mercoledì 11 agosto 2010
Mons. Burke: nella Messa tridentina non sono ammesse "chierichette" nè laici che distribuiscono la Comunione
Chiesa: Vaticano, no a bambine chierichette e laici in messa in latino
Citta' del Vaticano, 11 ago. (Adnkronos)
Nell'antica messa in latino, cioe' il rito di San Pio V liberalizzato da Benedetto XVI con il motu proprio ''Summorum pontificum'', non sono ammessi ne' chierichette ne' laici, vale a dire ne' ''persone di sesso femminile che prestano servizio all'altare, ne' laici che danno la comunione''. E' quanto precisa mons. Raymond Leo Burke, prefetto della Segnatura apostolica, il supremo tribunale della Santa Sede, nell'introduzione a uno studio che fa il punto sull'applicazione del motu proprio del Papa, appena uscito in Germania, a poche settimane dalla scadenza del prossimo settembre quando cadono i tre anni dall'entrata in vigore della messa in latino.
© Copyright Adnkronos
Vaticano/ Burke: Chierichette non è diritto, mai in messa latino
Dopo l'elogio dell''Osservatore romano'. No a letture dei laici
Fare i chierichetti non è un "diritto".
Per questo motivo il servizio non può essere assolto da "persone di sesso femminile" nella cosiddetta messa in latino. Così, con una posizione divergente rispetto a quella assunta solo pochi giorni fa dall''Osservatore romano', si esprime monsignor Raymond Leo Burke, prefetto della Segnatura apostolica.
Nell'introduzione al 'Commento' al motu proprio Summorum Pontificum del tedesco Gero P. Weishaupt, il vescovo americano spiega che per affrontare alcune questioni liturgiche pratiche è necessario tener presenti due principi. Il primo è che, per la celebrazione del rito straordinario liberalizzato dal motu proprio, si devono "rispettare attentamente" le norme liturgiche in vigore nel 1962. In base al secondo principio, la successiva disciplina liturgica va applicata al rito romano "solo se tale disciplina tocca un diritto dei credenti che deriva direttamente dal sacramento del battesimo e serve alla salvezza delle loro anime". L'applicazione congiunta di questi due principi, spiega Burke, "porta alla conclusione che non appartengono ai diritti fondamentali del battezzato né il servizio all'altare di persone di sesso femminile, né l'uso dei laici per le letture o per la distribuzione straordinaria della comunione. Di conseguenza questi sviluppi più recenti non sono da introdurre nella forma straordinaria del rito romano per rispetto per l'integrità della disciplina liturgica contenuta nel missale romanum del 1962". In un editoriale di prima pagina scritto in occasione del raduno europeo di chierichetti a Roma, l''Osservatore romano' ha fatto un elogio delle chierichette.
"Anche se forse molti parroci si sono rassegnati alle chierichette solo in assenza di ragazzi disponibili - ha scritto Lucetta Scaraffia - per le giovani superare questa frontiera è stato molto importante, e così infatti è stato compreso: lo dimostra la presenza di una maggioranza femminile al decimo raduno dei ministrantes che si è appena svolto alla presenza del Papa. Per le ragazze entrare nello spazio dell'altare ha significato la fine di ogni attribuzione di impurità al loro sesso, ha significato la possibilità di vivere anch'esse questa esperienza formativa di straordinaria importanza nell'educazione religiosa - ha concluso il giornale vaticano - ha significato un'attenzione diversa alla liturgia e un avvicinamento alla fede nell'accostarsi al suo stesso cuore".
© Copyright Apcom
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
29 commenti:
Bene! Finalmente si comincia a fare chiarezza! Mi consola il fatto che Mons Burke non tema di dimostrarsi politicamente scorretto. Era ora!
il presunto elogio dell'Osservatore Romano sulle donne chierichetto è, direi, OFFENSIVO!!
offensivo per noi Donne, offensivo per le TANTE SANTE DONNE che la Chiesa ha riconosciuto e che mai si sono sentite impure se non servivano all'Altare...
Ve la immaginate santa Teresina del Bambin Gesù sentirsi offesa E IMPURA perchè non faceva la chierichetta?
Ma che si sono bevuti al giornale del Papa? Forse è il troppo caldo!!!???
