domenica 23 maggio 2010

Appello del Papa a non dimenticare i Paesi più deboli, vittime di «speculazioni irresponsabili» e di esecutivi incapaci


Vedi anche:

Sindone, si conclude l'Ostensione dei record (Galavotti)

La strategia dell'avvocato Lena nel commento di Allen: i vescovi non sono dipendenti del Vaticano

Il Papa: la fede ed i valori porteranno fuori dalla crisi (Izzo)

La festa di Pentecoste nella tradizione siro-occidentale: Nel pane e nel calice il fuoco dello Spirito Santo (Nin)

Il Papa: I politici cattolici siano coerenti in tutto (Paola Alagia)

Il cardinale Poletto per l’Ostensione della Sindone: grande gioia per aver visto la fede crescere (Radio Vaticana)

Il Papa: l'Europa non abbia paura del Vangelo ma riscopra le radici cristiane (Izzo)

Il Papa incontrerà i detenuti del carcere di Sulmona nel corso della visita pastorale del 4 luglio (Giansoldati)

Padre Martin ed il Terzo Segreto di Fatima (Colafemmina)

Il Papa: "Oggi più che mai, la famiglia umana può crescere come società libera di popoli liberi quando la globalizzazione viene guidata dalla solidarietà e dal bene comune, come pure dalla relativa giustizia sociale, che trovano nel messaggio di Cristo e della Chiesa una sorgente preziosa" (Discorso)

Il Papa: "C’è bisogno di politici autenticamente cristiani, ma prima ancora di fedeli laici che siano testimoni di Cristo" (Vecchi)

La musica e il dialogo: l'editoriale di padre Lombardi (Radio Vaticana)

Scatta l'operazione pulizia allo Ior: al settaccio tutti i conti correnti (anche di cardinali). Indagine interna in nome della trasparenza (La Rocca)

Besancon parla della crisi, dei dogmi e del giovane Schonborn (Il Foglio)

Anemone, gli inquilini vip del Vaticano. Case e potere all'ombra del sistema (Bogo)

Perché alla Chiesa non serve l'«agenda progressista»: il commento di Gianteo Bordero

Il segreto di Fatima: l'apostasia nella Chiesa? (Francesco Agnoli)

George Weigel: il Vaticano chiarisca pubblicamente la posizione di Wojtyla su Maciel prima della beatificazione (Apcom)

L’agenda dei controriformisti (I parte). Dopo lo “schiaffo di Vienna” ecco i critici del progressismo e la loro idea della chiesa (Rodari)

Annozero sulla pedofilia (dei sacerdoti, of course!): il monumentale commento di Andrea Tornielli

Il Terzo Segreto di Fatima e l'opera di pulizia di Benedetto XVI: commento di Gianni Toffali

Il Papa, i cardinali, i gesuiti. Tre risposte allo scandalo (Magister). Monumentale

Benedetto XVI: la politica abbia il primato sulla finanza

Appello del Papa a non dimenticare i Paesi più deboli, vittime di «speculazioni irresponsabili» e di esecutivi incapaci

VATICANO
Benedetto XVI rilancia il suo appello al primato della politica sull'economia e a quello dell'etica su tutto il resto, ma soprattutto a non dimenticare i Paesi più deboli, vittime di «speculazioni irresponsabili» e di governi spesso incapaci di reagire «con adeguate decisioni» di governo della finanza.
Proprio in questi giorni l'Europa, alla quale ieri il Papa ha anche ricordato le sue «radici cristiane», è alle prese con un piano volto a scongiurare eccessi di spesa e sprechi in tempo di crisi, una crisi provocata proprio – suggerisce ieri l'Osservatore romano – da un eccesso di «concentrazione del reddito».
E da tempo il Vaticano strizza l'occhio alla riforma della finanza varata dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, sperando che un adeguato governo dell'economia possa riportare anche in altri Paesi un pò di equilibrio tra ricchi e poveri.
In questo contesto, Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Vaticano i partecipanti a un convegno promosso dalla Fondazione «Centesimus annus», organismo dedito alla diffusione dei valori espressi nell'omonima enciclica sociale di Giovanni Paolo II. Dinamiche economiche e finanziarie «aberranti» e «logiche temerarie» sono state messe all'indice al convegno, dedicato a sviluppo e bene comune, ha riferito al Papa il presidente della fondazione, Domingo Sugranyes Bickel. «La crisi e le difficoltà di cui al presente soffrono le relazioni internazionali, gli Stati, la società e l'economia, infatti – ha commentato il pontefice – sono in larga misura dovute alla carenza di fiducia e di un'adeguata ispirazione solidaristica creativa e dinamica orientata al bene comune, che porti a rapporti autenticamente umani di amicizia, di solidarietà e di reciprocità». Poi, ha ricordato uno dei maggiori rischi segnalato proprio nella Caritas in veritate: quello che «all'interdipendenza di fatto tra gli uomini e i popoli non corrisponda l'interazione etica delle coscienze e delle intelligenze, dalla quale possa emergere come risultato uno sviluppo veramente umano».
«Una tale interazione, ad esempio – ha sottolineato – appare essere troppo debole presso quei governanti che, a fronte di rinnovati episodi di speculazioni irresponsabili nei confronti dei Paesi più deboli, non reagiscono con adeguate decisioni di governo della finanza. La politica – ha ammonito – deve avere il primato sulla finanza e l'etica deve orientare ogni attività».
Un'etica in cui il ruolo delle «religioni», non solo quella cattolica, appare «decisivo» «nelle nostre società segnate dalla secolarizzazione».
«L'esclusione delle religioni dall'ambito pubblico, come, per altro verso, il fondamentalismo religioso», finisce per «impedire l'incontro tra le persone». «La vita della società si impoverisce – ha concluso citando ancora la sua enciclica sociale – e la politica assume un volto opprimente e aggressivo». Serve perciò un nuovo rapporto tra Stato, società e mercato, da costruire «con il contributo di tutti».

© Copyright Gazzetta del sud, 23 maggio 2010

Nessun commento: