martedì 24 agosto 2010

Le interviste ai monsignori Scicluna e Muller, la mancanza di uno "spin doctor" e il disinteresse della stampa cattolica


Cari amici, sara' davvero interessante leggere il libro di Tornielli e Rodari.
Dalle anticipazioni promette davvero bene :-)
In molti lamentano la mancanza di uno spin doctor per il Papa. Sono d'accordo, ma a patto di intendersi quando si usa questa espressione.
Di solito si parla di "spin doctor" alludendo ad "una persona incaricata di presentare le scelte di un partito politico sotto una luce favorevole" (definizione classica).
Sappiamo che a Benedetto XVI non interessa affatto presentarsi sotto una luce favorevole.
Egli e' un uomo che e' sempre andato al sodo, senza girare troppo intorno ai problemi. Non e' uno stratega in senso stretto cio' di cui ha bisogno.
Non e' nemmeno una singola persona.
E' tutto l'insieme dei collaboratori del Papa che dovrebbe incaricarsi non di "sedurre o di manipolare" i media, ma di presentare per bene le decisioni e le iniziative del Santo Padre.
Non serve un abile comunicatore che fornisca ai media la pappa gia' pronta (magari gonfiata con gli ormoni per farla apparire piu' bella condita con un bel contorno di fantasie), ma un gruppo di lavoro efficiente, forte, intelligente e preparato che sappia quando parlare e quando tenere chiusa la bocca.
Esce un documento papale? Tutti pronti a fornire ai media le necessarie delucidazioni.
C'e' qualche passaggio poco chiaro? Prevenire e prevedere le domande e le mosse dei giornalisti.
Astuti come serpenti, docili come colombe.
Si pensava e si sperava che il caso Williamson avesse insegnato qualcosa alla curia romana. Si e' trattato di una valanga che ha colto tutti impreparati.
E' dovuto intervenire il Papa in persona ad assumersi la responsabilita' di quanto accaduto.
E' ragionevole pensare che Benedetto XVI avesse ogni colpa? Ma per favore!
Aspettiamo ancora un mea culpa da parte degli uffici competenti della curia e dei singoli responsabili dei dicasteri coinvolti.
Quest'anno poi e' scoppiata la bomba preti pedofili.
Anche in questo caso la curia si e' lasciata cogliere impreparata. Eppure sono cinque anni che i media girano come avvoltoi intorno al Papa nel tentativo di dimostrare che egli non ha fatto cio' che avrebbe dovuto.
E' dal 2005 che si doveva prevedere lo scoppio dell'ordigno.
In tutta questa faccenda, dobbiamo ammetterlo, il Papa e' l'unico che abbia saputo mantenere la calma e rispondere non con gli attacchi ma con i fatti.
Eminenti esponenti della curia sono apparsi inadeguati e, in tante occasioni, hanno perso l'occasione di intervenire o di tacere, a seconda dei casi.
Accanto al Papa due persone si sono distinte: Mons. Scicluna e Padre Lombardi.
Mi pare che entrambi abbiano saputo, praticamente soli, interpretare correttamente il pensiero del Santo Padre e tradurlo in pratica.
Tutto intorno solo confusione.
Io sinceramente credo che Padre Lombardi stia facendo un grande lavoro.
Non e' colpa sua se gli uffici curiali latitano.
Alle 16.30 del 24 agosto 2010 nessuno si e' ancora incaricato di aggiornare la sezione tedesca del sito del Vaticano.
E' serio un atteggiamento del genere? E' efficiente? E' normale?
Ma su'! Sveglia! Ormai tutti sono al lavoro e le vacanze sono finite.
Fra ieri ed oggi abbiamo letto due interviste molto importanti: una a Mons. Muller, vescovo di Ratisbona, l'altra a Mons. Scicluna, il "promotore di giustizia" della CDF.
Considero entrambe fondamentali perche' sono la testimonianza diretta dell'impegno del Papa contro la pedofilia.
In particolare Mons. Scicluna ha lavorato fianco a fianco con il card. Ratzinger e la sua intervista meritava tutta l'attenzione necessaria.
Ecco l'importanza dello spin doctor come lo intendo io.
Le parole di Mons. Scicluna avrebbero dovuto essere riprese all'istante almeno dai media cattolici e valorizzate nel migliore dei modi.
Solo Radio Vaticana oggi ha fatto un lavoro degno di nota. Avvenire ha scritto il minimo sindacale e l'Osservatore Romano non degna l'intervista nemmeno di mezza riga.
Idem il Sir.
Perche'?
Perche'?
Perche'?
Come mai questa indifferenza verso una testimonianza che riguarda direttamente il Papa?
Se l'Osservatore Romano avesse scritto mezza riga, magari, altri media avrebbero ripreso le parole di Mons. Scicluna.
Fra ieri ed oggi sono l'AdnKronos, Tornielli e Galeazzi ne hanno parlato.
E' davvero un peccato, l'ennesima occasione sprecata.
Nessuno chiede l'assunzione di un abile manopolatore di media, uno che passi le veline gia' pronte ai giornali, ma mi pare giusto che sia valorizzato il lavoro del Papa.
E chi dovrebbe farlo se non la stampa cattolica?
Poi non ci si lamenti se i media laici si occupano della Chiesa solo per fare polemica.
Manca davvero, come dice Alessia, un semplice sentimento: la simpatia.
Non c'e' iniziativa, verve, brio, passione, amore verso Benedetto XVI.
Vedo molta piu' obiettivita' e devozione nei media laici e nei fedeli semplici.
Che cosa sarebbe accaduto se ad essere bersagliato fosse stato Giovanni Paolo II?
I media cattolici non avrebbero reagito? Credo proprio di si' e allora perche' tacciono quando c'e' di mezzo il suo successore?
Perche' si ha cosi' tanta paura di dare a Ratzinger cio' che e' di Ratzinger?
Dobbiamo forse dare ragione a Thompson ed Allen convinti del fatto che il Vaticano sia poco chiaro nel difendere Benedetto XVI per paura di gettare ombre sul passato?
Questa e' la sensazione che, purtroppo, si ricava dalla mancanza di simpatia e di solidarieta' verso il Papa.
Manca decisamente il "Ratzinger di Ratzinger" e manca forse (spiace dirlo) qualcuno che voglia bene a Benedetto in modo del tutto disinteressato.
Si potranno discutere i modi, ma io in tutta onesta' non cesso di essere grata al card. Christoph Schönborn per avere avuto il coraggio di forare il muro di gomma.
Senza la sua iniziativa, forse, in pochi avrebbero iniziato a porsi domande scomode circa la repressione dei crimini di pedofilia nella Chiesa.
Il libro di Tornielli e Rodari parla proprio della mancanza di questa strategia comunicativa. Per questo e' prezioso e per questo e' un'altra picconata nel muro di omerta'.
Alla curia non mi resta che ribadire un sonoro: sveglia!
Ai media cattolici chiedo piu' incisivita'
.
Raffaella

