Clicca qui per leggere il commento di Susanna Tamaro.
Concordo in linea di massima con la riflessione anche se credo che il dicastero affidato a Mons. Fisichella sia molto importante. Penso anche che c'e' un vero, grande, padre spirituale: il Santo Padre ed e' lui che dobbiamo seguire in attesa che la nuova generazione di sacerdoti maturi mandando in pensione molti preti, vescovi e cardinali ormai schiavi del politicamente e religiosamente corretto ed incapaci di dare il buon esempio. Ovviamente ci sono moltissimi buoni preti, ma forse sono ancora troppo pochi.
Condivido, in particolare, questo pensiero: "E cosa vuol dire Santo? Essere una persona integra, totale, una persona che non ha doppiezze, fraintendimenti, che conosce solo il «sì sì, no no» di evangelica memoria.
Sono così la maggior parte delle persone di Chiesa che ci vengono incontro, che parlano dai pulpiti delle parrocchie, in televisione, sui giornali? Hanno sguardi luminosi? Le loro bocche parlano davvero della pienezza del cuore? Sono forze di santità?
E se lo sono, perché non arrivano, perché le loro parole lasciano per lo più indifferenti, se non irritati? Perché non faccio altro che incontrare persone buone, rette, etiche, che si sono allontanate per sempre dalla Chiesa dopo esperienze deteriori con i suoi rappresentanti? Dove «deteriore» non è solo il caso estremo del pedofilo, ma anche quello più semplice del sordido, dell`ignavo, del gretto, comunque del doppio? Perché, nel cattolicesimo, è concessa questa doppiezza? La bocca si riempie di parole alte, ma la vita, spesso, non le manifesta.
La coerenza non sembra essere richiesta. Eppure, dove la coerenza c`è, dove c`è testimonianza della pienezza della vita di fede, le chiese sono piene, i nuovi eremiti sparsi sull`Appennino hanno il problema di gestire il flusso delle persone che ininterrottamente va da loro.
Già, perché questi sono tempi di grande inquietudine e di grande ricerca.
L`uomo in cammino non si accontenta più di formule, di luoghi comuni, di convenzioni sociali, è molto più esigente, cerca risposte vere e profonde alle domande che ha dentro.
Questa sete di verità e bellezza non può venire soddisfatta dalla mediocrità delle vite e delle testimonianze né da una liturgia che ha abbandonato il sacro diventando sempre più simile a una sorta di intrattenimento televisivo".
Forse la Tamaro non se ne e' resa conto ma ha descritto perfettamente, argomentando "a contrario", come dovrebbe essere un sacerdote. Sembra di vedere spuntare una vignetta con la foto del Santo Padre :-)
R.
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12 commenti:
Raffa, credo che la Susanna non facesse riferimento al Papa neanche di striscio:
http://www.kataweb.it/multimedia/media/1739045
E' di due anni fa, ma rende l'idea dei festival dei luoghi comuni.....
Ciao Sonny, la Tamaro non rientra fra i commentatori che preferisco.
Anzi, direi che non mi piace affatto.
So come la pensa sul Papa e trovai molto sgradevole cio' che disse alla Bignardi paragonando Benedetto XVI ad una sorta di topo da biblioteca.
Questa volta ha saputo essere politicamente e mediaticamente scorretta. Forse e' la prima volta dopo l'elezione di Benedetto XVI...
:-)
Cara Tamaro, il Papa che entro' da ragazzino in seminario, ha fatto per la Chiesa (contro i pedofili per esempio!) piu' di chiunque altro. Inoltre e' il Papa piu' "anticlericale" della storia.
Ci siamo intese?
La fiera del confronto e' finita perche' non ha piu' ragione d'essere. O vogliamo iniziare a fare altri tipi di confronto?
E' chiaro il concetto, Tamaro?
R.
Ti straquoto in toto, SPECIALMENTE LE PRIME TRE RIGHE!
La Tamaro parla da buddista o da seguace di "altre" dottrine.
