sabato 3 aprile 2010

Precisazione del P. Federico Lombardi S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, a proposito del “caso Teta”

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

Precisazione del P. Federico Lombardi S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, a proposito del “caso Teta”

La presentazione fatta recentemente da alcune testate del “caso Teta”, un caso drammatico di abusi da parte di un sacerdote della Diocesi di Tucson negli anni 70, è fuorviante.

Dalla documentazione risulta infatti con chiarezza e certezza che i responsabili della Congregazione per la Dottrina della Fede – a cui la diocesi si era rivolta trattandosi di un caso che riguardava il crimine di “sollecitazione” nel sacramento della penitenza – si sono più volte interessati attivamente nel corso degli anni 90 perché il processo canonico in corso nella Diocesi di Tucson fosse portato a termine debitamente (ciò che avvenne nel 1997, con sentenza di riduzione allo stato laicale).
Ciò è stato già confermato con precisione in risposta alle domande della stampa locale dal vescovo di Tucson, mons. Gerald Kicanas, anche tramite la pubblicazione delle lettere provenienti dalla stessa Congregazione.
Il rev. Teta, presentò però appello contro la sentenza e il suo ricorso pervenne al Tribunale della Congregazione quando era stata già avviata la revisione delle norme canoniche precedentemente in vigore.
Gli appelli rimasero perciò pendenti fino all’entrata in vigore della nuova legislazione nel 2001, che porta tutti i casi di “delitti più gravi” sotto la competenza della Congregazione per la Dottrina della Fede per una trattazione più sicura e rapida.
Dal 2001 tutti gli appelli pendenti furono tempestivamente trattati, e quello del caso Teta fu uno dei primi ad essere discusso. Ciò richiese del tempo, anche perché la documentazione prodotta era particolarmente voluminosa. In ogni caso, la sentenza di primo grado venne confermata “in toto”, con la conseguente riduzione a stato laicale nel 2004.
Non si deve dimenticare che anche quando gli appelli rimangono pendenti e la sentenza è sospesa, sono in vigore le misure cautelative imposta dal vescovo all’imputato. Infatti il Teta era già sospeso dall’anno 1990.

4 commenti:

massimo ha detto...

ciao Raffa,hai visionato questo articolo?scusa il mezzo del post...

Raffaella ha detto...

Quale articolo, Massimo?
R.

massimo ha detto...

http://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=1749

Raffaella ha detto...

Siiiiiiiiiiiiiiii :-))
Ora lo segnalo!!
R.