11 commenti:

sonny ha detto...

Chapeau, cara Raffa.

Anonimo ha detto...

Raffaella,
mi permetti una illazione assolutamente distruttiva? :)
L'impressione e' che dentro i Sacri Palazzi stiano solo aspettando che "...se ne fa un'altro".
Ratzinger e' chiaro, e proprio perche' chiaro e' terribilmente scomodo a tutti i livelli.
Ratzinger si fa capire dalla gente perche' usa parole semplici per esprimere concetti teologici alti, e cosi' non si puo' fare fumo per alimentare confusione.
Ratzinger non si impone sulla scena (e questo e' IL peccato piu' grande al giorno d'oggi, drogati dall'"immagine") ma lascia il posto all'Altro, senza protagonismi personali.
Detto questo, c'e' solo da salutare al meglio il prossimo viaggio a Carpineto Romano: sara' un paesino, ma anche Leone XIII che di li era originario era stato eletto come "papa di transizione" - tanto era malaticcio, si diceva, campa poco - e invece ha retto la Chiesa per moooolti anni.

Gonzalo ha detto...

Brava Raffaella.

Sono tornato, ma non ho mai smesso di lggerti.
Grazie, come sempre.
Ti abbraccio.

Raffaella ha detto...

Bentornato, Gonzalo :-)
R.

Raffaella ha detto...

