lunedì 17 maggio 2010

La "rete" di sostegno a Papa Benedetto (Calabrò)

Clicca qui per leggere l'articolo del Corriere.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

segnalo commento critico dell'ebraista Piero Stefani (Università di Urbino):
http://pierostefani.myblog.it/

JP

Raffaella ha detto...

Molto gravi le affermazioni contenute nel commento.
Non vale nemmeno la pena di rispondere.
R.

Anonimo ha detto...

No Raffaella, l'articolo a parte l'intro decisamente penoso (per restare sull'elegante) fa emergere dei punti piu' che validi, quali la presenza di situazioni di pedofilia ben prima del concilio e quindi la riduzione del fattore "anni sessanta" (vat2, 68, rivoluzione sessuale ecc) a UNA componente ma non esclusiva; l'aspetto dell'ammissione "facile" nei seminari di persone dubbie, a causa dell'abbandono massiccio post-conciliare (non a caso GP2 mise a 40 anni il limite minimo per chiedere la riduzione a stato laicale) e del minore afflusso di seminaristi a tutti i livelli - maggiore e minore - visto che il boom economico c'era gia' stato e quindi il seminario non era piu' necessario per poter affrontare studi che la famiglia non avrebbe potuto permettersi, e anche la scarsa dinamicita' della struttura dei seminari a poter ri-pensarsi in modo diverso per accogliere giovani gia' post-scuola superiore.
Sulla questione della "fragilita' umana" tanti ottimisti dovrebbero rivedere le loro posizioni alla luce di Sant'Agostino, che e' sì Dottore della Grazia ma proprio perche' ben ha definito il dramma del peccato, e l'opera della misericordia.
Anche il finale mi pare buono: chi ha fatto certe cose non ha un "diritto" ad essere perdonato, proprio perche' il perdono e' un "dono" di gratuita', non rientra tra diritti o doveri.
E secondo me B16 e' proprio la persona giusta per affrontare tutta questa matassa fortemente ingarbugliata. Solo che ci vuole tempo e pazienza, non sono cose che si sbrogliano in cinque minuti.