giovedì 12 agosto 2010

Respingendo le dimissioni dei due vescovi irlandesi il Vaticano ha dimostrato di non voler sottostare alle pressioni mediatiche

Grazie ad Alessia per le segnalazioni!

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci da Alessia. Qui una traduzione.

Biografia di Mons. Eamonn Walsh (traduzione)

Biografia di Mons. Raymond Field (traduzione)

Come ci ha detto Alessia, per il vescovo Walsh, ad esempio, le vittime chiedono le dimissioni "...not because of the way he handled individual cases but because has was “part of the regime that facilitated...".

Enno', se una persona non e' colpevole non puo' essere punita! Se il Rapporto Murphy ha scagionato i due vescovi, non si comprende perche' il Papa avrebbe dovuto accettare le dimissioni. Non mi piace l'atteggiamento di quei prelati che, per farsi belli con i media e magari ansiosi di prendere il posto di altri, non muovono un dito per spiegare la situazione.
Improcrastinabile un intervento della sala stampa vaticana per mettere tutti i puntini sulle "i".

R.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

dal Blog di Andrea Torielli, Raffa:
http://blog.ilgiornale.it/tornielli/2010/08/12/abusi-il-caso-irlandese-e-quelle-decisioni-da-spiegare/
Alessia

Stefano ha detto...

Ieri sera, grazie al blog, ho voluto provare ad approfondire la questione per capire effettivamente che cosa sta succedendo. Da subito mi è apparso chiaro che la ricerca di sensazionalismo sempre più sta prendendo il posto dell’approfondimento nel mondo del giornalismo, lo stesso articolo della bbc di ieri, con mia somma delusione, non può che essere giudicato in questo senso.
Vorrei intanto segnalarvi questo articolo, che è un estremo riassunto delle responsabilità dei vescovi e che in effetti testimonierebbe sostanzialmente l’innocenza dei due in questione: http://www.irishtimes.com/newspaper/breaking/2010/0811/breaking38.html?via=rel
Ho provato a leggere nel rapporto Murphy quanto c’era a riguardo del vescovo Field, non ho trovato il tempo per cercare anche le notizie su Walsh. L’idea che mi sono fatto (ma si tratta appunto di una lettura piuttosto veloce) è che in effetti il vescovo Field abbia cercato di gestire i casi meglio di altri. È importante però sottolineare una cosa anzitutto: se si vuole considerare davvero il vescovo innocente bisogna credere alla sua parola nei numerosissimi momenti in cui afferma di non essere stato a conoscenza di questo o quel fatto. Nel testo questo ritorna continuamente, e il Rapporto sembra incline a confermare la sua versione ma allo stesso tempo è costretto a rilevare una “straordinaria mancanza di comunicazione all’interno dell’arcidiocesi”, una formula che è quasi un ritornello perché ritorna nel testo numerosissime volte. La stessa pratica di spostare un prete “malato” da una parrocchia ad un'altra senza comunicare però i motivi, d’altronde, emerge essere quasi una normale consuetudine.
[parte 1]

Stefano ha detto...

Rispetto a quello che ho letto anche la nota su di lui e Fr Benito in chiusura all’articolo citato mi sembra di poco conto, in quanto Mons. Field aveva già dimostrato di voler collaborare con le autorità e per la risoluzione effettiva negli altri casi. Tuttavia, anche se le cose fossero come le ho intese ed il vescovo effettivamente innocente, ritengo la scelta del Pontefice un grave errore. Vorrei citarvi un solo, piccolo e apparentemente banale esempio, che pure per me è stato abbastanza illuminante a proposito, tra i vari fatti che si leggono nel rapporto.
Nel corso delle indagini Fr. Horatio ammette di aver abusato, negli anni ’80, di un ragazzino di 15 anni. Un primo rapporto, relativo a questo caso viene reso pubblico nella parrocchia, impiegando l’espressione “child sexual abuse”. Fr Horatio però non accetta questa espressione, ottenendo che venga corretta con l’impiego di “minor” piuttosto che di “child”. Ma quel che è grave è che per lo stesso motivo, il vescovo Field riporta che vi fu molta agitazione e rabbia anche all’interno della parrocchia, e ad esempio una suora gli disse che si sarebbe dovuto dichiarare ancora più chiaramente che non si trattava di un caso di pedofilia.
Io sono rimasto sconvolto, in un film avrei giudicato una cosa del genere l’impiego banale di un luogo comune. Fatti come questo e più gravi assieme testimoniano indubitabilmente una tendenza ad occuparsi del “buon nome”, dell’apparenza, prima che dell’incolumità, della sicurezza delle giovani vittime potenziali, molto radicata. Una mentalità di questo genere non può essere “corretta” semplicemente attraverso comunicati pubblici del Papa.
[parte 2]

Stefano ha detto...

I parroci, i vescovi, le suore che (per esempio) decisero di spostare un prete da un luogo all’altro, allontanare il problema senza neanche avvisare dei pericoli la comunità in cui questo era mandata, non aspettavano certo parole pubbliche proclamate a Roma per agire diversamente. Al contrario di quello che sostengono alcuni media, non obbedivano a degli ordini di segretezza prima ma allo stesso modo non obbediranno adesso, proprio perché si tratta piuttosto di consuetudine, di un atteggiamento mentale consolidato. Per tanto, azzerare i vertici, punire severamente chi aveva la massima responsabilità in queste comunità sarebbe stato un modo ben più chiaro, deciso, di trasmettere un messaggio a queste persone, di far capire loro che stanno agendo nel modo sbagliato. Ora non ricordo quale dei tanti “Fr.” coinvolti, ma ad uno di questi era stato comandato dal vescovo Field di seguire una terapia con un dottore. Solo dopo cinque anni si accorsero che da tale dottore costui non era mai andato. Non si può agire in maniera così irresponsabile, quando si tratta di mettere a rischio bambini innocenti.
Ma quei due vescovi resteranno lì, come a dire che in fondo hanno fatto del loro meglio. Così come il vescovo Drennan, che mantiene il suo posto perché rifiuta di dare le dimissioni (mettendo in discussione tra l’altro anche la tesi che vorrebbe che sia stata soprattutto la volontà del Pontefice a far rimuovere gli altri coinvolti). Non c’è sicuramente malizia, cattiveria o ottusità da parte del Pontefice, ingiustamente bersagliato da media assetati di vendite. Ma si tratta ugualmente di un grave errore, come ne possono commettere le persone di “governo”.
Ste
[parte 3]

Anonimo ha detto...

Mentre Martin vorrebbe in pratica tagliare tutti i vescovi irlandesi e soprattutto Brady, con il tripudio delle tricoteuses nelle redazioni e nelle piazze, Bertone, amico di Berlusconi, trama per far restare i poveri irlandesi sotto il giogo della Chiesa. Proprio parlando recentemente con una professoressa irlandese ci compativa perché in Italia non abbiamo la democrazia e, secondo l'Irishtimes, stiamo pure soffocando la loro. Meno male che stavolta la colpa non è del pastore tedesco ma del cardinale berlusconiano. Eufemia