Rammentiamo a codesto giornale che sfrutta l'immagine del Pontefice per vendere delle volte fumo velenoso... che la prassi delle chierichette è recente e fu quasi una sorta di OBBLIGO, una sorta di IMPOSIZIONE e di ribellione contro Roma negli anni che vennero dopo il Concilio...(stessa imposizione con la comunione alla mano)....
rammentiamo che le Norme furono stabilizzate nel 1993 quando il 31 maggio di quell'anno il Corriere della Sera così ne dava la notizia:
CITTA DEL VATICANO . Un documento della Congregazione per il culto divino confermera' la prassi ormai universalmente accettata di consentire anche alle bambine di assistere come "chierichette" il sacerdote all' altare. Il settimanale Time ne da' notizia con l' entusiasmo di una possibile apertura in prospettiva al sacerdozio femminile. In realta' fin dai tempi della riforma liturgica basata sulle indicazioni del Concilio Vaticano II, in tutti i Paesi le bambine hanno cominciato a essere ammesse a questo servizio liturgico in quanto non esistono impedimenti canonici. Praticamente solo in Italia, e in particolare a Roma e nel Sud, erano rimaste delle resistenze di ordine soprattutto psicologico. Lo stesso Wojtyla, durante le visite pastorali all' estero, ha dovuto accettare di essere circondato da "chierichette". Continuare a incoraggiare delle riserve sarebbe stato paradossale. E il motivo per cui il Papa ha ritenuto opportuno chiarire una volta per tutte il pensiero ufficiale della Santa Sede, chiedendo alla Congregazione per il culto divino di preparare un documento. Non sara' certo questo ad aprire la porta al sacerdozio delle donne, nei confronti del quale il Papa e il Vaticano insistono in un atteggiamento di fermezza, tanto da lamentare le conseguenze sul piano ecumenico provocate dall' ordinazione di donne prete nella Chiesa anglicana.
******************************
Il Papa CEDETTE alle chierichette (non si comprende perchè sarebbe stato paradossale se il Papa avesse rifiutato!), ma chiarì immediatamente che nulla aveva a che fare con chi credeva che il passo successivo sarebbe stata l'ordinazione alle donne...
Resta palese che l'articolo dell'Osservatore Romano è assurdo e poco veritiero....quasi sottoscrivendo che la Chiesa avrebbe offeso le donne impedendo loro il servizio all'altare per duemila anni....questa è pura follia cronista ed oramai anche croNIca....
Ringraziamo Dio per averci riaperto le porte alla sana e vera Tradizione....che pone Donne ed Uomini AI LORO POSTI, insieme, NON in conflitto o con invidie e gelosie (cfr san Paolo), ma con RUOLI ben specifici a fare ognuno il proprio dovere....
Ci fu un Papa, forse un Benedetto, che portò le donne per la prima volta nel Palazzo Apostolico come sua aiutante, non rammento con precisione....e ci sono Suore e donne laiche consacrate che prestano il loro servizio al Sommo Pontefice....VICARIO DI CRISTO, è più che sufficiente!
;-)
quel "chierichette" sembra quasi dispregiativo.
c'è qualcosa di male nelle chierichette? c'è qualcosa di politicamente corretto nelle chierichette?
Lucetta Scaraffia forse sarebbe meglio se s'occupasse d'altro e non di diritto liturgico.
E l'Osservatore Romano farebbe meglio se la smetesse di pubblicare articoli in stile sessantottino femminil-progressista: è roba vecchia!
ma che vi hanno fatto le chierichette!?!? Non chiedono di essere ordinate al sacerdozio, mi pare
cara Gemma....le chierichette non mi danno fastidio in quanto bambine, tuttavia il problema risiede nel concetto di questo ruolo...
il "chierichetto" che è un diminutivo, da CHIERICO preludeva fin dagli albori di tale ufficio, a preparare i maschietti verso il sacerdozio, ossia era un ruolo che serviva al chierico e al prete o perfino al catechista dei tempi dei Padri della Chiesa, per individuare NUOVE VOCAZIONI....
il CHIERICO è sempre stato colui che seppur non ancora presbitero, era stato avviato sulla strada del Sacerdozio e il servizio all'Altare era l'opportunità per individuare i soggetti idonei...
Tale esercizio ha fruttato alla Chiesa migliaia, di generazione in generazione, di Sacerdoti...
Con la Riforma Protestante e l'eliminazione del Sacerdozio e dunque della Messa, le donne hanno cominciato ad esigere un posto UGUALE AL SACERDOTE, AL PASTORE...ma la Chiesa, grazie anche al Concilio di Trento, aveva saputo resistere...
