sabato 8 maggio 2010

Quando Joseph Ratzinger, citando Papini, metteva in guarda sulla trasformazione del Giubileo in "kermesse euforica" (Apcom)


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Su segnalazione di Sonny leggiamo:

Papa/ Quando Ratzinger definiva il giubileo "kermesse euforica"

Silenzio in Vaticano sulle inchieste giudiziarie sugli appalti

E' silenzio, in Vaticano, sulle inchieste sugli appalti che la magistratura sta portando avanti da settimane. Le cronache giudiziarie riferiscono di favori pubblici in cambio di ristrutturazioni private, di grandi opere che riguardano spesso eventi religiosi, e di sospetti che sfiorano il Palazzo apostolico. Ma nessuno commenta ufficialmente.
Il gentiluomo di Sua Santità Angelo Balducci è in carcere, il ruolo di Propaganda fide - il potente dicastero per l'evangelizzazione dei popoli guidato per anni dall'attuale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe - spunta più volte nelle carte degli inquirenti, ora rimbalza sui giornali anche il nome di mons. Francesco Camaldo, per anni cerimoniere dell'attuale Papa.
E' proprio Ratzinger, però, ad essere stato tra i più critici del 'grande evento' religioso per eccellenza, il Giubileo voluto da Giovanni Paolo II nel 2000. L'allora cardinale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede ammise, intrattenendosi con i giornalisti a margine di una conferenza stampa che si tenne quell'anno: "Debbo dire che sono un po' tra quelle persone che hanno difficoltà a trovarsi in una struttura celebrativa permanente". Più duro, anche se maggiormente filtrato, il commento che dedicò al giubileo in una conferenza dedicata, sempre nel 2000, all'evento giubilare. Ratzinger scelse, allora, di citare "le profonde e nello stesso tempo amare constatazioni che Giovanni Maria Vian (attuale direttore dell''Osservatore romano', ndr.) trae dal commento dello scrittore italiano Giovanni Papini sull'Anno Santo 1950". Ecco un passaggio di Papini che Ratzinger faceva proprio: "Moltissimi, troppi, ne discorrono come se dovesse essere una fruttuosa stagione turistica, un pretesto di viaggi comodi e a buon mercato, una specie di fiera cosmopolita rallegrata dagli svaghi dei peregrinanti e dai guadagni degli ospitanti", tanto che "nell'animo di qualche solitario e forse intempestivo cristiano rimane l'impressione - malinconica impressione - che sia deformato e perduto, nei più, l'altissimo significato, catartico e mistico, dell'Anno Santo. Essi temono, forse a torto, che il rito giubilare, stabilito per placare il dolore del peccato, si tramuti, nella sarabanda degli interessi e degli agi moderni, in una vasta speculazione turistica, in una specie di kermesse euforica e mammonica. A codesti dubitosi cristiani si può rispondere che Dio soltanto vede, scruta e scandaglia il fondo delle anime. Anche questa volta, nei brulicanti stuoli dei gai pellegrini - concludeva il testo citato dall'attuale Papa - Egli saprà riconoscere i Suoi".

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Finalmente. Più sostanza e meno esteriorità.
Finalmente una parola critica sui grandi appuntamenti, specialmente con i 'gggiovani' degli ultimi vent'anni: non per condannarli, quanto per portarli al giusto significato.
Voglio evitare a tutti i costi dietrologie (a cui non credo) e nemmeno voglio pensare a complotti 'gialli'... ne' in Vaticano ne' sull'altra riva del Tevere...
Ma mi mancano ancora dei tasselli:
per esempio che si sa di mons. Burgazzi (o Bugazzi) da Cremona, fatto fuori, da una congiura di palazzo trans-gay-affaristica??

un passante ha detto...

allora non ricordavo male riguardo all'intervista del cardinale Ratzinger che prendeva le distanze dai troppi eventi del giubileo...