domenica 29 agosto 2010
Card. Bagnasco: il Papa e Napolitano indicano i criteri da seguire (Izzo)
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BAGNASCO: PAPA E NAPOLITANO INDICANO CRITERI DA SEGUIRE
Salvatore Izzo
(AGI) - Genova, 29 ago.
Le parole del Capo dello Stato sulla vertenza Fiat rappresentano "un criterio di azione e di giudizio valido per tutti".
Ne e' convinto il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che al Santuario della Madonna della Guardia ha indicato oggi Benedetto XVI e Giorgio Napolitano come riferimenti ai quali ispirare il rinnovamento della sociata' italiana.
"Noi cattolici - ha detto nella liturgia del pomeriggio - abbiamo l'inestimabile dono del Papa successore del Beato Pietro, al quale il Signore Gesu' ha affidato il ministero della verita' e dell’amore. A lui dobbiamo guardare per scoprire e riscoprire la fede autentica, quella degli Apostoli, e i criteri morali per muoverci nella complessita' inedita e chiassosa del nostro tempo".
Nel corso delle due celebrazioni, Bagnasco ha parlato in particolare di crisi demografica e difesa della famiglia, ma poi non si e' sottratto a domande dei giornalisti riguardo alla speranza della Chiesa che nasca "una nuova classe politica, cristiana nei fatti non nelle parole". Un richiamo, ha spiegato, che la Chiesa non lega alla situazione politica del momento ma rivolge "da sempre: fa parte della fede di ogni credente essere in modo intelligente coerente con la propria fede e presente nelle diverse responsabilita' sociali, civili e politiche", pure se "e' indubbio che anche il mondo politico abbia bisogno sempre di presenze qualificate e coerenti; sia quelle che ci sono in questo momento, come quelle di ieri e come quelle di domani. Presenze qualificate - ha spiegato - affinche' la storia proceda".
Per Bagnasco, pero', occorre soprattutto varare provvedimenti efficaci a favore delle famiglie: questa e' la principale priorita' per il nostro Paese, come ha sostenuto nell'omelia di questa mattina.
E' necessario, ha spiegato, "mettere in atto delle politiche adeguate ai reali bisogni della famiglia perche' possa avere dei figli, significa guardare lontano, assicurare un corpo sociale equilibrato". Mentre, "trascurare la famiglia, ad esempio nelle sue esigenze economiche, significa sgretolare la societa' stessa".
Secondo il cardinale, "la societa' deve considerare seriamente questa realta' che e' la base, il suo fondamento naturale: deve innanzitutto difenderla da ogni deformazione.
Ma deve anche promuoverla in tutti i modi". "Non si finira' mai di insistere - ha promesso il capo dei vescovi italiani - perche' le misure siano sempre piu' aderenti ed efficaci alla realta' della famiglia grembo della vita".
Ed infatti nei suoi interventi di oggi, Bagnasco ha detto che non basta l'attuale timida inversione di tendenza: il calo delle nascite rappresenta ancora "una vera corsa verso la morte", perche' la societa' "senza bambini non ha futuro". Inoltre, "dietro ad una bassa demografia sta una catastrofe culturale grave". "L'Italia - ha osservato - non goda di buona salute sul piano della natalita' e' sotto gli occhi del mondo intero".
Ma, se "e' scontato che gli altri Paesi non se ne preoccupino, se non ce ne preoccupiamo e non ce ne occupiamo noi e' stolto". E proprio "la Liguria - ha aggiunto come arcivescovo di Genova - si trova nelle primissime posizioni in quella che e' una vera corsa verso la morte" mentre "i segni di una ripresa, che esistono non solo grazie agli immigrati" rappresentano una "inversione di tendenza non ancora decisa".
Per Bagnasco c'e' un "rapporto tra demografia e democrazia" in quanto "l'equilibrio demografico non solo e' necessario alla sopravvivenza fisica di una comunita' - ma e' anche condizione per quella alleanza tra generazioni che e' essenziale
per una normale dialettica democratica".