La novità delle ragazze al servizio all'Altare nasce, come la comunione alla mano, nei Paesi nord europei infarciti di protestantesimo soprattutto a partire dagli anni sessanta...
Strumentalizzando le aperture del Concilio Vaticano II, s'impose alla Chiesa di questi Paesi la presenza delle ragazze all'Altare senza alcuna ufficializzazione, ma con il consenso dei vescovi più modernisti...insinuando perfino una presunta volontà ad aprire in tal senso il sacerdozio alle donne...
Il passo grave NON gli riuscì...ma si IMPOSE alla Chiesa ed al Pontefice, Giovanni Paolo II (sotto Paolo VI ancora non vi riuscirono) IL FATTO COMPIUTO come per la Comunione alla mano...
Ora il problema NON è le ragazze si o no all'Altare, ma la gravità che così facendo si è perduto il senso vero del "chierichetto" che per un ragazzo era il primo passo verso la maturazione di una eventuale vocazione al sacerdozio infatti, lo dicono le statistiche, da quando si è aperto questo servizio alle donne, dalla classe dei chierichetti NON CI SONO PIU' LE VOCAZIONI AL SACERDOZIO...
in 50mila erano presenti all'incontro con il Papa? quanti di questi diventeranno sacerdoti? secondo una intervista rilasciata l'altro giorno ad alcuni responsabili, "attualmente NON ci sono richieste significativi al sacerdozio! il servizio è inteso TROPPO LAICAMENTE ED HA PERDUTO IL SUO SENSO DI FORMAZIONE VERSO IL SACERDOZIO"...
Alla domanda se questo fosse causato dalla presenza delle ragazze, la risposta è stata: "senza dubbio con la presenza delle ragazze non è più possibile fare un distinguo, nè invitare i chierichetti a scoprire una propria vocazione al sacerdozio, nascerebbe un divario che porterebbe inevitabilmente a comprendere che forse il servizio all'Altare è meglio se fatto solo dai maschietti, ma non lo comprenderebbero e ci si offenderebbe, c'è troppa rivalità e le donne oggi vogliono l'uguaglianza con gli uomini fin da ragazzi..."
La moda delle chierichette è di matrice protestante che seppur hanno abbandonato il sacerdozio, hanno voluto mantenere un presunto esercizio da equipararsi fra LAICI e religiosi, fra laici e sacerdoti...fra uomini e donne...
Non si tratta di "avercela con loro" ma di chiarire che il termine stesso non si addice alle ragazze!
^__^
VERGOGNOSA CENSURA da parte dei colleghi di Radio Vaticana Germania :
"Die Pflege der so genannten „außerordentlichen Form des Römischen Ritus“ ist eine Aufgabe für die ganze Kirche, nicht nur für bestimmte Gruppen. Das schreibt der Präfekt der Apostolischen Signatur, Erzbischof Raymond Leo Burke, im Vorwort zu einer Studie, das jetzt bekannt wurde. Die Verfügung, mit der der Papst vor einigen Jahren die ältere Form der katholischen Messfeier für breitere Kreise zuließ, sei ein „Akt universeller Gesetzgebung“ und daher „für die gesamte Kirche weltweit verbindlich“, betont der aus den USA stammende Kurienerzbischof. Es gehe also nicht um einen „Gunsterweis gegenüber irgendwelchen Personen oder Gruppen, sondern eine Gesetzgebung zum Zweck der Wahrung und Beförderung des Lebens des ganzen mystischen Leibes Christi und der höchsten Ausdrucksform dieses Lebens, nämlich der heiligen Liturgie“. Der gesamten Gemeinschaft der Kirche sei „damit die Verpflichtung auferlegt, ihre liturgische Tradition zu bewahren und zu pflegen“ – schließlich bedeute die „rechtmäßige Feier beider Formen des Römischen Ritus“ auch eine wichtige Bereicherung des liturgischen Lebens. Burke bekräftigt, „dass das Missale Romanum von 1962 niemals abgeschafft worden war“. In seinem Text äußert sich der Leiter des obersten Vatikangerichts auch zur Frage von Messdienerinnen sowie von Laien als Lektoren und Kommunionspendern. Dabei betont er, „dass weder der Altardienst von Personen weiblichen Geschlechts noch die Ausübung der Laiendienste des Lektors oder des außerordentlichen Spenders der Heiligen Kommunion zu den fundamentalen Rechten der Getauften gehören“. Deshalb seien diese „jüngeren Entwicklungen“ aus Respekt vor der „Unversehrtheit“ der liturgischen Disziplin, „wie sie im Missale Romanum von 1962 enthalten ist“, nicht in die Außerordentliche Form des Römischen Ritus einzuführen. (rv)"
http://www.oecumene.radiovaticana.org/ted/Articolo.asp?c=414645
Il canonista Gero Weishaupt è anche latinista, per Radio Vatikan...
