno è stato più energico nel fare pulizia nella Chiesa dell'uomo che oggi chiamiamo Benedetto XVI

Folgorante e magistrale spiegazione dello "scandalo pedofilia" nella Chiesa (Pietro De Marco)

La storia insegna: gli attacchi rafforzano il Papa. Benedetto XVI subisce la sorte dei grandi Pontefici (Gnocchi e Palmaro)

Quiz per media ed agenzie: come mai quando il card. Schoenborn "esterna" sul celibato viene subito ripreso e quando difende il Papa è ignorato?

La disgustosa campagna di stampa contro Benedetto XVI nel commento di George Weigel

Card. Schoenborn: Giovanni Paolo II ignorò la richiesta di Ratzinger di processare il card. Groer per pedofilia (Thompson)

Card. Kasper: chiamare in causa il celibato per i casi di abusi sessuali è un vero e proprio abuso degli abusi (Galeazzi)

Legionari di Cristo. La "nomenklatura" che deve sparire (Magister)

Leggere fino a che punto è arrivato Marco Politi

Quelle lettere insabbiate dal cardinale Martini (Magister)

Benedetto, cinque anni sotto attacco (Rodari). Il magnifico primo lustro del Santo Padre :-)

I “Legionari di Cristo” fanno il mea culpa dopo i quattro anni di indagine ordinata da Benedetto XVI (Giansoldati)

L'IGNOBILE CAMPAGNA CONTRO BENEDETTO XVI, IL PAPA CHE PIU' DI OGNI ALTRO HA COMBATTUTO LA PEDOFILIA NELLA CHIESA: LO SPECIALE DEL BLOG

Il popolo di Dio e gli attacchi di questi giorni

La Chiesa che sale la Via Crucis non può lasciarci indifferenti

Francesco Ognibene

Un tripudio di Palme, ma poi c’è subito il Golgota. Per la Chiesa la strada è questa, da qualcosa come due millenni. E visto che l’ha tracciata il Signore in persona non è il caso di cercare affannosamente scorciatoie, se si spera ancora di affacciarsi sul mattino di Pasqua. Niente sconti: è una vocazione incisa a fuoco sul Vangelo, e confermata nel labirinto dell’avventura umana. E poi, diciamocelo: c’è da stupirsi se la Chiesa è presa d’assalto da chi periodicamente la vorrebbe schiantata sotto accuse infamanti?
Se qualcuno arriva a pretendere le dimissioni del Papa immaginandolo poco più che l’amministratore delegato di una multinazionale in crisi d’immagine? La settimana che stiamo iniziando è Santa solo a condizione di includervi un tratto inevitabile che si chiama Via Crucis, e occorre attrezzarsi ad attraversarla senza omettere nemmeno un’ora di Passione: su quella strada, dietro il Signore, ci siamo noi. E dove c’è Cristo – sulla stessa croce – c’è anche la Chiesa, c’è il Papa, il «dolce Cristo in terra».
Lasciarlo solo ora che benpensanti e mercenari lo scherniscono con sicumera da sinedrio, è come rinnovare l’angosciante fuggi fuggi del Getsemani: ti difenderemo a costo della vita, anzi no, meglio salvare la faccia, dicci poi se ti serve una mano.
Papa Benedetto non cerca mai di ammorbidire gli inevitabili spigoli dell’annuncio per passare dentro il suk relativista di ideologie e narcisismi: squadernando le conseguenze della fede mette in conto l’incomprensione e la affronta con dolce fermezza.
Lo fa perché conta solo su Dio, e perché – come Cristo sul Calvario – nel momento della prova ci troverà non più confusi, non più sbandati, non più inquieti, ma fedeli. Ci vuol poco ad agitare palme all’ingresso di Gerusalemme. Il problema è quando essere cristiani comporta sapersi e riconoscersi parte di una Chiesa che è una trama di uomini imperfetti, un impasto di santità e fango, un commovente paesaggio di contrasti tra la piena luce e l’ombra, foss’anche la più profonda.
Anche noi cattolici, uno per uno, siamo di questa pasta, ci meraviglia così tanto? E noi, noi chi siamo, se non «Chiesa», alla festa delle Palme come nel buio del Cenacolo? Per ricordarci quanto tutto questo sia profondamente vero, ecco arrivare di quando in quando un esame, come a voler saggiare se le nostre di credenti sono soltanto chiacchiere o c’è dell’altro. Chi resterà sotto la croce? La prova decisiva piomba mentre meno te l’aspetti, quando l’entusiasmo di massa e il consenso mediatico cedono il passo – di colpo, talvolta – allo scandalo, alla tentazione di fuggire, di sottrarsi all’accusa feroce e preconcetta, di lasciare che la Chiesa e il Papa se la sbrighino da soli: «Vi sbagliate, non conosco quell’uomo...». Ma è nella solitudine del Venerdì che il male è sbaragliato sul suo stesso campo, perché ha preso l’innocente spacciandolo per mostro, nella delirante pretesa di cancellare Dio dalla storia, e – oggi, una volta ancora – di screditare la Chiesa trascinandola nel girone dei colpevoli per definizione.
Inevitabile che dopo giorni di martellante campagna qualcuno vacilli. La domenica appena trascorsa la gente cristiana si è certamente portata appresso interrogativi e incertezze, forse un oscuro turbamento.
«Don, cosa ne pensa?». «Che non mi fa certo piacere quel che raccontano – è la risposta ascoltata dal saggio parroco che ne ha viste tante – ma so che la Chiesa sono io, siete voi: o forse siamo qui solo per tenerci compagnia?». Si faccia avanti chi sa di poter scagliare la prima pietra e assecondare il vociare vigliacco contro un Papa che spende ogni energia per rialzare l’uomo, la sua anima, la sua ragione. È chiaro che più d’uno desideri di sporcare la veste bianca di questo testimone limpido e forte, e allestisca con ogni cura progetti di rovina.
Sarebbe più sorprendente, invece, se al coro degli accusatori si aggiungesse il silenzio dei credenti, la loro condiscendenza all’urlo del «crucifige!» che in realtà non s’è mai spento. La scelta è sempre quella: unirsi agli instancabili giudici di mille processi sommari, consumati a mezzo stampa, oppure stare con Cristo e la sua Chiesa, col Papa, fino in fondo? Ora che la Pasqua si approssima, sappiamo almeno di non poterci confinare tra i folti ranghi del pubblico indifferente, che sta lì a vedere «come va a finire». Si prende campo. L’Uomo della Croce, ancora una volta, ci guarda per vedere se lo accompagniamo almeno per qualche passo.

© Copyright Avvenire, 30 marzo 2010 consultabile online anche qui.

Mah...mi pare che sia il Papa a percorrere la Via Crucis, non tanto la Chiesa.
Mi sembra anche che il popolo di Dio stia rispondendo agli attacchi moltiplicando la sua vicinanza al Santo Padre. Non sempre notiamo questo atteggiamento in sacerdoti, vescovi e cardinali. Non saranno proprio loro i primi a scappare a gambe levate? A me pare di si'. Per questo, e non certo per gli attacchi a Benedetto XVI, provo angoscia e turbamento
.
R.

Nessun commento: