domenica 22 agosto 2010
Gmg, conto alla rovescia. Il vescovo César Franco: «Qui l’attesa è grande, il clima positivo. E il Vangelo attira i ragazzi» (Coricelli)
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Gmg, conto alla rovescia
Il vescovo César Franco: «Qui l’attesa è grande, il clima positivo. E il Vangelo attira i ragazzi»
DA MADRID MICHELA CORICELLI
Manca un anno esatto, ma il conto alla rovescia è già iniziato. Madrid – o meglio: tutta la Spagna – si prepara ad accogliere la Giornata Mondiale della Gioventù del 2011 con uno straordinario entusiasmo, misto a solidarietà e spirito di accoglienza. Monsignor César Franco, vescovo ausiliare di Madrid e coordinatore generale della Gmg, racconta ad Avvenire i preparativi e le speranze, in attesa dell’incontro del Papa con i giovani di tutto il mondo.
In che clima vive Madrid quest’attesa?
Ci sono grandi aspettative, chiaramente. C’è entusiasmo. E sentiamo il profondo desiderio di prepararci spiritualmente e pastoralmente per questo incontro. Ci sta aiutando molto il pellegrinaggio in tutta la Spagna della Croce della Gmg, che ha già visitato buona parte del paese: scuole, carceri, parrocchie, ospedali. Tutto ciò ha collaborato a creare un clima speciale: un forte desiderio di accogliere i pellegrini che arriveranno per la Gmg. Sul sito web sono già disponibili catechesi e preghiere. A tutto ciò vanno aggiunte le iniziative che si stanno organizzando nelle varie diocesi. A Madrid, per esempio, l’arcivescovo Antonio Maria Rouco Varela ha preparato tutto il programma pastorale di quest’anno ponendo al centro la Gmg.
Ogni Gmg ha dato frutti che potremmo dire inattesi, superiori alle aspettative: anche dal punto di vista della partecipazione. Per Madrid c’è chi parla di due milioni di ragazzi…
Quando ero un giovane sacerdote e accompagnavo i ragazzi alle Gmg, sono stato testimone di frutti sempre più generosi delle attese: Dio ci sorprende sempre. Parliamo di vocazioni sacerdotali, vocazioni di vita consacrata, vocazioni matrimoniali. Al centro, c’è sempre la speranza che la vita del cristiano si rinnovi profondamente. Credo che tutti i ragazzi che partecipano alle Gmg – ognuno, ovviamente, con un’implicazione differente – abbiano vissuto quel rinnovamento. Quanto ai numeri, non facciamo previsioni, ma la partecipazione potrebbe essere simile a quella di altre Gmg in Europa.
Dall’Italia arriveranno in tanti…
Sarà la delegazione più numerosa, fra quelle non spagnole. Ci hanno detto che gli italiani potrebbero essere fra i 100 e i 120mila. Dobbiamo trovare per loro un posto adatto per un incontro, ma non è facile: gli stadi hanno una capienza massima di 80mila persone. Un’ipotesi è il luogo dove recentemente gli spagnoli hanno potuto salutare la Roja, la squadra nazionale di ritorno dai Mondiali di calcio: è una bella zona nuova, vicina al fiume Manzanares. Ci saranno anche altre delegazioni straniere molto numerose: dalla Polonia dovrebbero venire in 50mila e dalla Francia circa 70mila.
Le Gmg stupiscono sempre, positivamente. Colgono di sorpresa chi pensa che la gioventù sia lontana anni luce dalla Chiesa. Qual è la ragione profonda dell’entusiasmo giovanile che esprimono?
Esistono molte cose positive nella vita della Chiesa, che passano inosservate perché il punto di vista del mondo, in generale, è abbastanza negativo. Con le Gmg emerge la fede come fonte di festa, come dice Benedetto XVI. Il Vangelo attrae fortemente i ragazzi: le ragioni per unirsi abbondano. Si parla tanto di globalizzazione e di incontro, oggi, ma dove sono? Quali fenomeni di vita positiva esistono al di fuori della Chiesa? La verità è che Cristo non lascia indifferente nessuno: alcuni dei ragazzi che vanno alle Gmg saranno più interessati, altri meno e magari andranno per seguire gli amici. Io ho accompagnato dei giovani che all’inizio mi dicevano: non vogliamo troppa catechesi, non vogliamo la messa tutti i giorni. Rispondevo sempre: voi venite, poi vediamo. E avevo ragione…
In Spagna si parla molto di laicità e laicismo negli ultimi tempi…
Il tema del laicismo riguarda tutta l’Europa, e indubbiamente anche la Spagna. Bisogna distinguere la vera laicità da una specie di imposizione di una maniera di comprendere la vita, che lascia al margine della società tutto ciò che è cristiano e religioso. Il cristiano ha il diritto di parlare, la sua presenza pubblica è fondamentale, soprattutto in temi come la vita o l’aborto.
© Copyright Avvenire, 22 agosto 2010
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