http://www.kathpedia.com/index.php/Gero_Weishaupt
E settimanalmente, prepara anche le news in latino, Nuntii Latini, sempre per Radio Vatikan...: "Seit April 2004 übersetzt er für die deutschsprachige Redaktion von Radio Vatikan wöchentlich einige ausgewählte Nachrichten ins Lateinische, die bei der Internetzeitung Kath.net, Kathnews und teilweise im Vatican-magazin veröffentlicht sind."
"einer Studie"
'Uno studio' -qualsiasi- nessun riferimento al Weishaput, o al titolo del suo cimento, da parte del trafiletto made in radiovatikan (suoi colleghi!).
Einfach skandalos!
D'accordissimo con gemma, stento a capire tanto accanimento contro le chierichette da parte di alcuni commentatori. In fin dei conti non si tratta in nessun modo di ministero ordinato, ma di servizio all'altare. Ora, non risulta che Nostro Signore Gesù Cristo disdegnasse di farsi servire da donne: basti l'esempio di Marta (Lc 10,38-42), per non parlare delle donne che secondo Mc 15,40-41, dopo aver seguito e servito a lungo Gesù, erano le uniche presenti accanto a lui al momento del sacrificio sulla croce, che è poi quello che riviviamo durante ogni S. Messa... Che poi per i due millenni successivi le cose siano andate un po' diversamente, è un'altra storia; ma non ci sono motivi teologici seri fondati sui Vangeli (che sono tra i più antichi e preziosi documenti della Tradizione della Chiesa, non dimentichiamolo mai: la Tradizione successiva, per quanto veneranda, deve sempre confrontarsi ad essi, e non il contrario) per scagliarsi con tanta veemenza contro questo servizio. Non saranno certo le chierichette ad allontanarci da Cristo, né tanto meno a farlo scappare dall'altare. Fossero questi i problemi gravi che la nostra Chiesa deve affrontare...
La storia è sempre la stessa...se, ma, forse,perché...il problema è chi comanda in Vaticano. Il papa non vuole imporsi e i suoi ordini o direttive evaporano nel fumo creato...
La situazioe è drammatica.
Bravissima Caterina
Caro Frank....è evidente che non hai letto con attenzione le motivazioni che ho riportato con tanto di spiegazione storica e teologica....
Il servizio all'Altare è semmai paragonabile non alla scena di Marta e Maria ma a quella dell'Ultima Cena o alla lavanda dei piedi inserita infatti in forma liturgica dalla Chiesa e nel quale, guarda caso, non c'è una donna a lavare i piedi a Gesù, ma Gesù che li lava ai discepoli e non li lava alle donne, come mai?
^__^
In quel contesto attraverso il quale viene istituita l'Eucarestia e dunque il Servizio all'Altare, al Rito, alla Liturgia che da quel momento andrà perfezionandosi, le Donne sono presenti, ma in forma discreta, assistono e PREGANO, PARTECIPANO PREGANDO...o, come meglio esprime l'evangelista Luca, come Maria "serbando tutti questi avvenimenti dentro il suo cuore"...
Se tu caro Frank ti ostini come altri a valutare il problema dal punto di vista di UGUAGLIANZA, di difesa verso le donne che nessuno ha voluto offendere, forse comprenderesti, come è stato spiegato, che il motivo non è nella persona, MA NEL RUOLO...
fare il chierichetto E' UN RUOLO CHE PREDISPONE AL SACERDOZIO, le ragazze possono aiutare in altri modi, pregando, assistendo spiritualmente il sacerdote e gli stessi chierichetti pregando per la loro vocazione al sacerdozio...