L'unico Maestro è il Cristo, con i sacramenti e tramite la Chiesa può incontrare Lui, con la preghiera e con i sacramenti vivere in Cristo, con Cristo e operare con la Sua guida; Egli è l'Emanuele!
Noi diiamo: "Tu solo Il Santo, Tu solo il Signore, Tu solo l'Altissimo..." Uno solo è Santo, gli altri sono tutti discepoli.
Tramite i sacerdoti opera Lui solo; se cerchiamo dei capo-setta, guardi altrove!
La fiducia e la fede in Cristo ci dice che Lui non mancherà di darci gli aiuti, anche incontri con sacerdoti giusti, ma ricordiamo che è Cristo che opera!
Ogni tanto in questo blog sembra prevalere il gusto di sparare a 'pallettoni'. Pur di sparare.
Mi spiace. E' un'attività troppo 'giudicatoria', troppo… Che va a colpire un po’ alla cieca, senza le giuste e doverose distinzioni. Mirata anche, troppo, sulle persone. Sarebbe preferibile, a mio giudizio, fermarsi ai 'temi' e confrontarsi su quelli.
E... il tema che Susanna Tamaro affronta è, a me sembra, profondamente aperto e reale. E consistente.
Non quello del nuovo dicastero. Per avere un'opinione su quello, se non si vuole pensare per 'pre-giudizi', credo si debbano attendere i 'fatti'. Schierarsi pro o contro su quello, ora, è davvero prematuro!
Mi riferisco invece al tema di fondo: l’accoglienza di coloro che ‘cercano’, ’degli ‘operai dell’ultima ora’. Su questo Tamaro tocca un tema doloroso e profondamente vero. Sembra che alla Chiesa e agli uomini di Chiesa non interessi nulla di costoro. Non esistono momenti di incontro, anche non strutturati, non esistono luoghi, non esistono ‘figure’, se non le solite ‘individualità’ vaganti però in un deserto. Al di là di questo, sembra non esistano ulteriori disponibilità. Semplicemente, sembra non esistere il problema. Ognuno di noi, se caparbio, lo risolve a modo suo… Anche, come dice Tamaro, riandandosene, dopo essersi riavvicinato...
Che sia Dicastero o cortile o qualsiasi altra cosa i sacerdoti, tutti, proprio perché tali, dovrebbero convincersi a rimettersi davanti all’uomo. A quello povero di cose, che ha sete e non ha l’acqua, giustamente, ma anche a quello che l’acqua, in senso materiale, ce l’ha, ma nonostante questo continua ad avere sete...
Ho l’impressione che i ‘sacerdoti’ abbiano quasi più paura che amore per la Verità. Che, essendo un po’ confusi davanti alla Verità, abbiano paura di confrontarsi, paura di perderla loro, la Verità. Oppure di essere molto, troppo, interessati ad altro…
Se crediamo, e la mia è una fede da operaio dell’ultima ora, dobbiamo davvero pregare e pregare molto per i nostri sacerdoti. Perché ritrovino la chiarezza e la forza della Verità.
Peccato che non abbiano intuito l’importanza dell’Anno sacerdotale.. Peccato che non intuiscano, ancora oggi, l’importanza del ‘magistero’ di Papa Benedetto….
nei suoi limiti,un bell'articolo.
c'è bisogno di veri santi sacerdoti,non funzionari sterili di un rito,ma saggi padri spirituali!
Condivido in modo particolare il punto in cui la Tamaro scrive che non è quantità dei preti, ma la qualità a fare la differenza. In effetti, un santo pastore è in grado di operare miracoli di conversione. Un esempio per tutti il Santo Curato d'Ars, il cui esempio il Papa non si stanca di additare ai suoi sacerdoti.
