sabato 18 settembre 2010

Il Papa in lacrime con le vittime dei preti pedofili (Galeazzi)


Papa in lacrime con le vittime dei preti pedofili

Incontro con le vittime di abusi e appello-pro life."La vita è un dono unico, ad ogni stadio, dal concepimento fino alla morte naturale, e spetta solo a Dio darla e toglierla". Con queste parole, dette a Londra agli anziani ospiti della casa di riposo St Peter's Residence, Benedetto XVI ha pronunciato questo pomeriggio un nuovo richiamo per la difesa della vita in ogni sua fase.

GIACOMO GALEAZZI

Il Santo Padre si è commosso ascoltando le storie delle vittime e ha espresso profondo dolore e vergogna per le sofferenze loro e delle vittime", si legge in un comunicato emesso dalla sala stampa della Santa Sede dopo l'incontro di Benedetto XVI, a Londra, con alcune vittime di abusi di preti pedofili.
Ha pianto al racconto delle violenze, ha confidato dolore e vergogna per le sofferenze di minori e famiglie, ha promesso che i colpevoli pagheranno e che la Chiesa non abbandonerà le vittime dei preti pedofili. Nel pomeriggio in nunziatura, all'incontro più atteso, il Papa si è commosso ascoltando storie drammatiche di abusi sessuali del clero e ha pregato insieme a cinque dei bambini violentati nelle parrocchie e negli istituti cattolici assicurando che la Chiesa, mentre attua misure efficaci per la protezione dei giovani, sta facendo tutto il possibile per verificare le accuse, collaborare con le autorità civili e consegnare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini. Con gli occhi carichi di lacrime, il Papa ha invocato Dio affinché tutte le vittime di abusi possano sperimentare guarigione e riconciliazione e riescano a superare la propria angoscia passata e presente con serenità e nuova speranza per il futuro. Poi, congedato il piccolo gruppo di vittime (poche persone "per poter avere un contatto personale", spiega uno stretto collaboratore), ha convocato professionisti e di volontari che si dedicano alla protezione dei bambini e dei giovani in ambiente ecclesiastico. Ad aprire il giorno del "mea culpa" spianando la strada al "faccia a faccia", era stata l'omelia sulle "vittime che hanno sofferto come martiri".

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=242&ID_articolo=2680&ID_sezione=&sezione=

2 commenti:

gemma ha detto...

purtroppo spesso non servono a molto questi incontri. Mi viene in mente l'esempio di Malta quando subito dopo una delle vittime si precipitò ai microfoni con la corona del Rosario in mano parlando di riconciliazione. Solo pochi mesi dopo l'ho visto ad annozero

Fabiola ha detto...

Proprio così, cara Gemma.
Io sono "esausta". Si ricomincia con "lacrime e commozioni", ci si affretta a precisare che non è vero che sia stato imposto il silenzio alle vittime ricevute (l'unica cosa saggia che si sarebbe dovuta fare), si sprecano fiumi di inchiostro per commenti che lasciano il tempo che trovano, eccitando qualche emozione epidermica e nulla più, in attesa dell'uscita di qualcuno che dirà, sempre di nuuovo, che Benedetto non ha fatto e detto abbastanza.
Ma quello che è davvero grave è che, prima il risibile rischio attentato e poi (e sempre) la vicenda pedofili, hanno oscurato e nascosto, di fatto, l'essenza del viaggio e dei mirabili interventi del Papa. A margine, nonostante tutte le precisazioni, si continua a titolare associando in modo più o meno esplicito le vittime ai martiri cristiani. Una mala fede assoluta.