Il motivo TEOLOGICO c'è eccome...diverso è dire che non ci sono impedimenti CANONICI ed è ovvio, quel servizio non era mai stato messo a rischio, non era necessario che il Diritto Canonico mettesse per legge chi doveva andare a servire all'Altare....il Papa Giovanni Paolo II venne messo di fronte al fatto compiuto come per la comunione alla mano...tanto è vero che il primo documento ufficiale sull'argomento risale solo nel 1993 e non liberalizza la presenza delle chierichette, dice solo che a giudizio del Vescovo del luogo è ammessa la presenza delle ragazze al servizio all'altare, ma sottolinea anche che tale presenza DEVE ESSERE LIMITATA, UNA TANTUM.... ed invece, come accadde per la comunione alla mano, la si fece diventare una norma...
Caro Frank, certe questioni non possono essere trattate con i sentimentalismi o con le personali interpretazioni...nella Chiesa si sono maturati nel tempo I RUOLI specifici ad ogni categoria di persone per il Bene COMUNE...i CHIERICI E I CHIERICHETTI hanno la funzione di servire all'Altare per accedere al SACERDOZIO!
ergo le chierichette sono una presenza stonata che confonde e i fatti lo dimostrano...dai chierichetti non vengono più vocazioni perchè il servizio è stato LAICIZZATO per soddisfare le chierichette!
Nessuno si è scagliato CONTRO "questo servizio", si faccia attenzione all'uso dei termini per favore! ma al contrario... sei tu e quelli che mettono le proprie opinioni al posto delle motivazioni teologiche ad obbligare "questo servizio" a perdere la sua naturale funzione: fucina di vocazioni sacerdotali!
Ci rifletta con serenità ed onestà intellettuale, contestami le prove riportate e non altro che non è stato detto ne pensato ;-)
La moda di introdurre la presenza di chierichette durante la Messa è iniziata in Svizzera, poi in Germania, poi nei territori italiani confinanti con l'Austria. Oramai la gente non fa più caso nè a regole nè a norme liturgiche, tutto è permesso e direi, il motto preferito e proferito è sempre lo stesso: che male c'è?!
Il problema è che la presenza di chierichetti all'altare non serve più al servizio, appunto dell'altare, del celebrante, della liturgia eucaristica, ma è diventata una presenza coreografica. Pare che il celebrante non possa più fare a meno della presenza di tanti chierichetti e chierichette attorno a sè e nel presbiterio, praticamente questi fanciulli o adolescenti non fanno nulla, in Italia voi dite: panza e presenza.
Giovanni Paolo II pensò di mettere le cose al loro ordine, me lo ricordo ancora il vespaio che produsse sui media europei quel voler mettere un pò d'ordine nella liturgia eucaristica. Burke fa bene a rammentare che la Messa V.O. non prevede la presenza di chierichette nè di ministri straordinari dell'eucarestia nè di lettori laici, l'actuosa partecipatio nel Rito antico c'è ma è diverso da come lo concepiscono gli attuali liturgisti, vi è nel Rito antico una gerarchia di ruoli e di compiti che va difesa e preservata dagli attuali abusi liturgici e dal voler sempre fare di testa propria. L'Osservatore Romano ultimamente pare soffra il caldo estivo....
Scusate l'intrusione.
Renate
il rito antico fu a suo tempo rito nuovo, con persone che rimpiangevano cio che c'era prima, quindi: nulla di nuovo sotto il sole.
e cosa sarebbe "ciò che c'era prima" del rito antico?
Se però non lo sai, te lo dico io: prima del rito antico c'era.........il rito antico, visto che tale rito non risulta esser stato costruito a tavolino nè esser stato imposto brutalmente in sostituzione di un altro che vantava 15 secoli di vita.
Il rito antico è, nel bene e nel male, la liturgia romana delle origini apostoliche, giunta a noi senza interruzioni, senza rivoluzioni. il rito nuovo è una liturgia costruita nel XX secolo mettendo insieme pezzi di liturgie antiche o presunte tali, aggiungendovi cose nuove o spacciate per tali e cose vecchie ma sempre estranee alla liturgia.
Se si facesse nell'arte culinaria ciò che la riforma ha fatto con la liturgia il ristorante "chiesa" oggi servirebbe lasagne alla bolognese in cui però sono stati inseriti anche ingredienti che non c'entrano nulla con le lasagne, come zuppa di pesce, macedonia di frutta e cioccolato fondente; tutti ingredienti che se presi singolarmente sono ottimi, squisiti e da leccarsi i baffi, ma che uniti insieme diventano rivoltanti: come il Novus Ordo!
r ha detto...
il rito antico fu a suo tempo rito nuovo, con persone che rimpiangevano cio che c'era prima, quindi: nulla di nuovo sotto il sole.