Alessia
lasciando da parte precedenti dichiarazioni della Tamaro o nostre simpatie o antipatie personali, dal mio punto di vista c'è molto di condivisibile in questa sua riflessione. Molti sacerdoti ultimamente sembrano essersi dimenticati di essere anche operatori spirituali e se l'uomo non vive di solo pane, oltre all'ultimo affamato di pane e di giustizia, esiste anche l'opulento affamato di spirito e di fede che rincorre per migliorare se stesso, ma non sempre da solo o senza fulgidi esempi riesce a trovare senza perdersi. Quante volte abbiamo sentito dire "si crede e basta"... oppure "con tutte le cose che in parrocchia ci sono da fare, non c'è tempo per le elucubrazioni mentali"..e "per la confessione ci sono gli orari, non si può sentire il bisogno del Signore quando fa comodo" (sic)
Capisco che per il fedele ci sono doveri oltre che diritti, ma non si può pensare di dire alla pecora nera "vai a lavarti e poi ripassa"
Qui non si tratta di volere una chiesa in linea col mondo, come in altri dibattiti, si tratta di volere una chiesa che oltre all'impegno col sociale porti avanti anche l'impegno col sacro, e soddisfi anche l'istanza di ricerca religiosa e di preghiera di questo occidente secolarizzato che non è affatto esaurita. Anche nei dibattiti culturali e pubblici, quando si parla di Islam si pensa alle moschee come luogo di sacro e di preghiera, idem per l'ebraismo e le sinagoghe, in tema di cristianesimo quasi non si contempla più un Dio da pregare, ma un precursore di Che Guevara che ha lasciato da seguire solo dettami di dottrina sociale, mentre alle parrocchie più che per pregare, ci si pensa per offrire o ricevere aiuti, a seconda dei casi. Questo è giusto, fa parte della vita del cristiano, ma c'è dell'altro
scusami raffaella, ho pasticciato coi commenti
:-)))
R.
rileggendo bene, c'è qualcosa su cui non sono d'accordo nel tono di questo articolo. Quando la Tamaro fa riferimento alla cosificazione dell'uomo denunciata dal papa, forse non si rende conto che questa cosificazione è anche frutto della società in cui viviamo, che ha smesso di pensare l'uomo come una creatura di Dio. E' bella la figura di San Francesco cui tanti fanno riferimento nei loro articoli di denuncia dei mali della Chiesa, ma mi chiedo se oggi la testimonianza di un santo poverello potrebbe avere la stessa valenza. La stessa madre Teresa, seppur amata e citata spesso ad esempio, non è riuscita ad essere minimamente incisiva nei riguardi della cultura dei nostri giorni su un tema come l'aborto o il controllo delle nascite, temi che pure le stavano a cuore. A differenza delle epoche passate oggi, a torto o ragione, ci si sente tutti più colti, si filosofeggia, i temi religiosi sono sempre più spostati sul piano del dibattito in una piazza sempre più pagana. E in tale contesto c'è necessità anche di evangelizzazione culturale, non solo di ciò che può derivare dai gesti e dall'esempio. In questo senso credo sia stato pensato dal Papa il dicastero per l'evangelizzazione dell'occidente, non certo per appesantire ulteriormente la curia o per minimizzare l'importanza che potrebbero avere sul territorio i sacerdoti santi. Non a caso, per i sacerdoti ha scelto come modello uno come il santo curato d'Ars, uno che per il fedele c'era sempre. La sensazione di fondo, un pò sgradevole che resta alla fine della lettura di questi articoli, al di là dei punti condivisibili, è che ci sia sempre sotto sotto uno strisciante attacco alla chiesa gerarchica, alla teologia (guarda caso il Papa è teologo), a ciò che nella religione oltre con la sfera privata delle persone possa interloquire anche col pubblico. Si vorrebbe una chiesa interiorizzata, povera, ma oggi essere poveri significa essere ininfluenti e se si dovesse spogliare di tutto potrebbe aiutare solo le generazioni che vivono fino all'esaurimento dei beni. E non si capisce il perchè di tutto questo astio nei confronti della teologia quando è un momento in cui tutti discettano di teologia, ritenendo di essere dalla parte della giusta interpretazione. Sarà il caso che anche i sacerdoti ne sappiano qualcosa, allora
Mi spiace un pò per come Padre Livio ha "fatto a pezzettini" la Tamaro, nella sua rassegna stampa mattutina, ieri. (In più le consigliava di "fare come Caludia Koll".)
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