giovedì 25 marzo 2010
Prete pedofilo in Usa, ecco come è andata veramente: la ricostruzione dei fatti (da leggere e distribuire)
Prete pedofilo in Usa, ecco come è andata veramente
“Alti funzionari vaticani – incluso il futuro papa Benedetto XVI – non sconsacrarono un prete che aveva molestato qualcosa come 200 ragazzi sordi, malgrado diversi vescovi americani avessero ripetutamente avvertito che la mancanza di una azione decisa in materia avrebbe potuto mettere in imbarazzo la Chiesa”.
Così inizia l’articolo del New York Times oggi ripreso con grande evidenza dai media italiani.
In realtà proprio l’intera documentazione pubblicata dal New York Times sul suo sito, smentiscono questa lettura tendenziosa dei fatti riguardanti padre Lawrence Murphy, tra il 1950 e il 1974 cappellano in una scuola per sordi della diocesi di Milwaukee.
I documenti dicono infatti che gli unici a preoccuparsi del male compiuto da padre Murphy sono stati i vertici della diocesi americana e la Congregazione per la Dottrina della Fede, mentre le autorità civili avevano archiviato il caso.
In particolare la Congregazione della Dottrina della Fede, investita della questione solo tra il 1996 e il 1997, ha dato indicazione di procedere nei confronti di padre Murphy malgrado la lontananza temporale dei fatti costituisse un impedimento a norma di diritto canonico.
Tutto comincia il 15 maggio 1974 quando un ex studente della St. John’s School per i sordi presenta una denuncia sugli abusi compiuti su di lui e su altri ragazzi da padre Lawrence Murphy tra il 1964 e il 1970, ma - a quanto viene riportato – dopo un’indagine, il giudice incaricato archivia il caso. La diocesi di Milwaukee invece allontana subito padre Murphy, con un permesso temporaneo per motivi sanitari (fino a novembre 1974) che però diviene definitivo. Una lettera dalla diocesi di Superior nel 1980 spiega che padre Murphy vive nel Wisconsin, a casa della madre, continuando comunque a esercitare il ministero sacerdotale aiutando il parroco locale.
Nel frattempo però le denunce presso la diocesi di Milwaukee si moltiplicano e tra il luglio e il dicembre del 1993 padre Murphy viene sottoposto a quattro lunghi interrogatori dai responsabili dell’arcidiocesi assistiti da psicologi esperti di pedofilia. Ne emerge un quadro clinico di “pedofilo tipico”, che ne raccomanda un trattamento psicologico per maniaci sessuali e anche un accompagnamento pastorale/spirituale oltre che una restrizione nell’attività ministeriale. Dalla relazione degli interrogatori si evince che ci sono state 29 denunce di ragazzi: padre Murphy ammette “contatti” solo per 19 dei ragazzi coinvolti. Dai documenti successivi si ha poi la dimostrazione che l’arcidiocesi di Milwaukee prosegue nelle sue indagini cercando di appurare la realtà e l’ampiezza dei fatti, e il 17 luglio 1996 il vescovo Rembert Weakland scrive all’allora prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, cardinale Joseph Ratzinger, chiedendo lumi sul caso di padre Murphy e su quello – non collegato - di un altro prete, accusato di crimini sessuali e finanziari.
Monsignor Weakland fa riferimento alla denuncia del 1974 e spiega che però solo recentemente è venuto a conoscenza del fatto che certi crimini sessuali sono avvenuti durante il sacramento della Confessione, così che ha incaricato ufficialmente un prete della diocesi, padre James Connell, di condurre un’indagine approfondita (il decreto è del dicembre 1995). Un ostacolo all’accertamento dei fatti – afferma mons. Weakland – è dato dalla comprensibile reticenza dei ragazzi e della comunità della St John’s school a rendere pubbliche circostanze imbarazzanti. Monsignor Weakland si rivolge alla Congregazione per la Dottrina della Fede per avere un chiarimento sulla giurisdizione in questo caso di “crimine di sollecitazione” (canone 1387), se è di pertinenza della diocesi o della Congregazione.
Dai successivi documenti non sembrerebbe che la lettera sia mai arrivata sul tavolo del cardinal Ratzinger e dell’allora mons. Bertone, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.
In ogni caso, in mancanza di una risposta, l’arcidiocesi di Milwaukee va avanti per la sua strada e il 10 dicembre 1996 informa padre Murphy che il 22 novembre è stato aperto un procedimento penale ecclesiastico a suo carico con un tribunale creato ad hoc. La richiesta dell’accusa è la “destituzione di padre Murphy dallo stato clericale”.
