martedì 9 marzo 2010

Repubblica (elogiata ieri dall'Osservatore!) attacca pesantemente il Santo Padre dimenticandosi di tutti gli articoli scritti in passato


SPECIALE: Il documentario della BBC dice il falso: ecco le prove!

CHIESA E PEDOFILIA: LA TOLLERANZA ZERO DI PAPA BENEDETTO XVI: I VIAGGI NEGLI USA ED IN AUSTRALIA ED I SINGOLI PROVVEDIMENTI

Cari amici, chissa' se oggi l'Osservatore elogierebbe in maniera cosi' esagerata il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari come, invece, ha fatto ieri.
Forse si', visto che, in fondo, ci va di mezzo sempre e solo Benedetto XVI (e non altri, Pontefici o cardinali che siano...).
Clicca qui per leggere l'articolo di Tarquini.
A quest'ultimo chiedo come mai non abbia chiamato in causa anche il secondo firmatario del documento del 2001 (il card. Bertone) e soprattutto Giovanni Paolo II dal cui motu proprio "LITTERAE APOSTOLICAE MOTU PROPRIO DATAE quibus Normae de gravioribus delictis Congregationi pro Doctrina Fidei reservatis promulgantur" da cui deriva l'epistola "De delictis gravioribus".
Forse che Joseph Ratzinger fosse gia' Papa nel 2001 e, magari, gia' nel 1962 quando il beato Papa buono emano' il Crimen Sollicitationis?
Sono esterefatta di fronte a questi attacchi a Benedetto XVI. Non se li merita e non c'e' nessuno che lo aiuti.
Noi, cari amici, abbiamo fatto tutto il possibile, ma non abbiamo alcuna autorita', alcun riconoscimento e siamo su internet dove chi vuole deve venirci a cercare.
In ogni caso Repubblica "dimentica" tutti gli articoli scritti da Politi e La Rocca negli ultimi anni. Sono pezzi di elogio al comportamento di Joseph Ratzinger.
Li ripropongo ancora ma prima vorrei ribadire il mio sdegno piu' assoluto per il silenzio ostinato del Vaticano quando si tratta di difendere la dignita' e l'operato del Pontefice. Si emettono comunicati ufficiali di attestazione di stima verso il presidente del Bambin Gesu' e ci si disinteressa di Benedetto XVI?
C'e' qualcosa di assurdo, che non mi quadra. Si rimanga pure nel silenzio, tanto ormai il danno e' fatto
.
R.

Lo ha chiesto il Pontefice in una lettera del 2001 pubblicata sul numero di novembre della "Gazzetta Ufficiale" vaticana

Il Papa contro i preti pedofili

"Indagini accurate e processi"
Anche una missiva ai vescovi del cardinale Ratzinger "Proteggiamo la santità del sacerdozio"


CITTA' DEL VATICANO

Esiste anche solo il sospetto che un prete cattolico sia pedofilo? Il Vaticano vuole saperlo e vuole che sul "caso" vengano svolte indagini approfondite. E' questa la sostanza di un lettera "Motu proprio" scritta da Giovanni Paolo II nel 2001 e che la Congregazione per la dottrina della fede, nel numero di novembre degli Acta apostolicae sedis, la "Gazzetta ufficiale" del Vaticano, ha pubblicato insieme a una lettera che il prefetto della Congregazione Joseph Ratzinger ha indirizzato ai vescovi per illustrare il documento pontificio.
Il Motu proprio autorizza la Congregazione a stabilire delle linee guida per affrontare il problema, mentre il cardinale Ratzinger chiede ai vescovi "non solo di contribuire a evitare un crimine così grave, ma anche di proteggere con le necessarie sanzioni la santità del sacerdozio e la cura pastorale offerta dai vescovi e dagli altri responsabili ecclesiastici".
I due documenti sembrano indicare la volontà della Santa Sede di controllare più direttamente il problema, dopo che alcuni episcopati, come quello statunitense, hanno dovuto affrontare il pagamento di grossi risarcimenti alle famiglie di bimbi molestati da sacerdoti, e dopo che lo scorso settembre il vescovo di Boyeux, in Normandia, monsignor Pierre Pican, è stato condannato a tre mesi di carcere con la condizionale per non aver denunciato alle autorità il suo sacerdote padre Renè Bissey, giudicato colpevole di pedofilia.
Secondo le disposizioni emanate dal cardinale Ratzinger, i vescovi, nei casi di verosimili reati di abuso sessuale di minori da parte di sacerdoti, dovranno fare rapporto alla Congregazione, che a sua volta deciderà se lasciare la gestione del caso a un tribunale locale o se "girarla" a Roma.
Le nuove norme dovrebbero servire a evitare la sovrapposizione di giurisdizioni, visto che sono sei i dicasteri vaticani dotati di autorità in fatto di reati di abuso sessuale. Assegnando la competenza di coordinamento alla Congregazione per la dottrina della fede, si limiteranno le controversie. Le disposizioni riguardano non solo il reato di abuso sessuale di un prete su un minorenne, ma anche altri reati contro i sacramenti (tra cui la concelebrazione dell'eucarestia con ministri protestanti e l'abuso del sacramento della penitenza, come nel caso in cui il prete usi il pretesto della confessione per avere favori sessuali).
Circa i reati di pedofilia di sacerdoti, la normativa stabilisce che la prescrizione di dieci anni (propria dei reati di competenza della Congregazione) scatti a partire dal compimento della maggiore età di chi ha subito le violenze, presupponendo che questi al compimento della maggiore età sia libero dall'intimidazione e in grado di sporgere denuncia.