********************
??????????????????????
ma che sta dicendo???
san Pio V NON inventò alcun "nuovo rito" ma raccolse, RACCOLSE tutto il "materiale" esistente, conservò i riti cattolici che avevano 200 anni di vita e CONSOLIDO' PER TUTTA LA CHIESA UN UNICO RITO detto appunto "Rito latino" già affermato dai tempi di san Gregorio tanto è vero che si identifica in esso il canto gregoriano e le messe per i Defunti, dette appunto gregoriane....
Non c'era nulla da rimpiangere perchè non c'era nulla da cancellare ma solo da UFFICIALIZZARE, CONTESTUALIZZARE E RENDERE PRATICO ATTRAVERSO IL COSI DETTO "MESSALE ROMANO"...
il quale, appunto, contiene i Canoni per la Messa, le Preghiere e le Norme per celebrarla...
Diversa è la situazione di dopo il Concilio....la "Nuova Messa" aveva preso una brutta piega a tal punto che Benedetto XVI ha dovuto correggere gli errati atteggiamenti innovativi, il canto, e il ritorno della comunione in ginocchio ed alla bocca...
Concordo con Caterina! Poi ci si lamenta della mancanza di vocazioni al sacerdozio! Se i preti non aiutano a favorirle grazie alla presenza dei maschi che servono all'altare, cosa ci possiamo aspettare?
Chiederei maggiore rispetto per il quotidiano ufficiale della santa sede, il cui direttore è nominato dal papa. Le opinioni personali di mons. Burke vanno rispettate, ma non sono una legge della Chiesa, e in ogni caso riguardano solo il vecchio rito, non il nuovo.
La Chiesa ha tutto il diritto di innovare su questioni che non toccano la dottrina (come le modalità del servizio all'altare e della distribuzione della Comunione). Ognuno ha il diritto di avere le sue preferenze, ma non può imporle: se a qualcuno danno fastidio le chierichette e i laici che distribuiscono la Comunione in mano partecipi ad una Messa tradizionalista senza criticare gli altri che fanno scelte diverse.
volete dire cha da gesù fino al concilio vaticano secondo tutto è stato uguale?
Il 14 luglio 1570, papa Pio V con la bolla Quo primum tempore, promulgò il nuovo messale e lo sostituì a tutti quelli che fino ad allora venivano utilizzati nelle chiese locali, fatte salve le liturgie che avessero più di duecento anni.
secondo voi nessuno si è lamentato?
Si chiede rispetto per il quotidiano vaticano, senza nemmenocurarsi di rispettare la liturgia. Siamo alle solite: tutto diventa opinabile, relativo, anche le parole del vescovo Burke. Tutto opinabile tranne ció che dice l'osservatore romano o il relativista di turno. Questo è il cosiddettocristianesimo Ikea: prendi quello che vuoi dal vangelo, dalla liturgia, dal magistero, e te lo monti a casa, suffragatodal politicamente corretto "rispetto per le idee altrui".
Le solite vacuità intellettuali travestite da tolleranza(tolleranza verso il relativo e l'opinione,e intolleranza verso la verità e i fatti).
Colpisce il fatto che, nonostante le validissime
risposte date da alcuni commentatori circa
l'inopportunità del servizio all'altare da parte
delle donne, altri continuino ad esserne turbati
continuando a giustificare tale pratica e
ignorando le gravi motivazioni e conseguenze che scaturiscono da questo 'presunto' diritto.
La posta in gioco non è la rivalsa
dell'uguaglianza dei sessi ma il futuro del
sacerdozio ordinato: dietro il "che male c'è" si
nascondeuna vera e astuta tattica di origine
satanica capace di confondere "anche gli eletti", per usare l'espressione di Gesù.
Questo progressismo è il vero cancro della
Chiesa di Cristo. Il nuovo rito, come pavoneggiano alcuni, non ha la pretesa di scalzare quello vecchio, altrimenti si metterebbe da solo in una condizione di "discontinuità" con la Tradizione della Chiesa, la quale Tradizione costituisce insieme alla Scrittura (non fa male ricordarlo)l'unica fonte della Rivelazione.
È stato già ribadito che il servizio delle donne
all'altare non è un pretesto maschilista contro
le incolpevoli ragazze che, con cuore sinceramente innamorato di Cristo, desiderano
servirLo, ma è un impedimento oggettivo per
la formazione delle vocazioni al sacerdozio dei
chierichetti, oltre che essere una porta aperta
verso la pretesa di un "diritto" da parte delle
donne (diritto fomentatodalla massoneria della "Riforma") ad accedere anch'esseal sacerdozio ordinato.
