domenica 14 marzo 2010

Pedofili l’umiliazione evangelica (Enzo Bianchi)

Clicca qui per leggere l'articolo. Dispiace solo che Enzo Bianchi non abbia citato tutte le occasioni in cui Benedetto XVI e' intervenuto contro la piaga della pedofilia.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Cime teologo, a mio modesto avviso, il Priore di Bose la mette troppo in "politica e sociologia (di parte naturalmente)" per risultare pienamente credibile. Tuttavia l'articolo in questione, sulle degenerazioni di religiosi cattolici, mi sembra sostazialmente condivisibile. Per buona parte del secolo scorso la Chiesa ha costruito le vocazioni sacerdotali e quelle religiose femminili preparando persone che deliberatamente venivano "distaccate" dal mondo reale, pur di conservarne l'integrità morale.
Nei secoli passati molte figlie di famiglie nobili venivano avviate ai coventi femminili, senza alcuna vocazione, forzando la loro intima natura. Così successe, come riferì un ispettore religioso sul finire del 1500, che "alcuni conventi tenessero veci di bordelli". Qualche cosa di simile, sia pure in misura minore, successe per le vocazioni maschili, almeno fino ad oltre la metà del xx secolo. I risultati, talvolta tragici, sono emersi ora, a distanza, danneggiando grandemente l'immagine della Chiesa Cattolica, la quale, sia detto per onestà intellettuale, è quasi sempre in ritardo nel "percepire" la portata di avvenimenti rilevanti e nell'organizzare le opportune difese o gestioni sostenibili.
Ora bisogna riveder tutto, o quasi tutto, se non si vogliono commettere gli stessi errori recentemente emersi. I Vescovi, pur nell'umana e cristiana misericordia, dovrebbero decidersi ad allontanare - almeno per molto tempo - i religiosi che sbagliano con donne o con uomini. La condotta di questi peccatori distrugge l'immagine morale della Chiesa presso le giovani generazioni. E' inutile "tenerli a riposo" per uno o due anni e poi, sperando in un loro pentimento irreversibile, mandarli in qualche altra destinazione. Se la loro struttura pisichica è debole e inappropriate per la vita religiosa, è meglio che la Chiesa si privi di loro, nel loro stesso interesse.

euge ha detto...

Non puoi pretendere che Enzo Bianchi difenda pubblicamente l'operato di Benedetto XVI Martini e tutti i suoi compari non lo permettono!

Anonimo ha detto...

Provo sommo fastidio per tutto ciò che il "monaco" Bianchi, ambito "teologo" dei salotti, dice, fa e scrivere. I cosiddetti "profetici" meaculpa del 2000, che il priore evoca commosso, tali sarebbero stati se, oltre allo colpe del passato remoto, si fosse fatto ammenda anche per mancanze (gravi, gravissime!) assai più recenti.
Alessia

Maria R. ha detto...

Dopo una prima lettura, alcune cose non mi hanno molto convinta:

a) derive fantasmatiche dalla mancanza di diversità.
Non so, mi pare un luogo comune. Per anni le scuole religiose (non parlo di seminari!) sono state rigorosamente settoriali. Io stessa ho frequentato un ambiente solo femminile. Non penso proprio che da questi aspetti nascano deviazioni sessuali di sorta. Generalizzare o tirare in ballo questo aspetto come una delle concause...mah, lo trovo azzardato. Ovvio, se poi si parte dal modello di Bose, allora tutto cambia, perché bisogna universalizzare!

2) il concetto di tolleranza zero viene presentato solo nella sua dimensione "negativa". Io penso che chiunque lo abbia letto, anche dall' esterno, senza seguire molto le vicende ad esso interne, non lo abbia percepito così malamente. E con tutto il rispetto per il priore, che in materia di Vangelo ne sa di certo più di me, allora che dire del Gesù che scaccia i venditori dal tempio e che dice :ne avete fatto una spelonca di ladri?
Anche il Signore non ha scacciato in quel modo solo a scopo punitivo, ma anche rieducativo. E guai se non fosse cosi' con gente che si macchia di delitti gravi, come lo è pedofilia.

3) sinceramente, la questione della "confessione pubblica" non ho capito dove vada a parare. Specialmente in connessione con l'aggancio alla richiesta di perdono di Papa Giovanni Paolo II. SI chiede la stessa cosa a Benedetto XVI? non è lui che ha detto "mi vergogno?" per me questo è piu' che un atto formale! E i fatti, sinceramente, per me contano piu' dei simboli, in casi di questo tipo, che non sono solo "storici", ma hanno una dimensione talmente tanto attuale da rendere necessari interventi adesso, non parole.

Insomma, mi è piaciuto solo il discorso sulla necessità di non generalizzare le colpe, ascrivendole ad una determinata Chiesa locale. E' vero che il male (come ha detto Bianchi), ha una sua ripercussione collettiva, ma le responsabilità umane rimangono personali (di una sola persona, di chi istiga e via dicendo).

Raffaella ha detto...

Sottoscrivo in pieno il pensiero di Maria ed aggiunto, con Alessia, che i mea culpa per il passato vanno bene, ma qui c'e' di mezzo il futuro della Chiesa e il Papa non esita a mettere in gioco se stesso.
R.

Anonimo ha detto...

Tanto per buttarla in politica, al Papa per prima cosa non gli si perdona di aver riabilitato i lefebriani e cercato di spostare equilibri consolidati. E quando è venuto fuori lo scandalo al collegio Canisius dei gesuiti, la caccia è stata dichiarata aperta finchè non si è trovato il giovin prete pedofilo in quel di Monaco. Ormai, ottenuto l'impeachment, si esternano i distinguo e si sbandierano i sondaggi sul celibato. Eufemia