REPUBBLICA, 8 GENNAIO 2002

http://www.repubblica.it/online/cronaca/papapreti/papapreti/papapreti.html

IL RETROSCENA

La svolta di Wojtyla, la circolare di Ruini ai vescovi: quattro anni di sforzi per estirpare la piaga

Pubbliche ammende e lettere segrete così il Vaticano decise di dire basta

MARCO POLITI

CITTÀ DEL VATICANO

LA SVOLTA avvenne tra il 2001 e il 2002.
Protagonisti papa Wojtyla e l´allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, cardinale Ratzinger.
Scosso e disgustato dall´ondata di scandali che stava investendo la Chiesa cattolica degli Stati Uniti, Giovanni Paolo II ruppe con il secolare costume ecclesiastico dell´insabbiamento e si affrancò dai consigli di quanti in Curia propendevano per una «prudenza» molto simile all´omertà.
Di colpo il pontefice polacco tirò i freni e con un Motu proprio del 18 maggio 2001 sancì il ruolo centrale dell´ex Sant´Uffizio nell´affrontare il fenomeno.
Vennero poi le «Linee guida» elaborate da Ratzinger.
Ai vescovi del mondo il cardinale chiedeva «non solo di contribuire a evitare un crimine così grave, ma anche di proteggere con le necessarie sanzioni la santità del sacerdozio e la cura pastorale offerta dai vescovi e dagli altri responsabili ecclesiastici».
È questo il documento su cui oggi si basa la Santa Sede per contrastare e combattere la pedofilia del clero.
Al primo sospetto oggettivo il vescovo è tenuto a informare la Congregazione per la Dottrina della fede, che deciderà se far giudicare la questione a livello locale o avocare il procedimento in Vaticano. Lo stesso documento condanna ogni abuso della confessione per ottenere favori sessuali.
Per scongiurare frettolose archiviazioni Ratzinger - d´intesa con papa Wojtyla -prese anche la decisione di modificare i termini di prescrizione dei processi ecclesiastici. I dieci anni necessari per far decadere i procedimenti scattano (dopo la riforma del 2001) soltanto a partire dalla maggiore età della vittima, in modo da garantire a chi è stato abusato nel corso dell´adolescenza la piena facoltà di intervento in giudizio.
L´anno successivo il cardinale Ratzinger partecipò al vertice straordinario dell´episcopato americano, convocato a Roma, quando si stabilì «tolleranza zero» per i preti pedofili e l´immediato allontanamento di chiunque fosse coinvolto in indagini da incarichi ecclesiali a contatto con minori.
Le dure parole, usate ora da Benedetto XVI, trovano un precedente nell´escalation di interventi di Giovanni Paolo II dopo l´esplosione degli scandali. «L´abuso che ha causato questa crisi - disse ai vescovi americani nell´aprile del 2002 - viene giustamente considerato un crimine dalla società ed è anche un peccato sconvolgente agli occhi di Dio». Quando nel luglio del 2002 il pontefice polacco si recò a Toronto per la Giornata mondiale della gioventù confessò dinanzi a centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze che i preti pedofili provocavano in lui «un profondo senso di tristezza e di vergogna».
Molti ritengono che l´allusione di Ratzinger alla «sporcizia» nella Chiesa durante l´ormai famosa Via Crucis del 2005, poco prima della morte di Giovanni Paolo II, si riferisse anche ai casi di pedofilia diffusi in ogni parte del globo. Da pontefice Ratzinger ha costretto alle dimissioni - risparmiandogli l´onta di un processo ecclesiastico - il fondatore dei Legionari di Cristo, Marcial Maciel, pressato da antiche accuse di pedofilia. Sulla situazione italiana il presidente della Cei Ruini mandò tempo fa una lettera a tutti i vescovi, che però non è mai stata pubblicata. Finora in Italia, tranne eccezioni, la tendenza nella gerarchia ecclesiastica è di aspettare le conclusioni della magistratura ordinaria, invece di punire per primi i colpevoli.