Il problema che però si pone è quello della prescrizione dei crimini commessi, per cui a norma di diritto canonico si sarebbe impediti di procedere. Ma l’arcivescovo di Milwaukee è intenzionato a individuare una deroga al canone tenuto conto della situazione fisica e psicologica delle vittime.
Intenzione avallata poi da mons. Bertone nella lettera del 24 marzo 1997.
Alla fine del 1997 il processo passa poi alla diocesi di Superior, ma il presidente del tribunale rimane lo stesso di Milwaukee, padre Thomas Brundage. Dai documenti presentati dal New York Times si evince chiaramente l’intenzione delle autorità ecclesiastiche di Milwaukee e Superior di procedere nel modo più spedito possibile per arrivare a un atto di giustizia e di riparazione per le vittime e la comunità della St John’s school.
Nel frattempo, padre Murphy scrive una lettera al cardinal Ratzinger (12 gennaio 1998), chiedendo l’annullamento del processo a suo carico perché l’Istruzione del 1962 prevede per avviare l’azione penale un termine di 30 giorni dal momento in cui è presentata l’accusa.
Padre Murphy afferma tra l’altro che – oltre ad essere pentito – è gravemente malato e comunque vive ritirato da 24 anni. Per cui chiede almeno di non essere ridotto allo stato laicale.
Il 6 aprile 1998 mons. Bertone scrive a mons. Fliss, vescovo di Superior, a nome della Congregazione per la Dottrina della Fede spiegando che – dopo aver esaminato attentamente la vicenda – non esiste un termine per l’azione penale così come invocato da padre Murphy, per cui il processo può continuare anche se – aggiunge Bertone – è giusto tenere conto dell’articolo 1341 del Codice di diritto canonico secondo cui una sanzione penale deve essere comminata solo dopo aver constatato che non sia “possibile ottenere sufficientemente la riparazione dello scandalo, il ristabilimento della giustizia, l'emendamento del reo” con altri mezzi.
Monsignor Fliss risponde il 13 maggio a monsignor Bertone affermando che, conformemente a quanto indicato dalla Congregazione, c’è la necessità di un processo a padre Murphy tenendo conto della gravità dello scandalo e del grande dolore inferto alla comunità cattolica della St John’ school.
Si arriva quindi al 30 maggio quando in Vaticano c’è un incontro tra mons. Bertone, il sottosegretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, padre Gianfranco Girotti, e i presuli americani interessati alla questione.
Dalla minuta dell’incontro si evince che nella Congregazione ci sono dei dubbi circa la fattibilità e l’opportunità del processo canonico, data la difficoltà a ricostruire i fatti accaduti 35 anni prima, soprattutto per quel che riguarda il crimine in confessionale, e dato che non risultano altre accuse per il periodo dal 1974 in poi.
Bertone quindi, a conclusione dell’incontro, riassume le due linee fondamentali da tenere: una restrizione territoriale per il ministero sacerdotale (in pratica padre Murphy deve restare a Superior) e un’azione decisa per ottenere il pentimento del sacerdote, inclusa la minaccia di “dimissione dallo stato clericale”.
Il vescovo di Milwaukee scrive ancora il 19 agosto a mons. Bertone per metterlo al corrente delle misure prese per attuare le linee indicate dalla Congregazione, e informarlo del fatto che la sua diocesi continuerà a farsi carico delle spese per sostenere le terapie alle vittime degli abusi sessuali. Infine, il 21 agosto padre Murphy muore, chiudendo definitivamente il caso.
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13 commenti:
Un altro effetto dell'odio seminato dai media.
Diverse Chiese cono state profanate in Baviera.
http://www.kath.net/detail.php?id=26134
Il successivo passo quale sarà? Forse l'aggressione fisica a preti e suore?
Alessia
Penso che il terzo segreto di Fatima non si sia ancora totalmente realizzato... Rimaniamo uniti nella preghiera!
Cara Raffaella,
mi domando se non sia giunto l'ora di un grande gesto di amicizia e solidarietà al Papa in un momento in cui, esattamente come a Cristo 2000 anni fa, lo si fa capro espiatorio del male del mondo. E questo per poter dimostrare la falsità del cristianesimo. Penso, ad esempio, al gesto di solidarietà all'Angelus dopo la decisione di non parlare alla Sapienza di Roma: una folla enorme in piazza S.Pietro.
