mercoledì 25 agosto 2010

I tre nemici del Papa. "Attacco a Ratzinger" di Paolo Rodari e Andrea Tornielli (Massimo Introvigne)

Clicca qui per leggere la recensione di Massimo Introvigne segnalataci dal nostro Luigi.

14 commenti:

Abelardo ha detto...

Lo dico e lo ripeto Papa Benedetto XVI si trova ad affrontare una situazione disastrosa in cui per cinquant'anni ben tre pontefici hanno di fatto abdicato al loro ruolo e non hanno governato la Chiesa. La confusione dottrinale,liturgica,amministrativa,giuridica è stata tale che un altro al posto di Papa Benedetto avrebbe gettato la spugna.Per essere un buon papa non basta sorridere o impartire benedizioni...le può far bene anche un frate...bisogna avere il genio dell'amministrazione.E papa Benedetto lo possiede.I Pontefici fino agli anni sessanta hanno gestito la Curia seguendo la struttura datale dai grandi papi avignonesi come Giovanni XXII,Urbano V,Innocenzo VI,Benedetto XII,Clemente VI,Gregorio XI.
Giovanni Paolo I probabilmente aveva capito come bisognava operare per rimediare al male del governo ecclesiastico ma il peso della croce fu troppo grande per lui e dovette soccombere.Papa Benedetto XVI deve difendersi non solo dai nemici esterni che tutto sommato sono i più prevedibili ma anche dai lupi rapaci interni che hanno devastato e devastano la Vigna del Signore.L'opposizione sorda al Papa non deriva solo dai vescovi ma anche da molti ordini religiosi.Un tempo il papa poteva contare sul loro appoggio oggi non più.
Dove sono i francescani,i gesuiti,i domenicani?
Il Papa può contare sull'affetto e sull'appoggio dei fedeli, sulla forza della preghiera e la promessa di Cristo a Pietro: Ho pregato per te perché la tua fede non venga meno...e le porte degli inferi non prevarranno!
Non lasciamo solo Papa Benedetto preghiamo per Lui e combattiamo per Cristo con lui!

SERAPHICUS ha detto...

Grazie, Abelardo. Un grande riassunto. Che tocca il centro .

sonny ha detto...

Applausi per Abelardo. Grazie.

Raffaella ha detto...

Veramente un ottimo contributo :-)

Abelardo ha detto...

Gentile Raffaella
il caro compianto Presidente Cossiga diceva sempre:"non so cosa è successo ai Gesuiti,un tempo erano reazionari poi sono diventati gli alfieri antiromani del progressismo".
Per farti capire la guerra vera e propria scatenata da certi gesuiti contro i papi ti racconto due episodi.
1)Padre Ferrua,S.I.,dopo aver scavato malamente in San Pietro la tomba del Principe degli Apostoli ed essersi appropriato illegalmente dell'iscrizione greca Petros eni (fu Pio XII che, su suggerimento di Margherita Guarducci, gli ingiunse per iscritto di restituirla) morì negando sempre che sotto il Baldacchino ci fossero le spoglie di Pietro.
Fu solo per la tenacia della Guarducci e di Paolo VI,fu coraggiosissimo, che si a arrivò al ritrovamento e al riconoscimento delle reliquie pofanate e le si poterono ricollocare nel sito antico da dove erano state prelevate e gettate fra i calcinacci.Ex ossibus Petri Apostoli quia esse putantur...recita l'iscrizione della capsa.
2)Era il giorno anniversario della festa di Santa Teresa Benedetta della Croce,in questo mese di agosto, quando al Gesù,alla messa vespertina,il sacerdote officiante durante l'omelia peraltro commovente in cui ricordava il calvario crudele di Santa Teresa Benedetta della Croce se ne uscì con queste parole...Edith Stein scrisse a papa Pio XI di condannare il nazismo ma ne lui ne il suo segretario di stato Eugenio Pacelli fecero nulla se non stare zitti. Capisci la mostruosità e l'ingiustizia di un'accusa lanciata contro due grandi pontefici.Tu ben sai la grandezza del magistero di Pio XI e Pio XII quanto fecero,operarono e scrissero contro il nazismo ,il comunismo e le dittature in genere.I due grandi pontefici che vissero in mezzo a tremendi e crudeli tiranni,ebbero di mira sempre la salvezza delle persone indipendentemente dalla fede professata.
Come cattolico mi sono sentito pugnalato per le parole gravi,ingiuste e crudeli pronunciate in sfregio della memoria dei due Vicari di Cristo e presso il suo altare.