© Copyright Repubblica, 29 ottobre 2006


LA CHIESA DI RATZINGER

Il Papa contro i preti pedofili "Colpevoli di crimini enormi"

Ratzinger: scoprire la verità e aiutare le vittime di abusi

Duro intervento davanti ai vescovi irlandesi in udienza "Minata la fiducia nella Chiesa, occorre ricostruirla"

ORAZIO LA ROCCA

CITTÀ DEL VATICANO

Gli abusi sessuali sui bambini «sono crimini abominevoli» che vanno perseguiti «con forza, determinazione e tempestività» per «punire i colpevoli e aiutare le piccole vittime». Ma quando i colpevoli sono «religiosi, questo particolare crimine diventa ancora più grande e la Chiesa deve fare tutto il possibile per assicurare alla giustizia chi lo commette, e nello stesso tempo dare sostegno alle vittime ed evitare che altre violenze simili possano ripetersi». Benedetto XVI davanti ad uno dei più grandi scandali esplosi negli ultimi anni in alcune diocesi della Chiesa cattolica: le violenze sessuali sui minori da parte dei preti pedofili. Tema scomodo e scottante affrontato ieri dal Papa per la prima volta, pubblicamente, da quando è asceso al soglio di Pietro, il 19 aprile 2005, ricevendo in Vaticano i vescovi irlandesi.
Era stato, nel marzo scorso, l´arcivescovo di Dublino, monsignor Diarmuid Martin, a rivelare che, secondo una inchiesta svolta tra i 2800 preti della sua diocesi, dagli anni ‘40 i casi di pedofilia accertati erano stati 350 e che i sacerdoti sospettati di aver compiuto violenze sessuali sono circa il 3 per cento del clero irlandese. Ieri l´arcivescovo Sean Bredy, primate d´Irlanda, ne ha parlato al Papa, e il pontefice ne ha tratto lo spunto per esortare tutta la Chiesa ad essere più «vigile ed attenta» verso un problema - gli abusi sui bambini - che scuote le coscienze e lacera le vite di tanti innocenti. «Voi - ha ricordato tra l´altro il Papa - , avete dovuto fare fronte negli anni recenti a molti e terribili casi di abusi sessuali su minori. Questi sono ancora più tragici quando ad abusare è un uomo di Chiesa. Le ferite causate da tali atti agiscono in profondità ed è un´operazione urgente ricostruire la fiducia e la sicurezza là dove esse sono state compromesse».
Di fronte a simili violenze, avverte Ratzinger, occorre «stabilire la verità per adottare qualsiasi misura necessaria per prevenire la possibilità che i fatti si ripetano, garantire che i principi di giustizia siano pienamente rispettati e, soprattutto, portare sostegno alle vittime colpite da questi enormi crimini».
«Parole giuste e sacrosante», commenta il cardinale Javier Lozano Barragan, ministro della Sanità della Santa Sede, nativo del Messico, uno dei paesi maggiormente colpiti da casi di abusi sessuali di preti. «Quando ero arcivescovo - ricorda il cardinale - di fronte a casi simili ero inflessibile e per niente tollerante. Occorre essere vigili, attenti, a partire dalla formazione nei seminari. Ma non va dimenticato che ci sono anche persone che denunziano la Chiesa solo per cercare di trarre vantaggi economici con l´inganno e la menzogna».

© Copyright Repubblica, 29 ottobre 2006

9 commenti:

chiara ha detto...

la chiesa è interessata solo a preservare il buon nome di wojtyla in vista della beatificazione.
di ratzinger non importa nulla a nessuno,un pò come avvenne duemila anni fa con l'abbandono di cristo da parte degli apostoli.

quirinus ha detto...

Ma che aspettano a chiuderlo, l'Osservatore Romano? Mai avrei pensato di rimpiangere la già tragica gestione precedente! Un disastro dopo l'altro: articoli di elogi dei Beatles e altri testimonial della cultura relativista-nichilista, lodi a Repubblica (incredibile...), follie fisichelliane, osanna al superabortista antifamiglia Obama con sacrosante proteste dei vescovi americani agghiacciati dal presunto giornale del papa che li pugnala alle spalle, silenzi e ambiguità su un mare di cose. Ed è pure una palla al piede economica (per forza, e chi se lo compra?). Se proprio deve esistere, chiudano l'edizione cartacea, lo mettano interamente su internet con un sito fatto come si deve e magari lo facciano gestire da Raffaella, hai visto mai diventa qualcosa di più interessante e utile alla Chiesa, e che costa pure meno?

;-)

mariateresa ha detto...