Capisco però, anche, la necessità di non alimentare lo scontro. Certamente la preghiera e la testimonianza nel quotidiano sono l'aiuto più grande. Magari scriviamo una mail di solidarietà...
Non so, però mi piange il cuore.
ps: non attaccherei il Card. Bertone, perchè credo che faccia di tutto per aiutare il Santo Padre. non a caso Benedetto XVI si fida totalmente di lui, a tal punto da farlo Camerlengo. Forse il problema sono gli altri uffici sotto che non obbediscono come si dovrebbe...
Paolo
Persino lo SNAP in passato aveva già respinto il tentativo dell'ex Arcivescovo Weakland di difendersi dall'accusa di non aver mai adeguatamente sanzionato gli abusi chiamando in causa la policy del Vaticano. Lo riferiva il Journal Sentinel di Milwaukee il 18.5.2009.
http://www.jsonline.com/features/religion/45368687.html
Alberto
Cara Raffaella, ti segnalo un "divertente" racconto su di una barca in mezzo al mare sul blog Messainlatino.it
Ci vuole davvero un po' di arguta ironia in questo panorama desolante. Postalo anche tu se credi.
Anche il USA Today a maggio 2009 riferiva che Weakland si difendeva accusando il Vaticano di lentezza e che in Tribunale era stata prodotta una sua lettera del 1998. Il NYT presenta oggi questa patacca come fosse uno scoop ( lo ha già ricordato meglio Introvigne).
http://www.usatoday.com/news/religion/2009-05-18-gay-archbishop_N.htm
Alberto
Grazie, Alberto :-)
Ho messo tutto nell'altro post.
Un abbraccio
R.
Quì c'e' oltre alla preghiera da MUOVERSI, concretamente anche fuori dal mondo di internet. Mi viene da piangere vedere come viene buttato fango gratuito sul Santo Padre e la Chiesa, e vedere che nessuno proprio in Vaticano sembra muoversi.
Starò sbagliando, ma davvero vorrei vedere per una volta la gente in piazza per dire al Santo Padre che non è solo!!!
Non c'e' modo di organizzare qualcosa???
@fra che dirti anch'io vorrei in pratica fare qualcosa ma, noi a differenza dei generali, non abbiamo mezzi concreti per agire. A Roma il Vicario del Papa tace...... e non agisce!!!!!!!
Vallini dorme!
ARIDATECE RUINI!!!!!!!!!!!!!!!!!
@euge ed invece chissà perchè credo sia possibile fare qualcosa. Basterebbe metterci d'accordo tutti ed i mezzi tra cellulari, spazi giornali, volantini e internet sono più che sufficenti.
E credo che non saremmo i 4 gatti del Papa ad andare in piazza.
Non so io credo sia possibile. Se qualcuno ci sta e Raffaella è d'accordo perchè non iniziare a sondare il terreno???
tg3 delle 14.20. semplicemente scandaloso. titolo in apertura del tg su questa nefanda pseudo notizia del NYT (quando mai se no il Papa avrebbe avuto il titolo di apertura al tg3!!!!!!!). Il servizio ancora più osceno: dettagliatissimo sull'articolo del NYT in ogni sua virgola e falsità; una sola frase lapidaria sulla smentita di Padre Lombardi, detta pure in modo da dare l'impressione che il Vaticano si stia arrimpacondo sugli specchi per difendere il Papa. Ma si può fare "informazione" in questo modo squallido? ...Penso a quanti avranno appreso la notizia solo da questo servizio e mi vengono i crampi allo stomaco, oltre ad una rabbia incredibile!
Il Santo Padre deve almeno sapere che siamo in tanti ad essergli vicini e a sostenerlo con la preghiera, oltre che con questo blog e altri siti amici. Maria Pia
Infatti hai visto rai tre che sappiamo la faziosità. E' auspicabile una testimonianza di sostegno al Papa.Contattiamoci per questa iniziativa...
Intanto Beppe Severgnini si schiera (sebbene indirettamente) dalla parte del Papa... http://www.corriere.it/italians/10_marzo_26/Preti-pedofili-l-ennesimo-caso-di-doppiopesismo_ffaf3172-3843-11df-821f-00144f02aabe.shtml
http://www.corriere.it/italians/10_marzo_25/Chiesa-non-si-puo-far-sempre-i-libertari_335c00e4-3755-11df-bfab-00144f02aabe.shtml
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