Eh, caro Anonimo...!!!
Probabilmente hai espresso un concetto che ha sfiorato tutti.
R.

gemma ha detto...

non so lella, la penso un pò diversamente. Sarà che ritengo che alla fine a parlare siano i fatti, non le parole. Il Papa, per come ha impostato il suo magistero, non desidera attorno a sè adulatori o amplificatori della sua immagine, non divulgazione dei suoi gesti e della sua parola, ma della Parola. Quando dici cose scomode per molti, con voce ferma e spalle dritte, comunque sia esponi la tua persona e ti bruci la possibilità di riscuotere plausi e simpatia, e non c'è spin doctor che tenga.
Certamente si potrebbe ovviare a certa sciatteria, vedi il mancato aggiornamento della sezione tedesca di cui parli da giorni, si potrebbe ovviare ad alcuni incidenti comunicativi, fornire maggiori spiegazioni su alcune vicende prima del fiorire delle polemiche, ma credo che per questo in sala stampa si senta la mancanza di un giornalista laico, proveniente dal mondo esterno. Credo sia una questione di mentalità, di fiuto giornalistico nell'intuire, prevenire, spiegare, chiedere rettifiche senza cadere nel perdonismo del buon sacerdote che tutto infine alle pecorelle della stampa lascia passare.

nella ha detto...

certo che è brutto però che anche per il Papa "debba essere tutta una questione di immagine". Che messaggio arriva ad un adolescente? Che se non c'ha il look non è nessuno? Se è timido e poco comunicativo è meglio che sparisca, qualunque cosa faccia o dica, tanto nessuno lo ascolterà nè capirà mai?
Non a caso le elezioni le vincono i comunicatori

Anonimo ha detto...

Bravissima, Raffa. Applausi ad anonimo di cui faccio mia l'illazione e lo splendido augurio di un lungo e fecondo magistero per il nostro Benedetto, sulla scia di Leone XIII, con buona pace di tutti gli antipatizzanti.
Alessia

Raffaella ha detto...

Ecco si'! E' proprio il venir meno della sciatteria che io auspico.
Non possiamo pensare ad un Papa che riscuota solo appluasi.
Non adempirebbe al suo compito.
Chiediamo pero' che siano evitati certi scivoloni.
Caspita! L'udienza con i chierichetti e' stata tenuta in tedesco. Come e' possibile che non sia stata trascritta?
Io penso ad un qualsiasi fedele tedesco che si trova davanti le desolanti tre righe di una catechesi importante.
Nessun cedimento alle adulazioni dei media, ma duro lavoro.
Questo si'!
Vedremo come andra' a finire con la traduzione del secondo volume su Gesu' di Nazaret.
Speriamo che le scadenze siano rispettate.
Ricordate la prima enciclica?
Tocco' al Papa annunciarne l'uscita perche' chi di dovere prendeva tempo.
R.

Anonimo ha detto...

Disgraziatamente Nella è questo il "modello" che è passato in questi ultimi decenni. Ma io non dispererei nei più giovani e nella loro maturità nel saper distinguere tra l'essere e l'apparire e nemmeno nei più vecchi. Certe mode sono destinate a non durare se sotto la superficie non vi è sostanza. Del resto è ampiamente dimostrato dall'affetto con cui viene seguito, lui che non recita, non si esibisce, lui che si nasconde per indicarci Cristo, lui che come arma ha la nuda e esigente parola del Vangelo.
Alessia

Maria R. ha detto...

L'anonimo delle 17.04, mi ha levato le parole di bocca!

In altre occasioni, ho già espresso un concetto: i tempi cambiano, e la comunicazione di oggi non può essere quella di cento anni fa!
Si deve "adeguare" anche la Chiesa, nel modo di porgere non il messaggio evangelico (che è immutato, anche se i sordi non lo vogliono sentire!), ma le "azioni" tramite cui questo messaggio viene diffuso.
E siccome oggi i semplici (o i cretini, dipende dai casi), si lasciano facilmente abbindolare da quello che dicono i media, allora la Chiesa deve ricorrere a metodi altrettanto efficaci.
Pena la perdita di "brillantezza" non solo del mezzo usato per diffondere il messaggio, ma proprio del messaggio, perché la gente, smesso di accordare credibilità alla Chiesa (quindi anche al Papa), non ne darà nemmeno a Gesù Cristo!

Naturalmente, la scelta dei modi non può ricadere sempre e solo sul Papa, che non ne avrebbe nemmeno il tempo materiale, ma soprattutto, credo (credo!) che ci sia gente che, in Vaticano (e non solo), abbia proprio questo "incarico".
Invece, spesso, la "promozione", è affidata agli "operatori dilettanti", che ci mettono comunque l'impegno dei professionisti ;)