Andrea Tarquini ha sempre scritto articoli contro il Santo Padre, è un decano dell'insulto. La sua lettura delle parole della ministra non coincide affatto con la lettura che dà l'inviato del Corriere nell'artcolo di oggi.
La sua è un'interpretazione che forza le parole per l'interpretazione che si vuole veicolare.Penso sinceramente che nessun intervento della santa sede avrebbe raddrizzato questo articolo.La tensione con il governo tedesco cìè, ma cercare subito il capro espiatorio nell'attuale pontefice tradisce la posizione politica e ideologica di Tarquini.Infine credo che le lodi dell'Osservatore si riferissero a una certa svolta su Pio XII e non certo a Tarquini.
C'è da imbufalirsi lo riconosco e di brutto, ma non c'è verso di fare diventare simpatizzanti persone che sono strutturalmente avverse al Pontefice.

Anonimo ha detto...

Lo stesso comportamento rep. lo osservò nel 2007, ricordi? Che immensa, scandalosa malafede. E stupidità, aggiungerei, perché altri, come il blog, potrebbero oggi sbattergli in faccia gli articoli elogiativi del 2001 e paragonarli al cambio di rotta odierno.
Alessia

massimo ha detto...

la linea di rep.la conosciamo,le perosne che scrivono le conosciamo già,trattasi di servi all'ideologia e non onorano la deontologia della loro professione che è in sostanza quella informare obiettivamente,al massimo quella di cercare la verità,un tempo si diceva che il giornalismo è un servizio alla veritò della realtà dei FATTI.bene è palese che questo foglio non persegue questa linea ma una linea politico-ideologica,sacrifica tutto per un fine di potere in buona sostanza.
non hanno la mia fiducia,poca cosa certo,nè la mia moneta,ma nella realtà dell'oggi e del futuro perderanno stima di chi con semplicità vorrebbe avere un obiettiva visione dei fatti.
non dobbiamo più credo scuoterci più di tanto,non cambieranno,è questione di soldi,potere,servilismo della ragione.
nessuna stima nè credito,neanche epr l'articolo di domenica di ansaldo,cose che già sapevamo,la cosa è stata scritta nel tentativo di avere spazio e stima,è cerchiobottismo,fà parte di una sottile e perfida strategia,non mi incantano.
mas

Miserere ha detto...

Ma possiamo ancora fidarci dalle testate che hanno come dogma infangare la Santa Chiesa Cattolica?

Anonimo ha detto...

L'interpretazione di Repubblica è non solo oltraggiosa ma anche forzata e fuorviante, come ha esposto Mariateresa e abbiamo dimostrato ieri (al di là del fatto che il riferimento della ministra al documento del 2001 è clamorosamente sballato sotto ogni profilo: ermeneutico, storico, cronologico e causale). Ma quel che più colpisce è che anche stamani su nessun sito dei più grandi media tedeschi troviamo sottlineata tale interpretazione. Non trovo su Sueddeutsche, Spiegel, Bild, Frankfurter alcun riferimento al "De delictis". Trovo invece articoli sul problema della prescrizione (che la ministra non vuole estendere...), del risarcimento (che la ministra si augura anche ove prescritto) e molti titoli sulla scuola laica Odenwald (premiata Unesco) in relazione alla quale si parla (non so se fondatamente) di abusi anche fino a cento casi e per periodi molto più recenti.
http://www.spiegel.de/politik/deutschland/0,1518,682457,00.html
http://www.faz.net/s/Rub5785324EF29440359B02AF69CB1BB8CC/Doc~ED044DBC6903845E9988E08027DAC7C2C~ATpl~Ecommon~Scontent.html
Vedo che in Italia non si parla di queste cose ma solo del "De delictis". Se è così (a meno di prova contraria)mi chiedo: chi può aver ascoltato una radio tedesca ieri mattina presto e riferito alle agenzie in Italia il passo sul "De delictis" se non un italiano in Germania ben addentro alle questioni vaticane? E perché nessun organo di stampa istituzionale (Osservatore, Avvenire, Sala Stampa)sembra fare idonea chiarezza su questo? Cerchiamo una risposta non per fare dietrologia ma per capire come stanno effettivamente le cose.
Alberto

massimo ha detto...

si noti come rep.tratta della strage di 500 cristiani oggi,l'articolo è sotto a quello di tarquinio.
vergognoso.
sembra temano sopratutto che la chiesa abbia un minimo di attenzione o visibiltà a scrivere chiaro e tondo della persecuzione cristiana........

Il papa è il mio padre spirituale ha detto...

Intanto che avviene tutto ciò, il Santo Padre, sferzato e vituperato, colpito con frecce e colpi di frusta, curvo sotto la Croce, porta avanti, "felicemente" l'attuazione del desiderio di Cristo, UT UNUM SINT.
Satana, inferocito, diventa sempre più violento e colpisce in modo virulento e persecutorio, perchè sente che i suoi tempi volgono al termine.
San Michele Arcangelo, proteggi la Chiesa e il vicario di Cristo!!!