mercoledì 17 febbraio 2010

Il programma di Benedetto XVI è condurre gli uomini a Dio. Il suo strumento preferito è l'insegnamento. Ma la curia vaticana lo aiuta poco (Magister)

Clicca qui per leggere il commento di Sandro Magister segnalatoci da Alessia.

Difficile non concordare su moltissimi punti con Magister, ma personalmente ho maturato (purtroppo!) un certo disincanto nei confronti della curia. L'esperienza (spesso pessima) di questi cinque anni mi ha insegnato a guardare al Papa come esempio e a non aspettarmi che la curia si possa specchiare nella trasparenza e nel coraggio del Pontefice. Non e' tanto e non e' solo il caso Boffo, quanto piuttosto l'atteggiamento tenuto dalla curia in occasione della revoca della scomunica ai Lefebvriani. Si e' lasciato che il Papa si assumesse, da solo, l'intera responsabilita' senza fare un passo avanti per ammettere un minimo di colpa. Il mio disincanto non nasce nel 2010, ma nel 2009
.
R.

6 commenti:

Maria R. ha detto...

Bhè, Giuda insegna e purtroppo ha fatto scuola!
Poi ci sono anche quelli che non sono Giuda, ma magari anche per troppo "buonismo" o per vera "incapacità" di andare oltre, non riescono a fare di meglio (e li' mi chiedo: ci sono solo loro a disposizione??? E se no, perchè rimangono dove stanno????).
E infine ci sono i tanti piccoli non grandi ecclesiastici, ma parroci, sacerdoti, religiosi, che se ne fregano del Papa e del suo magistero e omelizzano su questioni politiche sociali e bibliche (per fortuna un argomento si salva!), però senza mai dare risalto a quello che dice e fa il Papa.
E non tutti vengono sul blog di Raffaella o sul sito del Vaticano e su Benedict tv....insomma, se non si comincia dal basso, dove c'è il sostegno del "gregge", come si fa poi ad arrivare anche in alto???? Con questo non voglio dire che le "responsabilità" della curia non siano esistenti (laddove ci siano e sono PERSONALI e non del PAPA!), ma se realmente (e lo credo, come ha detto bene Magister) lo scopo del nostro Papa sia quello di riportarci alla fede, allora bisogna cominciare a fare "Papa diffusione" proprio da noi che siamo parrocchiani piu' o meno cristiani, piu' o meno "papofili".
Altrimenti, casi come quello di Boffo (per citare solo quello), ingenerano confusione in chi del Papa non sa niente, pero' si imbottisce di tg e giornali come di tranquillanti.
E tutto questo con buona pace del gradino "piu' basso" della scala gerarchina ecclesiastica, in cui si dormono sonni tranquilli, fingendo di essere parrocchie senza Papa.
Scusate lo sfogo, ma per me il disincanto comincia proprio dal basso. (e preciso che il mio è un discorso che non riguarda tutti, perchè per fortuna cononosco religiosi e religiose che AMANO e FANNO AMARE il Santo Padre).

Ambrosiana ha detto...

" E tutto questo con buona pace del gradino "piu' basso" della scala gerarchia ecclesiastica, in cui si dormono sonni tranquilli, fingendo di essere parrocchie senza Papa".

Sottoscrivo in pieno

Anonimo ha detto...

Le parrocchie si fingono senza Papa, io ho il mio amatissimo Papa, ma mi sento senza parrocchia e senza vescovo. Fortunati gli amici romani.
Alessia

mariateresa ha detto...

allora sono fortunata.La mia parrocchia e il mio vescovo sono in comunione con il Papa.
le utile righe dell'articolo di Magister ci stanno come i cavoli a merenda.Sulla vicenda Boffo certuni hanno preso un altolà e non stanno capiti.Con argomenti gelatinosi.

Anonimo ha detto...

A proposito di gelatina e cavoli a merenda:
A quando la prossima crisi? dal blog di Rodari
Alessia

Maria R. ha detto...

La mia parrocchia è in comunione col Papa, ma non ne parla quasi mai (anzi, penso di averlo sentito nominare si e no un paio di volte).

Il bello è che poi devo sentir menzionare la visita in Sinagoga, solo perchè arriva una persona importante a tenere una conferenza.
Allora dobbiamo essere "avvisati" da lui e non dal parroco o da altri....
Mah, mah, mah!