giovedì 25 novembre 2010

In difesa dell'Osservatore Romano. Riflessione di John Allen

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Mariateresa. Qui una traduzione sommaria.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sono d'accordo sulla difesa di Allen verso l'OR, ma una cosa la evidenzia Allen stesso: Vian e' stato messo in quel posto da Bertone.
Cari bloggatori e giornalisti, provate a fare il conto di quante volte il Bertone ha mosso i ditini per difendere il Santo Padre e quante volte invece, appena veniva messo in questione, si e' prodigato con solerzia a difendere se stesso.
E c'e' ancora chi si sorprende che a Torino (=salesiani) ci sia andato Cesare Nosiglia?

Andrea Tornielli ha detto...

Cara Raffaella, sono rimasto sconcertato dalle motivazioni addotte da John Allen.
Innanzitutto ci ha spiegato che è assurdo affermare che l'anticipazione de L'Osservatore Romano abbia oscurato il concistoro. Siccome sono stato tra i primi a farlo sommessamente notare, mi permetto di rispondere: Allen parlerà per il mondo mediatico americano, ma non per quello italiano. Io posso testimoniare per certo che nel caso del mio, come per altri importanti quotidiani e telegiornali italiani, l'effetto dell'anticipazione decontestualizzata sul preservativo ha avuto proprio l'effetto di cestinare gli articoli sul concistoro.
Allen sembra accomunare le critiche come provenienti a un unico blocco conservatore, la cui finalità, per motivi politici o per gelosie personali, è quella di colpire Bertone attaccando il direttore de L'Oservatore. Ragionamento complottista e sinceramente poco credibile. Anche perché, se quanto si legge nell'ispirata difesa di Allen fosse vero, il primo a volere la testa di Bertone sarebbe proprio lui, John Allen, che ancora pochi giorni fa ha detto pubblicamente cose durissime sulla comunicazione vaticana. E allora come stanno le cose? Se un appunto impietoso lo fa lui, è fatto disinteressatamente come pura analisi, se invece un appunto - molto più sommesso e in forma interrogativa - lo faccio io, oppure lo fanno tanti altri anche negli States, questo è motivato da ragioni politico-personali ed è contro Bertone?
Portiamo alle estreme conseguenze il ragionamento di Allen: criticare L'Osservatore Romano significa attaccare il suo direttore, e ciò equivale a colpire Bertone... Beh di questo passo si può dire che colpire Bertone significa mirare al Papa e che criticare il Papa equivale ad attaccare Nostro Signore Gesù Cristo, di cui il Papa è notoriamente il Vicario.
Per favore, siamo seri. Le riflessioni che ho postato sul mio blog sono condivise da tantissimi giornalisti e autorevoli osservatori di cose vaticane. Ieri anche l'ottimo Guido Horst, vaticanista molto apprezzato in Germania e pure nell'appartamento papale, ha pubblicato sul Tagespost un'analisi simile.
Mi sembra che quanto accaduto sabato 20 novembre testimoni che c'è più d'una cosa che non funziona Oltretevere.
So bene che negli Usa - gli americani, si sa, non vanno per il sottile - qualcuno è arrivato a chiedere le dimissioni del direttore de L'Osservatore, etc. etc.: non condivido affatto queste richieste. Ma se soltanto il porre il problema viene fatto passare per un attacco diretto al principale collaboratore del Papa, beh, bisognerebbe che a riflettere un tantino di più fossero non soltanto gli attaccanti, ma anche difensori e centrocampisti.
Ribadisco che, a mio modesto avviso (e ovviamente non pretendo di convincere nessuno), l'anticipazione di sabato è stato un errore. Il passaggio sul preservativo, per di più decontestualizzato (senza la prima parte della risposta e senza la domanda, con il titoletto "sessualità", mentre si parlava di lotta all'Aids in Africa) ha avuto un effetto dirompente e non occorreva essere degli spin-doctor per capirlo. Noi, tutti noi che facciamo questo mestiere, ci abbiamo messo del nostro, i giornalisti hanno gravi responsabilità. Ma le condividono con chi ha fatto quella scelta e l'ha messa in pagina.
Sarebbero bastate tre righe di scuse, con l'ammissione che quella scelta non è stata poi così felice. Tutti possono sbagliare, e se neanche il Papa produce sempre "infallibilità" (come ricorda Benedetto XVI) figuriamoci i suoi collaboratori.
Detto questo, rimane il problema della gestione e del coordinamento della comunicazione vaticana.
Ma siccome non mi ritengo infallibile, può essere che la mia sia soltanto cattiveria e gelosia. E può darsi che Oltretevere la situazione sia la migliore delle situazioni possibili. E può darsi che l'anticipazione de L'Osservarore di sabato sia stata un ottimo servizio al Papa. E allora sono io a chiedere scusa anticipatamente ai tuoi lettori, cara Raffaella.