"La scarsita' di bambini - del resto - significa non solo un futuro autunnale, ma gia' ora crea squilibri tra le generazioni, causa una poverta' educativa non solo perche' noi adulti siamo sottratti al compito di educare, ma anche perche' non siamo piu' educati noi stessi".
"Una societa' senza bambini e ragazzi, cosi' come una societa' senza anziani, sarebbe gravemente mutilata, non potrebbe funzionare", ha aggiunto il cardinale per il quale "e' vero" che la scarsa natalita' e' legata anche alla crisi economica in atto, perche' "i figli sono un impegno economico non indifferente", ma "la questione dei figli non ha solo delle implicazioni di tipo economico. Richiede anche un cambiamento culturale". Ed e' per questo che la Chiesa continua a battere il tasto dell'unicita' del matrimonio tra uomo e donna, che si vorrebbe mettere in discussione. "Il mondo potra' continuare a guardare con fiducia al futuro finche' un uomo e una donna uniranno le loro vite per sempre nel vincolo del matrimonio", ha affermato Bagnasco sottolineando che "la famiglia fondata sul matrimonio, e in modo del tutto speciale nel sacramento, e' una prova che Dio continua ad amare il mondo, che ha fiducia nell’uomo, che esiste il futuro, che l'amore e la speranza sono piu' forti del male".
Con il matrimonio, ha ricordato Bagnasco, "gli sposi prendono la propria vita e la depongono nelle mani dell'altro: ognuno si consegna per sempre non in forza
di un sentimento passeggero ma di una decisione definitiva; non solo nella buona salute o nella fortuna, ma anche nelle situazioni malferme e difficili, fino alla morte". Si tratta dunque di un impegno "per sempre", una prospettiva che, ha ammesso il capo dei vescovi italiani, "forse intimorisce e spaventa", alla quale i credenti guardano tuttavia con la consapevolezza che "la fedelta' vera, quella dell'amore fino al sacrificio di se' e' qualcosa che sta sul confine tra l'umano e il divino, e' la traccia di Dio nel mondo". "Siamo lontani - ha commentato - da un certo modo di pensare di oggi, che non e' maggioritario come si vorrebbe far credere, ma e' invadente e subdolo: 'la vita e' solo tua; dopo la morte non c'e' nulla; godi il piu' possibile e approfitta di tutto senza scrupoli; fai quello che ti senti di fare; lasciati guidare dalle sensazioni'". "Non e' forse questa - si e' chiesto il porporato - la musica che ci viene suonata in tutti i modi? In questo clima suadente, anche la coppia e la famiglia acquistano una leggerezza particolare, una inconsistenza che frana davanti agli urti della vita e dei rapporti.
Le fatiche di ogni giorno sembrano noiose e senza senso, quindi insopportabili. Il futuro perde valore e smalto, il presente si enfatizza per cio' che promette di soddisfazione immediata. In una visione cosi' piatta sembra esserci poco spazio per il dono di se', viene a mancare la speranza, la capacita' di credere al futuro; e porre al mondo dei figli ha sempre a che fare col futuro". Per Bagnasco, del resto, anche nel matrimonio "la fedelta' e' possibile con l’aiuto della grazia" ed "ha anche un fascino e una bellezza tutta speciale che vediamo sul volto di chi - giovane o vecchio - la vive giorno per giorno, fiero di essere fedele anche se una certa cultura irride a questi valori ritenuti antiquati". Spesso, infatti, "si intende la fedelta' come qualcosa di ripetitivo, noioso, privo di brivido; mentre, al contrario, e' la condizione della crescita". "Nella vita di coppia e di famiglia - ha quindi concluso il presidente della Cei - l'amore si trasforma col tempo: dall'effervescenza iniziale si muta in qualcosa di piu' profondo e radicato, fortificato dalle gioie e dalle fatiche" mentre "la ripetizione quotidiana di tanti piccoli o grandi doveri, di tante azioni che sembrano grigie, e' come la pioggia tranquilla e continua che bagna la terra e la feconda". Ed in effetti, "non sono le tempeste delle grandi passioni e dei trasporti impetuosi che fanno crescere o misurano la sostanza dell'amore, ma la fedelta' quotidiana e umile nel segno dell'amore".
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