domenica 22 agosto 2010

Benedetto XVI all’Angelus: Maria, Madre e Regina, doni la pace al mondo e ci aiuti a costruire la civiltà dell’amore (Radio Vaticana)


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Il Papa: la chiamata di tutti gli uomini alla salvezza, di cui parla la Liturgia odierna, sia anche un invito a saper accogliere le diversità (Ansa)

Benedetto XVI all’Angelus: Maria, Madre e Regina, doni la pace al mondo e ci aiuti a costruire la civiltà dell’amore

All’Angelus al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha levato stamani un'accorata preghiera per la pace nel mondo. Una preghiera affidata a Maria, che la liturgia odierna ci invita oggi a venerare col titolo di Regina. La Madonna, ha affermato il Papa, ci mostra che bisogna seguire la via dell’umiltà per entrare nel Regno di Dio. Salutando i pellegrini di lingua francese, il Papa ha invitato i fedeli ad accogliere le diversità umane, poiché tutti gli uomini sono chiamati alla salvezza. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Benedetto XVI ha sottolineato che, otto giorni dopo la Solennità dell’Assunzione in Cielo, la liturgia ci invita a venerare la Beata Vergine col titolo di “Regina”. Una regalità umile, quella di Maria. Dio, infatti, ha osservato il Papa, “abbassa i superbi e i potenti di questo mondo e innalza gli umili”.

“La piccola e semplice fanciulla di Nazaret è diventata la Regina del mondo! Questa è una delle meraviglie che rivelano il cuore di Dio”.

Il Papa rammenta, dunque, che nella storia, sono innumerevoli le testimonianze di venerazione pubblica alla regalità della Vergine Maria. E proprio alla Madonna, che Gesù “ci ha lasciato quale Madre e Regina”, il Papa leva una preghiera per l’umanità:

“Affidiamo alla sua intercessione la quotidiana preghiera per la pace, specialmente là dove più infierisce l’assurda logica della violenza; affinché tutti gli uomini si persuadano che in questo mondo dobbiamo aiutarci gli uni gli altri come fratelli per costruire la civiltà dell’amore. Maria, Regina pacis, ora pro nobis!”

Il Pontefice non manca di soffermarsi sulla particolare dimensione della regalità di Maria che, osserva, è “totalmente relativa a quella di Cristo”, che dopo l’umiliazione della Croce è stato esaltato al di sopra di ogni creatura:

“Per un disegno di grazia, la Madre Immacolata è stata pienamente associata al mistero del Figlio: alla sua Incarnazione; alla sua vita terrena, dapprima nascosta a Nazaret e poi manifestata nel mistero messianico; alla sua Passione e Morte; e infine alla gloria della Risurrezione e Ascensione al Cielo”.

La Madre, ha detto ancora il Papa, “ha condiviso con il Figlio non solo gli aspetti umani di questo mistero, ma, per l’opera dello Spirito Santo in lei, anche l’intenzione profonda, la volontà divina, così che tutta la sua esistenza, povera e umile, è stata elevata, trasformata, glorificata passando attraverso la 'porta stretta' che è Gesù stesso”:

“Sì, Maria è la prima che è passata attraverso la 'via' aperta da Cristo per entrare nel Regno di Dio, una via accessibile agli umili, a quanti si fidano della Parola di Dio e si impegnano a metterla in pratica”.

Al momento dei saluti ai pellegrini, parlando in francese, il Papa ha affermato che tutti gli uomini sono chiamati alla salvezza. E ciò rappresenta anche "un invito a saper accogliere le legittime diversità umane". Quindi, ha invitato i genitori ad educare i loro bambini alla fratellanza universale ed ha pregato la Vergine affinché accompagni i ragazzi al rientro a scuola che si avvicina. “Quando ci viene una sensazione di smarrimento, di incertezza e di fragilità dell’esistenza terrena – ha quindi affermato, rivolgendosi ai pellegrini in lingua polacca – in Cristo ritroviamo il senso del nostro cammino, il criterio del giusto atteggiamento e la pienezza della vita nella risurrezione”.

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