Raffaella ha detto...

Grazie anche per questa testimonianza.
R.

euge ha detto...

Grazie Abelardo per i tuoi post che condivido e sottoscrivo senza la minima esitazione!

Stringiamoci al nostro coraggioso ed amato Papa ed accompagnamolo sempre con le preghiere, con l'affetto, la gratitudine e l'amore per la verità!
- SEMPRE CON BENEDETTO XVI -

Anonimo ha detto...

Abelardo, dici giustamente: "Un tempo il papa poteva contare sul loro appoggio oggi non più. Dove sono i francescani,i gesuiti,i domenicani?".
Dove sono? La domanda e' giusta.
Ho pero' l'impressione che la risposta non sia piacevole.

1) Dal Concilio in poi la Chiesa ha premuto l'acceleratore sul discorso "laici". Buona cosa, ma ha lasciato con le gomme a terra tutto il mondo della Vita Consacrata. Se si va a vedere anche solo la % di documenti vaticani indirizzati alla Vita Consacrata ci si accorge che e' una % bassissima e anche a volte di scarsa qualita'.

2) Conseguentemente alla crisi pretesca di inizio anni 70 molte diocesi, da allora e fino ad oggi hanno imposto a ordini religiosi che avevano tutt'altro carisma che quello della pastorale parrocchiale di prendere parrocchie. Molti hanno ovuto cedere, qualcuno no, e quelli che non hanno ceduto se ne sono dovuti andare via (ultimo caso da me conosciuto: passionisti in diocesi di Spoleto, estate 2010).
Quelli che non hanno ceduto si sono trovati spesso in tensione, se non in contraddizione, tra l'appartenenza all'ordine e il servizio parrocchiale, causando notevoli problemi. Ci sono annate di archivi CISM su questo argomento.

3) Con l'ultimo concordato tutto quanto e' stato messo in mano ai vescovi, strangolando (non solo economicamente) molti aspetti della vita conventuale. Piaccia o no, troppo spesso i religiosi sono effettivamente alle dipendenze di un vescovo e non dei loro capi.

4) Una "nuova tendenza" al momento non ancora presente in Italia, ma gia' ben diffusa in altri paesi europei, vede i vescovi stessi avvicinare giovani frati gia' sacerdoti per offrire loro una "sistemazione migliore" con parrocchia, stipendio e quant'altro. Sia ben chiaro: e' il vescovo che avvicina e propone, non il giovane frate. Con certe situazioni critiche di comunita' nessuna sorpresa se molti abboccano.

5) La spinta al laicato impegnato e la nascita di altre forme (movimenti, nuovi ordini) ha tirato via molto respiro al numero di "possibili candidati ad essere frate - gesuita, francescano o chiperesso".

6) Molti ordini religiosi nati "per uno scopo specifico" (ospedali, educazione...) ora si trovano ad affrontare la realta' che non c'e' bisogno di essere frate o suora per fare cio'.

7) La risultante di quanto detto sopra, in modo molto succinto, e altro, e' che oggi la Vita Religiosa soffre di scarsa testimonianza, e per invecchiamento biologico dei membri, e per snaturamento del loro essere religiosi, e per le possibili alternative - spirituali e lavorative -, e per il mancato riconoscimento del loro apporto alla Chiesa. Anche, e a partire, dal Vaticano stesso.

Anonimo ha detto...

Grazie Abelardo per la tua analisi, c'e' una domanda che penso meriti un tentativo di risposta.
"L'opposizione sorda al Papa non deriva solo dai vescovi ma anche da molti ordini religiosi.Un tempo il papa poteva contare sul loro appoggio oggi non più. Dove sono i francescani,i gesuiti,i domenicani?"

