domenica 19 settembre 2010

Si commuove, Benedetto XVI, mentre ascolta le storie delle vittime dei preti pedofili (Gasparroni)


Preti pedofili, il dolore e la vergogna del Papa

Nuovo richiamo alla difesa della vita in ogni sua fase, «perché solo a Dio spetta darla e toglierla»

Fausto Gasparroni

LONDRA

Si commuove, Benedetto XVI, mentre ascolta le storie delle vittime dei preti pedofili. Sente nuovamente i racconti di persone che da piccole sono state sottoposte ad abusi sessuali, e non può che manifestare il suo «dolore» e la sua «vergogna» per «le sofferenze loro e delle famiglie». Anche a Londra, nella terza giornata di questo suo viaggio nel Regno Unito (che si conclude oggi), il Papa ha voluto incontrare un gruppo di vittime, cinque, come analogamente aveva fatto nelle visite in Australia, negli Usa, e nell'aprile scorso a Malta.
Nel pomeriggio, nella Nunziatura apostolica, Ratzinger ha rivissuto dalle esperienze delle stesse vittime i tormenti provocati dallo scandalo che da tempo getta ombre sulla Chiesa.
«Ha pregato con loro», ha riferito la sala stampa vaticana, e «ha assicurato che la Chiesa Cattolica, mentre continua a mettere in atto misure efficaci per la protezione dei giovani, sta facendo tutto il possibile per verificare le accuse, per collaborare con le autorità civili e per consegnare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini». Ha anche pregato affinché «tutte le vittime di abusi possano sperimentare guarigione e riconciliazione e riescano a superare la propria angoscia passata e presente con serenità e nuova speranza per il futuro».
Tre delle vittime provenivano dallo Yorkshire, una era di Londra e l'altra originaria della Scozia. «L'incontro – ha detto Bill Kilgallon, presidente della National catholic safeguarding commission – è stato chiaramente ad alto contenuto emotivo». E anche la durata dell'incontro, fra i 30 e i 40 minuti, «è un lasso di tempo molto significativo, più di quanto è stato dedicato al primo ministro».
La risposta allo scandalo pedofilia è stato un filo rosso che ha attraversato la seconda giornata del Papa nella capitale britannica.
Nella messa della mattina nella Cattedrale di Westminster Ratzinger aveva già espresso «profondo dolore» per le vittime dei preti pedofili, insieme a «vergogna e umiliazione», definendo gli abusi dei sacerdoti «inqualificabili crimini» che hanno prodotto «immense sofferenze». E ha collegato, nell'omelia, queste sofferenze al mistero della Croce, a quello del Sangue di Gesù, cui si legano le «prove e tribolazioni» che ci sono «nella vita della Chiesa». Tra queste, pur senza voler stabilire una «connessione diretta» con le vittime degli abusi, come ha spiegato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, il Papa ha ricordato le sorti patite dai «martiri di ogni tempo», o anche dai «nostri fratelli e sorelle nel mondo, che ancora oggi soffrono discriminazioni e persecuzioni per la loro fede cristiana». Il Papa ha riconosciuto «la vergogna e l'umiliazione che tutti abbiamo sofferto a causa di questi peccati» e ha invitato i fedeli «a offrirle al Signore con la fiducia che questo castigo contribuirà alla guarigione delle vittime, alla purificazione della Chiesa e al rinnovamento del suo secolare compito di formazione e cura dei giovani».
Nel pomeriggio, visitando la casa di riposo St Peter's Residence, dove ha pronunciato un nuovo richiamo alla difesa della vita in ogni sua fase, perché «solo a Dio spetta darla e toglierla», il Pontefice ha anche incontrato e ringraziato per il loro lavoro alcuni operatori e volontari addetti alla protezione dei bambini e dei giovani in ambiente ecclesiastico, prima di recarsi alla veglia davanti ai centomila di Hyde Park.
«Siamo tutti diventati molto più consapevoli della necessità di proteggere i ragazzi e voi costituite una parte importante della vasta risposta della Chiesa al problema», ha detto agli operatori anti-pedofilia. «Sebbene non vi siano mai motivi per compiacersi, occorre dare atto a ciò che è stato fatto: gli sforzi della Chiesa, in questo Paese e altrove, per garantire la sicurezza dei fanciulli e dei giovani devono essere riconosciuti».

© Copyright Gazzetta del sud, 19 settembre 2010

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