domenica 23 maggio 2010

Intervista a Martin Mosebach: la Chiesa è tenuta all'impossibile (traduzione de "Il Foglio")

Clicca qui per leggere la traduzione dell'intervista che Martin Mosebach ha rilasciato al Süddeutsche Zeitung Magazin.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Articolo interessante, vorrei far notare due punti:
"Prima del Vaticano Secondo i preti portavano un corsetto, il che dava loro un sostegno psicologico e fisico. Ricordava loro tutti i giorni di esser eun homo excitatus a deo, un uomo scelto da Dio. Il prete indossava la veste con i trentatre piccoli bottoni oppure l'abito grigio con il collare rigido. Diceva messa tutti i giorni e leggeva ogni giorno il grande breviario. Mai diventava un civile, legato com'era all'ordine e all'ubbidienza. Tutto questo non c'e' piu' nella chiesa moderna. Oggi i preti vanno in vacanza, hanno un giorno in cui non recitano la messa e un appartamento modermo con cd-player e televisore a schermo piatto".

Tutto cio' va a favore dei giovani preti di oggi: attualmente il seguire la vocazione al sacerdozio o alla vita religiosa non porta piu' il "fascino del ruolo" e/o altri sostegni esterni, ben enumerati. C'e' da essere ben solidi dentro.
Seconda cosa, tutto quel "sostegno psicologico e fisico" non ha impedito a Maciel e simili di fare cio' che hanno fatto; anzi, purtroppo proprio quel tipo di "immagine" e' servita a coprire per decenni la realta' dei fatti.
Terzo, io nella Chiesa italiana non conosco di preti che non celebrano la Messa ogni giorno. Domanda a tutti i frequentatori: voi ne sapete qualcosa? Forse in germania, austria?
Quarto: se ti si rompe oggi un registratore a cassette o la tv - indipendentemente dall'uso che se ne fa - che alternative hai a un lettore dvd o a un tv lcd? Far riparare una cosa vecchia costa molto piu' che prenderla nuova (e' la new economy, baby). Gia' i lettori cd non si trovano piu' da anni. Il che mi fa porre qualche interrogativo su quale mondo viva il Mosebach.

Altro passo:
"I mass media si focalizzano sui passi falsi, ma sono cose che interessano un giornalista, non il Papa... per lui quel che conta non e' la notizia ad effetto, la sensazione, ma piantare con infinita pazienza un albero di cui non vedra' mai i frutti".

Su questo almeno ha le idee chiare e sono d'accordo; mica tanti la pensano cosi'...

Anonimo ha detto...

Da notare anche che il giornalista è sorpreso che Mosebach avesse il padre protestante, perchè un protestante che diventa cattolico è inconcepibile per i tedeschi illuminati. E che Mosebach a un certo punto dice che non tutti la pensano come i redattori del Sz. Purtroppo Mosebach è l'eccezione che conferma la regola.Eufemia

Anonimo ha detto...

"Tutto cio' va a favore dei giovani preti di oggi: attualmente il seguire la vocazione al sacerdozio o alla vita religiosa non porta piu' il "fascino del ruolo" e/o altri sostegni esterni, ben enumerati."

Non è vero.
A certi elementi di 'fascino', sono stati semplicemente sostituiti altri... più mondani.