Gia', dove sono?
Vediamo un po':
1) Dopo il Concilio la Chiesa ha spinto l'acceleratore sui laici; buona cosa, ma nel frattempo ha lasciato con le gomme a terra la Vita Religiosa. Se si va a vedere la % di documenti vaticani dedicati alla Vita Religiosa dal concilio ad oggi ci si accorge subito che e' una % bassa e a volte anche di scarsa qualita'. Non c'e' neanche un rappresentante fisso dei religiosi alla CEI.

2) A seguito della crisi pretesca di inizio anni 70 praticamente in tutte le diocesi si sono "caldamente invitati" i religiosi ad assumersi parrocchie, anche quelli che il loro carisma prevedeva tutt'altro. Da qui molte tensioni, tra le prospettive della diocesi e quella del rispettivo istituto religioso, con spaccature anche notevoli (ci sono annate di incontri CISM su questo tema). Ormai si arriva anche al punto che se non si accetta la parrocchia il vescovo ti manda via (estate 2010, non 1700!).

3) Il che porta al punto dolente del rapporto vescovi-religiosi: con l'ultimo concordato praticamente tutto e' stato messo in mano ai vescovi e spesso il frate si trova ad essere prima di tutto un "dipendente del vescovo" invece che del suo superiore.

Anonimo ha detto...

4) In contemporanea al punto 2 c'e' stata anche l'esplosione di nuove forme (aggregazioni, movimenti, ordini ecc...) che ha sottratto spazio per forza di cose a cio' che gia' c'era. Molti religiosi hanno poi sposato qualche movimento specifico, causando drammi serissimi negli ordini.

5) Assieme a 2 e 4 - ma questo e' un bene - molti "servizi sostitutivi" fatti da ordini religiosi (ospedali, educazione...) sono passati allo stato. La conseguenza e' pero' che ora per fare l'infermiera o il professore non c'e' bisogno di essere frate o suora...

6) L'ultima tendenza gia' presente in alcuni paesi europei - non in Italia - vede i vescovi stessi avvicinare frati sacerdoti giovani per convincerli ad entrare in diocesi. Viste le situazioni concrete di certe comunita' religiose non e' da stupirsi se parecchi abboccano.

La risultante di tutto questo, e molto altro, e' che troppo spesso oggi un convento difficilmente riesce ad essere una bella testimonianza, e per l'eta' alta, e per le troppe cose da fare, e per lo snaturamento del proprio carisma, e per la scarsa considerazione della Chiesa in toto verso frati e suore.
Dove sono? Sono rimasti indietro, dimenticati da tanti, anche nella Chiesa. Ma ancora vivi.

Anonimo ha detto...

Non praevalebunt... l'ha detto il Signore: non abbiamo paura quindi, preghiamo incessantemente per il Papa, il dolce Cristo in terra!
Benedicto summo pontifici et universali patri pax vita et salus perpetua quia Christus vincit!
Unisco il mio ringraziamento ad Abelardo.
sacerdote dab

Abelardo ha detto...

Santa Teresa del Bambin Gesù ripeteva spesso: la preghiera è come la leva di Archimede...solleva il mondo.
Grazie a tutti voi.

Andrea ha detto...

Una nota ad Abelardo:
A) non si tratta tanto di "confusione", quanto di separazione ormai avanzata fra Chiesa e anti-Chiesa (democraticista e indifferentista: Cristo non è "l'Uomo Perfetto", ma "un uomo buono")
B) non è questione di "genio dell'amministrazione", ma di ministero petrino. Pietro non è amministratore del collegio apostolico, ma capo di OGNI SINGOLO FEDELE, in funzione vicaria di Cristo
C) fra gli Ordini Religiosi, vedo una sostanziale stabilità solo nei Domenicani
D) la questione delle Reliquie di San Pietro è di eccezionale gravità. Sforzarsi di ignorarle vuol dire inseguire il sogno della Chiesa "spirituale", finalmente dis-incarnata

Anonimo ha detto...

Nota alla recensione di Introvigne: anche stavolta il professore si dimentica di citare le pagine - ben presenti nel libro - dedicate allo scandalo Maciel.