giovedì 24 giugno 2010

I soliti stereotipi su Papa Benedetto in un articolo ingiusto di De Robertis ma "interessante" per le verità che contiene

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci dalla nostra Eufemia.
Si tratta di un commento profondamente ingiusto e pieno di stereotipi (Papa timido, Papa comunicatore, Papa simpatico, Papa poco simpatico...). Non fermiamoci pero' a queste superate ed inutili considerazioni e leggiamo, invece, le verita' (i fatti!) che finalmente emergono. Fa piacere che l'idea di un Pontefice impegnato a risolvere dossier non suoi inizi ad emergere non solo sui giornali, ma anche in televisione.
Molto ben fatta la trasmissione "Top secret" di ieri sera su Fatima in cui gli ospiti, a partire da Andrea Tornielli, hanno parlato molto chiaramente della situazione della Chiesa
.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno Raffaella,
io di tutti questi giornalisti "amici improvvisi" di papa Ratzinger mi fido poco - non e' da ieri che hanno spalato letame in quantita' industriali - sopratutto perche' sono proprio loro ad avere la "nostalgia del grande comunicatore" che avevano bene inquadrato e anestetizzato preventivamente.
Ratzinger li ha spiazzati ripetutamente fin dal primo giorno, il fatto che ci sono voluti 5 anni perche' capissero una cosa cosi' ovvia come la differenza tra le persone di GP2 e B16 e tutto quello che ne e' seguito non depone a favore della loro apertura mentale.

Anonimo ha detto...

Sicuro, De Robertis, che il mondo e la Chiesa attendano il "grande comunicatore"? Non siete forse voi pennivendoli ad attenderlo? Già, vi faceva tanto comodo il Papa superstar, le cui prodezze descrivevate con tanto gusto, da non siete andati oltre l'apparenza. Avete solo dimostrato di essere ignoranti e, con Papa Benedetto, questa realtà raggiunge livelli imbarazzanti.
Alessia

Maria R. ha detto...

Mah...io non vorrei solo che questi signori facessero come i nobili che, caduta in disgrazia una famiglia monarchica, per non perdere tutto, si agganciano di corsa a quella fino ad allora considerata rivale...
cioè, il voltafaccia, mi pare sia solo per tornaconto personale.
Ma rimane in ogni caso il fatto che chi legge, forse comincia a fare un pò meglio i conti.

euge ha detto...

Concordo con Alessia......

Tutti questi " nuovi amici " di Benedetto puzzano!!!!!! si perchè come dice Alessia non è la chiesa che ha bisogno di un grande cominicatore ed esperto di mediaticità ma, ne hanno un disperato bisogno che ha sempre amato questo aspetto esteriore molto molto limitato e superficiale. Insisto nella mia tesi è cioè in quella di due Giovanni Paolo II : il primo, quello voluto dai media e dal suo enturage il secondo quello vero, che si leggeva nelle encicliche tuttaltro che superficiale, permissivo, mediatico e giocarolo. Ma, in quel momento, il messaggio che doveva passare era il primo...... la mediaticità di tutto ed in tutto! Ricordo ancora una battuta di una mia conoscente convinta sostenitrice dell'aborto, del divorzio e di tante altre belle cose tanto ansiosa di conoscere Giovanni Paolo II come egli stesso ne fosse stato il promotore.......Ecco questo doveva passare e questo messaggio è passato; ed è ancora questo stereotipo che è rimasto nel cuore e nel cervello di tanti riempitori di colonne di quotidiani e non altro purtroppo!!!!!!!!!!!!!

gemma ha detto...

Adesso si vuol far apparire Giovanni Paolo II solo come un comunicatore... E' un peccato, ma farlo apparire per anni come tale è stata innanzitutto una pecca di chi lo circondava che a tutt'oggi fa ancora molto comodo a chi ha così potuto evitare di parlare dei contenuti del suo pontificato, in primis del vangelo della vita che tanto gli stava a cuore. Mi capita di parlare con tanti che lo amano e lo rimpiangono, dicono, ma ricordano il concertone con Bob Dylan mentre ignorano per esempio i contenuti dell'Evangelium vitae e tanti insegnamenti che probabilmente avrebbe desiderato tramandargli e che evidentemente nemmeno lui è riuscito a comunicare.
Finita questa fase di ubriacatura mediatica, arriverà anche il giorno in cui la capacità comunicativa non sarà più un valore, ma prima che ciò avvenga farà molto danno, perchè porterà molti giovani a investire più sull'apparenza che non sulla sostanza, sul corpo più che sull'anima, sull'apparizione al grande fratello più che sullo studio, all'emarginazione e all'isolamento del timido al cospetto dell'estroverso, anche se superficiale. A volte mi chiedo se certi opinionisti si rendano conto di quanto poco nulla si possa nascondere dietro certe capacità comunicative e dell'apparire
E stando alla conclusione del De Robertis (che, mea culpa ignoro chi sia, ma se è così evidentemente difetta un pò nella capacità comunicativa) siamo arrivati al punto che una volta si aspettava il Messia (salvo non riconoscerlo quando è arrivato) oggi si aspetta il grande comunicatore

Anonimo ha detto...

se i risultati della grande comunicazione consistono nella eredità lasciata a ratzinger,che Dio perdoni tutte le persone coinvolte.