La donna ha un proprio ed insostituibile posto
nella Chiesa di Cristo, e quel posto non puó
essere ricoperto dagli uomini. Dietro il pretesto
moderno dell'unificazione dei sessi, che
comporta di conseguenza anche l'unificazione dei ruoli, si nasconde il subdolo tentativo di
distruggere le diversità connaturate dell'essere
uomo e donna... oltre che distruggere la
Chiesa e snaturare il messaggio evangelico. Il rispetto, pertanto, non lo si deve ai "quotidiani", ma alla parola di Dio e alla Sacra Tradizione.
Grande Caterina. La penso esattamente come te ma è molto importante che queste cose le dica tu. Io mi dedico volentieri alla casa. Taxi di sola andata per Scaraffa e Vian a "Repubblica" ed auto blu per Bertone Arcivescovo di Torino.
Mazzarino
I commenti piccati di r, gemma e frank dimostrano quanto abbiano scavato nelle coscienze le parole d'ordine della modernità (di cui il femminismo è una componente fondamentale, se non la principale). Il vecchio rito liberalizzato dal MP è quello tridentino, e non altri, per cui ad esso bisogna riferirsi. Se non prevedeva le chierichette, fine! Mia nonna andava ad una messa al giorno e non credo si sia mai sentita "in minoranza" nella Chiesa per il semplice fatto che i chierichetti erano solo maschi.
Credo, al contrario, che si sentirebbe a disagio nelle Messe "politically correct" di oggi.
Caterina ha ragione.
Corrado
certo certo.. noi abbiamo queste opinioni perchè abbiamo le coscienze traviate dalla modernità... mi tocca andare pure dallo psicologo adesso.
ma si può fare una discussione senza sentirsi giudicati??
r ha detto...
Il 14 luglio 1570, papa Pio V con la bolla Quo primum tempore, promulgò il nuovo messale e lo sostituì a tutti quelli che fino ad allora venivano utilizzati nelle chiese locali, fatte salve le liturgie che avessero più di duecento anni.
secondo voi nessuno si è lamentato?
*******************
NO! semplicemente perchè il Papa non tolse ma RACCOLSE FACENDO UN UNICO MESSALE....mantenne i Riti che avevano già 200 anni come quello Ambrosiano e Domenicano ma che nella sostanza non erano tanto diversi, la Messa era sempre la stessa...il rito era quello... e certamente le Diocesi dovettero adeguarsi, ma per noi oggi il problema è diverso, non c'era diversità nelle Diocesi, in sostanza e paradossalmente è stata proprio la Riforma del dopo-Concilio a riportare LE DIFFERENZE che il Messale detto san Pio V aveva debellato....
fino al Concilio se uno andava ad una Messa in Russia o in Cina o in Australia o nelle isole più sperdute, quello era il Messale, quello era il rito, quella era la lingua, il latino....dopo il Concilio parecchi sacerdoti e Vescovi hanno denunciato la grave difficoltà di NON RITROVARE PIU' UNA MESSA UGUALE, e in qualsiasi parte del mondo andavi e vai, ognuno fa la Messa che vuole...tranne quella antica...
la dice in tutte le lingue che non conosci, tranne il latino...
Oggi, liturgicamente parlando, siamo più divisi e diversi che ai tempi di san Pio V...
;-)
Quanto al rispetto che si chiede verso l'Osservatore Romano da parte del blogghista Raffaele, rammento che è più importante avere rispetto per la Liturgia e poi verso un giornale...
l'articolo in questione ha sostenuto, in sostanza, che prima del Concilio le Donne venivano offese dalla Chiesa perchè non facevano le chierichette e perchè considerate IMPURE... ma per favore!!
la questione giudaica e farisaica dell'impurità fu già risolta a suo tempo dai Padri della Chiesa e nulla c'azzeccava con il riferimento al servizio all'Altare...
Non si manca di rispetto al giornale "del Papa" quando si dice la verità...ma sono coloro ai quali il Papa ha dato fiducia che a volte la tradiscono con dei testi assurdi ed offensivi e soprattutto che gettano confusione nelle questioni liturgiche che non sono di loro competenza...
a loro spetta di divulgare il MAGISTERO ECCLESIALE e non di usare tale giornale per imporre le proprie opinioni!
