martedì 5 ottobre 2010

"Attacco a Ratzinger" di Tornielli e Rodari: la recensione di Gianni Cardinale

In libreria "Attacco a Ratzinger" di Paolo Rodari ed Andrea Tornielli: commenti, recensioni ed articoli

Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

Ma c’è un «complotto» mediatico contro Ratzinger?

I vaticanisti Tornielli e Rodari compilano un elenco ragionato delle «tempeste» sul Papa scatenate dai mass media: frutto di un’ostilità ben manovrata o di problemi nella comunicazione?

DI GIANNI CARDINALE

Nel 1989 due tra i più affermati vaticanisti dell’epoca – Luigi Accattoli del Corriere e Domenico Del Rio di Repubblica –, in occasione del decimo anniversario di pontificato di Giovanni Paolo II, mandarono in libreria Il nuovo Mosé , un’opera che segnò una svolta nella percezione mediatica del Papa polacco, un’apologia scritta da chi negli anni precedenti l’aveva più volte criticato.
Per segnare il primo lustro di Benedetto XVI sul soglio di Pietro due vaticanisti tra i più affermati (e informati) di oggi – Andrea Tornielli del Giornale e Paolo Rodari del Foglio – hanno scritto Attacco a Ratzinger (Piemme, 18 euro), un libro che può essere di grande aiuto per comprendere meglio i (primi) 5 anni di pontificato ratzingeriano. Al contrario del precedente quest’ultimo volume non è, né vuole essere, l’apologia di un Papa. Non perché gli autori non siano convinti estimatori di Benedetto X-VI. Tutt’altro. Basta il loro lavoro quotidiano nelle rispettive testate a testimoniarlo. Ma perché ritengono che la testimonianza del papa sia stata sistematicamente offuscata da una percezione negativa del pontificato.
La maggior parte del volume infatti si articola in una ricostruzione puntuale delle non poche tempeste mediatiche che hanno finora segnato il regno di un papa mite. L’ormai celebre lectio di Ratisbona. Le nomine episcopali contrastate e poi annullate a Varsavia e Linz. La promulgazione del motu proprio Summorum pontificum .
La revoca della scomunica ai vescovi cosiddetti lefebvriani e l’annesso «caso Williamson». Le polemiche seguite alle dichiarazioni sull’Aids pronunciate in occasione del viaggio in Africa. L’esplosione delle accuse di abusi sessuali nei confronti di minori in Irlanda e la seguente campagna stampa del New York Times. La questione della riammissione degli anglicani tradizionalisti nella Chiesa cattolica e le critiche di esponenti «teocon» alla Caritas in veritate .
I due autori, mutuando un’espressione creata dalla scuola storiografica di Bologna, arrivano ad identificare addirittura una «settimana nera» del pontificato, con le polemiche che hanno coinvolto alcuni cardinali – anche tra loro – e il predicatore della casa pontificia. Le ricostruzioni sono ben scritte e documentate. Gli addetti ai lavori vi possono trovare non pochi dettagli inediti, presentati a volte in modo divertente. Ma perché così tante tempeste mediatiche? Perché Benedetto XVI è da ritenersi un papa quasi perennemente «sotto attacco»? Tornielli e Rodari si astengono da commenti personali.
Raccolgono le opinioni di alcuni autorevoli osservatori – italiani e no – in base ai quali sono tre i fronti ostili all’attuale pontefice. Il primo è esterno ed è quello delle realtà mondane che, mal digerendo il messaggio etico della Chiesa, cercano di minarne la credibilità. Gli altri due sono interni: da una parte i circoli «liberal» del corpo ecclesiale, che non avrebbero ancora digerito l’elezione di un cardinale non troppo apprezzato; dall’altra alcuni collaboratori anche più stretti del pontefice che «inconsapevolmente» – sottolineano gli autori – con i loro comportamenti od omissioni invece di aiutarlo contribuirebbero a metterlo in difficoltà. Inutile dire che non poche delle recensioni al libro – e ne sono già uscite in almeno 4 lingue oltre l’italiano – hanno indugiato, andando forse al di là delle intenzione degli autori, soprattutto su quest’ultimo fronte. Soffermandosi con compiacimento, a volte ingeneroso, sulle pecche o presunte tali dei responsabili del sistema comunicativo della Santa Sede, dal «portavoce» ai vertici della Segreteria di Stato. Resta il fatto comunque che il libro non è un bilancio, pur provvisorio, del pontificato, che i due autori sarebbero stati ben in grado di scrivere. Chissà, forse si riservano di farlo nel decennale. Nel qual caso appuntamento al 2015, con – magari – La riscossa di Ratzinger . A Dio piacendo.

© Copyright Avvenire, 5 ottobre 2010

3 commenti:

SERAPHICUS ha detto...

Sto aspettando l'anniversario del 2015. Dieci anni di pontificato. Altro che libri da scrivere

mariateresa ha detto...

Cardinale dice una cosa vera: del libro alcuni hanno preso quello che faceva comodo e il resto hanno fatto finta che non fosse scritto. Alcuni giorni fa ho letto qualcosa della Reuters sul libro(sempre lei!) che faceva venire il latte non alle ginocchia, ma più in alto, insomma tenevo i zanetti a mollo.
Col cavolo che si ammettono il pregiudizio, la malafede, la disinformazione di certi giornalisti. E' più facile rovesciare buano sulla Sala stampa.
E' per questo motivo che quando vedo tirare troppo di schioppo contro Padre Lombardi mi irrito un po': sono tanti e tanti e tanti gli esempi di cattiva coscienza nel mondo dei media che penso ci voglia una bella faccia di tolla a spostare l'attenzione verso altre direzioni.
Aspetto sempre un giornalista che ammetta: è vero, a volte scriviamo come dei cagnacci e se ce lo chiedono scriviamo anche delle balle.Ma aspetterò un pezzo.

Anonimo ha detto...

Secondo Golias, che ultimamente ha le polveri bagnate, il Papa ha affidato le pr all'Opus Dei che, infatti, avrebbe reso possibile il successo britannico.Credo che a Palermo, l'Obra sia stata del tutto superflua, visto l'impegno dei siciliani. Fra l'altro anche Golias si cimenta nel totoarcivescovo di Torino. Eufemia
http://www.golias-editions.fr/spip.php?article4512