;-)
il nuovo messale SOSTITUI' tutti quelli che fino ad allora venivano utilizzati.
e poi non so come fai ad essere sicura che nessuno si lamentò.
io penso di sì
Malcolm Ranjith, in un'intervista al Timone, sosteneva che per i bambini l'esser chierichetto aveva sempre costituito un possibile stimolo nell'assecondere una eventuale vocazione; quando bambini e bambine stanno invece insieme scattaano altri meccanismi come la rivalità o il gioco...Personalmente sono d'accordo.
Ottima precisazione quella dell'Arcivescovo Burke.
Caterina perché scaldarsi tanto? Non ha detto nulla di sbagliato l'Osservatore Romano, sono servizi maschili e basta.
Caterina ritiene, in buona sostanza, che la presenza delle chierichette riduca la possibilità di future vocazioni sacerdotali tra i chierichetti maschi. E' una buona persona Caterina, "che la prende alla lunga" (con dotte dissertazioni dottrinali e teologiche, che la Chiesa, nonostante il parere di Caterina, quando le fa comodo, accantona) ma un po'ingenua! Il XXI secolo, già incominciato ed almeno buona parte della seconda metà del XX, cara Caterina, rappresentano l'era "più incredula" verso il trascendente della storia del genere umano. Le "buone vocazioni maschili" al sacerdozio, nel 2010, sono in minimissima parte legate "al fascino trascendente" del servizio all'altare; talvolta, in passato, tali servizi avevano poi generato vocazioni presbiteriali dubbie (in qualche misura stimolate dai sacerdoti) che a distanza avevano costruito preti dubbiosi ed inclini a sbandare (in questi ultimi tempi sono emersi, per esempio in forma plateale anche se esistevano già da prima, i casi di pedofilia ed i preti con le amanti). Quello che è mancato nell'ultimo mezzo secolo, in una fase di travolgente secolarizzazione e con l'esplosione, come la chiama il Card. Schoenborn, della deriva sessuale e della rivendicazione culturale, da parte della donna del pieno e libero uso ed abuso del proprio corpo, movimento epocale sostenuto dal bombardamento dei mass media, quanto è venuto a mancare, aggiungo, è stato l'apporto educativo della famiglia, che in linea generale ha diluito o dimenticato l'educazione dei figli maschi al trascendente e che non esulta se sessi scelgano la vocazione sacerdotale.
I preti, un po' perché erano scarsi, un po perché non avevano gran voglia di occuparsi di "catechismo" perché preferivano impegnarsi in faccende più moderne e coinvolgenti(recupero drogati, prostitute, alcolizzati, carcerati, assistenza agli immigrati,alle ragazze madri, ai poveri) hanno lasciato ai laici cattolici l'educazione dei bambini, e, purtroppo i risultati non sembrano essere stati pari alle aspettative.
Non mancano le vocazioni sacerdotali perché ci sono meno chierichetti maschi sull'altare e aumentano le chierichette (queste ultime, se fosse vero l'assioma di Caterina, dovrebbero incrementare sensibilmente le vocazioni agli ordini religiosi femminili, cosa che non risulta in alcun modo); mancano le vocazioni perché la cultura odierna ha in larga misura rimosso il senso ed il bisogno di Dio dalla sua storia. Questo è il punto. Checché se ne pensi, non credo proprio che il Buon Dio si scandalizzi se le chierichette svolgano il servizio all'altare; è la Chiesa che "é indietro" nell'afferrare la sostanza di alcune riscoperte lecite, non presuntuose, non deviate, del bisogno di affermazione delle donne, sensibilità moderne emerse nel nostro tempo (come la questione delle chierichette, e guarda caso, tale opportunità fatta buona dalla Chiesa in mancanza di meglio), ad intestardirsi, su questioni insignificanti, in anacronistice distinzioni tra gli uomini (simili a Cristo)quindi idonei all'altare anche se, talvolta, immorali, e le donne destinate invece, come è successo in passato (salvo lodevoli eccezioni) alla preghiera ed alla manutenzione degli addobbi dei preti.
Un vecchio adagio diceva: "quando mancano i cavlli, van bene anche gli asini per tirare il carro". Alla Chiesa le asinelle vanno bene quando le "tornano utili", salvo poi sminuirne il ruolo con argomentazioni ipersottili (roba da spaccare il capello in 4 parti).
Posta un commento